BUROCRAZIA E STATO Stampa

La burocrazia, questa cancrena tutta italiana, si contende con l'evasione fiscale il primato del male assoluto del Paese (aggiuntovi il crimine organizzato, PSM), l'origine di tutte le disfunzioni, le disparità di trattamento, lo sconcerto e la paura dei cittadini di essere sanzionati per uno starnuto fuori posto, per essersi appoggiati a una panchina perché esausti dalla fila al supermercato o al banco dei pegni, ma anche le lungaggini per ottenere i finanziamenti per ripartire, i moduli da compilare per ottenerli, le difficoltà di produrre mascherine per riconversione aziendale, le start up bloccate dai timbri e dai bolli, la diffidenza delle banche, l'assenza di uno Stato unitario e risoluto.
Di uno Stato che rappresenti la Nazione e non la consideri una entità da punire con la complicazione di procedure farraginose e la polverizzazione dell'autorità centrale nella discrezionalità degli apparati più periferici della pubblica amministrazione. Fino ai paradossi offensivi del buon senso comune, della sensibilità umana, che si esprime attraverso la comprensione, se necessario, prima ancora che con la sanzione. Disposizioni calate dall'alto e in contraddizione tra diverse fonti di promanazione e incertezza nella loro esecuzione: se l'autocertificazione prevede la voce "situazioni di necessità" si crea una sorta di limbo dove il termine 'necessario' è devoluto alla valutazione discrezionale di chi ne accerta la sussistenza. (F: F. Provinciali, mentepolitica 02.05.20)