LA LAUREA POTREBBE PERDERE PESO NEI CONCORSI PUBBLICI Stampa
L'idea, che potrebbe tramutarsi in un decreto nel prossimo Consiglio dei Ministri, è quella di modificare gli accessi ai concorsi pubblici. Per esempio, non sarebbe più vincolante la laurea in una determinata materia ma potrebbero essere alternative altre lauree o, addirittura, esperienze cumulate nel settore. E un discorso che vale in modo particolare per i quadri dirigenziali dove avranno un peso maggiore le capacità dimostrate dal candidato che non gli attestati riguardanti la formazione. E un primo passo verso l'abolizione del valore legale della laurea, progetto già accarezzato dall'ex ministro dell'Istruzione, Gelmini, e che ora il governo potrebbe portare a casa. Altro punto all'ordine del giorno riguarda la revisione del concetto legato al voto di laurea che dovrebbe perdere valore come base di punteggio per i concorsi pubblici. Come la laurea specifica che dovrebbe tramontare (con l'eccezione di professioni particolari quali medico o ingegnere etc.) anche il voto conseguito con la tesi dovrebbe perdere incidenza. Resta sullo sfondo la proposta di un diverso criterio di accreditamento degli atenei. E innegabile che un 30 preso in una facoltà di un'università molto severa ha un peso diverso da un 30 strappato in un ateneo meno esigente. Ma chi stabilisce il peso specifico di un diploma in base alle caratteristiche dell'ateneo dove si è conseguito? Esiste già l'ANVUR, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Il governo, e in modo specifico il ministro Profumo, punterebbero a potenziare l'agenzia, premendo sul pedale del merito a tutto campo. Le lodi, alla fine, non saranno tutte uguali e la laurea con il massimo dei voti avrà peso specifico diverso secondo l’università che l'ha certificata. E chiaro che si tratta di una rivoluzione per quanto concerne l'ingresso nel pubblico attraverso i concorsi.
(Fonte: QN 23-01-2012)