DIPLOMI ACCADEMICI NEI CONSERVATORI DI MUSICA Stampa
Nel 1999, la legge 508 trasformò i gloriosi quanto vetusti Conservatori di musica in istituti superiori di livello universitario. Nasceva l'Alta Formazione Artistica e Musicale. I Conservatori, come le Università, adottarono il modello 3+2: diplomi accademici di I livello e specialistici di II livello, con la loro brava sequela di esami, crediti formativi, tesi di laurea ecc. Col disegno di legge da poco approvato al Senato i diplomi accademici di I e II livello sono dichiarati equipollenti per l'accesso ai concorsi alle «corrispondenti» classi di laurea universitarie. Nel merito, nonostante l'entusiasmo dei legislatori, il CUN ha espresso un giustificato parere negativo, pur senza entrare nel merito di un altro comma dinamitardo: quello che infine sancisce l'equipollenza fra i vecchi diplomi di Conservatorio e i nuovi diplomi specialistici di II livello. Il dubbio, atroce, è: ma i senatori che hanno tanto applaudito questo provvedimento non ne capiscono l'iniquità e le conseguenze? Chi ha a cuore il futuro dell'insegnamento musicale nel nostro Paese, non può non capire che quell'equipollenza è una sciagurata invenzione a fini di una mal congegnata sanatoria. Inesistente nei fatti poiché assimila percorsi formativi radicalmente diversi. E per di più offensiva per quelle migliaia di studenti che sono tornati a studiare nei Conservatori spendendo qualche migliaio di euro per conseguire un diploma... che avevano già! Senza contare che ora, di fronte a questa equipollenza, i diplomati del vecchio ordinamento (cioè l'80% dell'attuale popolazione studentesca) non avranno più nessun motivo di iscriversi al biennio specialistico, col risultato di un immediato smagrimento del già anoressico livello accademico che sembra avviarsi verso un'equipollenza ben più curiosa: 8.000 gli iscritti attuali ai corsi accademici, 6.000 i docenti: ci si prospetta forse un'Alta Formazione con più docenti che studenti?
(Fonte: Unità 05-01-2012)