IL CONSIGLIO DI STATO HA NEGATO IL PROPRIO PARERE SUL DECRETO CHE SPECIFICA I REQUISITI DI QUALIFICAZIONE SCIENTIFICA PER COMMISSARI E ASPIRANTI PROFESSORI NELLE PROCEDURE PER L’ABILITAZIONE NAZIONALE Stampa
Il Consiglio di stato ha negato il proprio parere su uno dei testi più attesi dalla comunità scientifica: il provvedimento che specifica per ogni area disciplinare i requisiti di qualificazione scientifica per commissari e aspiranti professori. Una norma (la terza) indispensabile per far ripartire la macchina dei nuovi concorsi. Il piano di attuazione della riforma dei concorsi, infatti, è ramificato in tre parti chiamate rispettivamente a fissare la nuova architettura dei settori concorsuali (l'unico pubblicato in Gazzetta Ufficiale), le procedure per l'abilitazione nazionale e i criteri di valutazione dei candidati e dei commissari, il decreto, appunto, su cui si abbattuto il nuovo stop dei giudici di Palazzo Spada. Il testo era stato inviato lo scorso 11 novembre, giorno prima delle dimissioni del precedente governo Berlusconi, dalla Gelmini al Consiglio di stato, per il consueto parere di legittimità. Ma, dicono i giudici del CdS nel parere n. 04909/2011, che non può essere fornito alcun parere se prima non si ha «una rela-zione di chiarimenti che riferi-sca in ordine alla registrazione del regolamento governativo dell'art. 16, comma 2 della legge 30/12/10 n. 240 (dpr 14 settem-bre 2011) da parte della Corte dei conti». In sostanza, per il CdS, il regolamento governativo, quello cioè che contiene le procedure per l'abilitazione, è un intervento normativo «propedeutico sul piano logico-ordinamentale rispetto allo schema di regolamento in esame ed è pertanto necessario accertare se la Corte dei Conti abbia formulato rilievi in merito e lo stesso sia diventa-to efficace». Peccato che di quel provvedimento (abilitazione), dopo la firma del Presidente della Repubblica, come risulta anche dal sito del Quirinale e l'invio alla Corte dei conti, si sono perse le tracce. Solo ottenuta la registrazione, pertanto, l'organo costituzionale potrà esprimere, con altri 45 giorni di tempo a disposizione, il parere definitivo. E solo a quel punto il mosaico di cui si compongono le nuove procedure di abilitazione sarà pronto.
(Fonte: B. Pacelli, ItaliaOggi 10-01-2012)