LIBERALIZZAZIONI E PROFESSIONI Stampa
Sul fronte delle liberalizzazioni il governo annuncia un intervento a tutto campo, «a 360 gradi». Un provvedimento «ampio e strutturato» che verrebbe inserito nella legge annuale sulla concorrenza. Si pensa ad un decreto legge, allo scopo di rendere immediatamente operativi gli interventi, che dovrebbero interessare una pluralità di settori. Dalla benzina alle poste, dagli ordini professionali ai servizi pubblici locali. Quali sono i principi finora messi sulla carta dal decreto legge 138/2011, che aspettano norme attuative? Ecco i principali: accesso libero alla professione (eventuali limitazioni nel numero sono ammesse per «ragioni di interesse pubblico»); obbligo di formazione continua per i professionisti sulla base dei regolamenti emanati dal Consiglio nazionale di categoria; tirocinio, effettivo, non più lungo di 18 mesi; «equo compenso di natura indennitaria» al tirocinante. Inoltre, il compenso spettante al professionista è stabilito dalle parti. È stato, infatti, eliminato il possibile riferimento alle tariffe e la chance di derogarvi: dunque le tariffe non costituiscono più un parametro per la formazione della parcella tra professionista e cliente privato; si tenta cioè di togliere di mezzo un valore minimo verso cui si poteva cristallizzare il corrispettivo. Il professionista deve stipulare una polizza per i rischi derivanti da attività professionale; occorre distinguere gli organi istituzionali da quelli chiamati a istruire e decidere le questioni disciplinari; la pubblicità informativa - specializzazioni, titoli professionali, compensi - è libera. Con la legge di stabilità (legge 83) si è consentita la costituzione di società professionali, anche di capitali, senza escludere apporti da parte di soci finanziatori non iscritti all'Ordine. Non si prevede alcun limite nella partecipazione, anche se l'attività professionale è riservata agli iscritti all'Albo. Un regolamento deve disciplinare, nel dettaglio, le società. Così come con regolamento devono essere riformati gli ordinamenti professionali. C'è tempo fino al 12 agosto. Su questi capitoli è impegnato il ministero della Giustizia e, per alcuni aspetti, è presumibile la collaborazione dello Sviluppo economico. Gli Ordini, attraverso il Cup - il Comitato che ne rappresenta una buona parte - chiedono di essere ascoltati e si dichiarano pronti a una riforma che ammoderni la struttura. Gli avvocati sollecitano un cambio di passo e convocano per il 14 gennaio l'assemblea plenaria delle componenti dell'avvocatura per preparare una mobilitazione contro il governo.
(Fonte: Il Sole 24 Ore 05-01-2012)