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20 Novembre
Protocollo d’intesa CUN – Conferenza Regioni e Province Autonome PDF Stampa E-mail
Il Consiglio Universitario Nazionale ha firmato il 9 novembre un protocollo d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Nel protocollo si individuano, in particolare, le seguenti aree di intervento: 1. Relazione tra Sistema Sanitario e Sistema Universitario diritto allo studio: 2. Sviluppo del territorio. 3. Istruzione Tecnica Superiore (ITS) e formazione superiore universitaria e alta formazione.
 
Valutazione. L’ANVUR al lavoro PDF Stampa E-mail
Andrea Bonaccorsi docente della facoltà di Ingegneria di Pisa, in aspettativa da quando, lo scorso maggio, è entrato a far parte del direttivo dell'ANVUR: «Da gennaio, ordinari, associati e ricercatori di tutte le università dovranno segnalare le pubblicazioni realizzate dal 2004 al 2010. L'ateneo ne selezionerà tre per ciascuno e una commissione nazionale le giudicherà». Un passaggio delicato e fondamentale per il sistema accademico che in passato aveva già provato, fra qualche polemica, a testare questa strada: «Già dopo la valutazione del Civr era stato chiesto che ai risultati ottenuti facessero seguito le risorse. E' un principio giusto, contribuisce a migliorare la qualità delle università» prosegue Bonaccorsi. La nuova agenzia procede nel lavoro anche in caso di fine della legislatura, il decreto ministeriale è già stato registrato e ha il via libera della Corte dei Conti. Si tratta di un lavoro enorme: quante pubblicazioni di ricerche valuterete? «Più di 200mila, pari a circa 70mila persone fra docenti universitari e personale degli enti di ricerca. Già in passato si era provato ad applicare un sistema di valutazione ma in quel caso a scegliere erano i dipartimenti o le strutture della facoltà che inviano i migliori lavori. Adesso è una specie di censimento, nel senso che tutti saranno coinvolti. Diversi ricercatori certamente pubblicano molto di più, ma per ragioni di contenimento dei costi abbiamo deciso di selezionare tre lavori a testa per chi opera nelle università e sei per chi opera negli enti di ricerca». Ma chi e come stabilirà se una ricerca è più o meno di qualità? «Sono stati nominati 14 presidenti delle varie aree scientifiche e 450 esperti di elevata qualificazione di cui fra il 20-25 per cento stranieri che potranno esaminare i prodotti della ricerca. Il bando prevede che si proceda con due metodi: uno bibliometrico, cioè esaminando degli indicatori quantitativi dai vari data base e il numero di citazioni di ciascuna ricerca e l'altro di «revisione dei pari», vale a dire che lo studio sarà letto da due esperti designati e valutato. Si potranno a seconda dei casi anche incrociare queste valutazioni.
(Fonte: La Repubblica Firenze 15-11-2011)
 
Laureati. Situazione e confronti PDF Stampa E-mail
Un dato fotografa abbastanza bene lo stato dell'istruzione universitaria nel nostro Paese: nel 2010 per il 72% dei neo-dottori si tratta della prima laurea in famiglia. Questo significa che l'accesso all'istruzione di terzo livello è ancora in espansione, si consolidano i risultati degli anni precedenti e si eleva la soglia d’istruzione del Paese. L'andamento però non è lineare e, comunque, non è stato ancora colmato il divario tra l'Italia e il resto dei Paesi più avanzati. Anzi, negli ultimi sette anni, secondo AlmaLaurea, che ogni anno raccoglie e analizza i dati di buona parte degli atenei italiani, le immatricolazioni si sono ridotte del 13%. Questo per l'effetto combinato di molti fattori: il calo demografico, la riduzione degli immatricolati in età più adulta, il minor passaggio dalla secondaria all'università (74,5% nel 2002, 65,7% nel 2009), il ridotto interesse dei diciannovenni per l'università (solo il 31% vi s’iscrive), gli effetti della crisi economica con le crescenti difficoltà delle famiglie a sostenere i costi diretti e indiretti dell'istruzione (infatti, cresce il ricorso al credito per finanziare l'educazione dei figli) e la contemporanea assenza di adeguate politiche per il diritto allo studio. Il risultato è, sottolinea l'analisi di AlmaLaurea, che in Italia «a lievitare più che i laureati sono stati i titoli universitari, passati dai 172mila nel 2001 ai 239mila del 2009». C'è poi il contesto internazionale, dove il divario emerge con evidenza: tra i giovani italiani di età tra 25 e 34 anni i laureati sono il 20% contro la media dei Paesi Ocse del 35 (ma nel Regno Unito è il 38%, in Francia il 41%, negli Usa il 42%, in Giappone il 55%). L'Italia è lontana anche dall'obiettivo dell'Unione europea, già raggiunto dalla metà dei Paesi membri, del 40% di laureati nella popolazione tra 30 e 34 anni entro il 2020. In questa fascia di età, considerata strategica per competere a livello internazionale, fra il 2004 e il 2009 i laureati italiani sono aumentati solo del 3% (dal 16 al 19).
(Fonte: P. Piccioli, ItaliaOggi 18-11-2011)
 
Neolaureati. Effetti della crisi PDF Stampa E-mail
La crisi colpisce i neo-laureati italiani e ne rallenta l’accesso al lavoro. Rispetto a coloro che si sono laureati nel primo semestre 2009, è calato il numero degli occupati, a un anno dal conseguimento del titolo, tra i laureati triennali nei primi sei mesi dell’anno scorso.
E’ quanto emerge dalle indagini Stella (Statistiche in tema di laureati e lavoro), promosse da un gruppo di atenei italiani e coordinate dal consorzio Cilea e presentate in un convegno all’Università di Milano-Bicocca.
L’iniziativa raccoglie le adesioni di 11 atenei italiani, dei quali 8 lombardi, (Università di Bergamo, Brescia, Università Cattolica, Milano-Bicocca, Milano Statale, Pavia, Politecnico di Milano, Iulm, Università di Pisa, Scuola superiore Sant’Anna e Università di Palermo), rappresenta il 17,3% dei laureati italiani e l’84% dei laureati in atenei lombardi.
Stando a quanto emerge dal rapporto statistico ‘profilo laureati 2008-2010′, che descrive analiticamente le carriere di studio di quasi 170.000 giovani, la popolazione complessiva di laureati nell’ultimo triennio è leggermente in calo, anche se, a fronte di un -1,9% di laureati nelle lauree triennali, si registrano un +4,8% nelle lauree magistrali e un +20,2% nelle lauree a ciclo unico.
I risultati dell’indagine occupazionale sui laureati del primo semestre 2010 (circa il 43% del totale annuo) a un anno dalla laurea sono stati confrontati con quelli dei colleghi che hanno conseguito il titolo negli stessi atenei e nello stesso periodo del 2009. Si registra, nel 2010, sinora, una flessione nell’occupazione a un anno che passa per i laureati triennali dal 39,4 al 38 %, mentre, per i laureati magistrali, rimane invariata (64,5%). Per i laureati triennali è evidente che, a causa delle difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, la scelta è di proseguire negli studi (chi prosegue a studiare passa dal 44,2% per i laureati 2009 al 46,4% per i laureati 2010).
(Fonte: quibrescia.it 20-11-2011)
 
Lauree on line. Certificazione internazionale PDF Stampa E-mail
Un nuovo metodo per certificare la qualità delle lauree on line, riconosciuto a livello internazionale. Si chiama «Fadrive international certification-High quality for distance learning», è nata in Italia ed è stata presentata in questi giorni a Roma all'incontro annuale dell'associazione Guide Global universities in distance education. Al meeting, per la prima volta ospitato dall'Italia, hanno partecipato oltre cento rettori degli 80 maggiori atenei online di 50 paesi. Si è discusso di «Nuovi modelli organizzativi nell'e-learning: didattica, tecnologia e ricerca». La formazione accademica a distanza è in continua crescita, soprattutto nei paesi industrializzati e tra le persone che non si dedicano allo studio a tempo pieno ma vogliono comunque ottenere una laurea. La diffusione è favorita dai cambiamenti del mercato del lavoro e dalle esigenze di maggiore competitività. Il mercato mondiale dell'e-learning ha superato nel 2010 i 50 miliardi di dollari e in Italia, dove le università su Internet sono state istituite nel 2004 dal decreto Moratti-Stanca, il valore è arrivato a 500 milioni di euro. Nel 2009 nel nostro Paese gli iscritti agli atenei online sono stati 30mila, in aumento sull'anno precedente del 20 per cento. Il sistema Fadrive, creato dall'Università Marconi, attesta la qualità dei sistemi formativi e degli strumenti più innovativi, come «agenti intelligenti», avatar e mobile. Al convegno si è discusso anche del ruolo che l'educazione a distanza sta assumendo rispetto ai metodi tradizionali, di divario tecnologico e del valore della formazione via Internet nei paesi in via di sviluppo.
(Fonte: Il Giornale 18-11-2011)
 
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