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7 Ottobre
Valutazione. I nuovi metodi in evoluzione PDF Stampa E-mail
Le soluzioni proposte fino a questo punto sono comunque da considerarsi largamente contingenti. Se, infatti, proviamo a collocarci in una prospettiva temporale più ampia, possiamo facilmente immaginare che nel medio periodo (ovvero nei prossimi 5-10 anni) l’evoluzione delle modalità di comunicazione, anche scientifica, associata alla diffusione e allo sviluppo di Internet e dell’editoria elettronica, e soprattutto delle moderne forme d’interazione collettiva (social network e simili) identificate anche dalla locuzione Web 2.0, porterà a nuovi meccanismi valutativi, al momento ancora in embrione nel campo della ricerca, ma già efficaci in altri campi di attività. Ci riferiamo ad esempio all’idea del “controllo aperto” lanciata da Nature, e consistente nell’idea di “esporre” i manoscritti per un certo tempo su Internet, con la possibilità di essere commentati da tutti i lettori interessati, prima che il comitato editoriale decida di “pubblicarli” (probabilmente soltanto in forma elettronica), anche sulla base dei giudizi che sono stati espressi. Possiamo anche aspettarci sostanziali raffinamenti di quella forma di controllo ex post che è data dalle citazioni, se si supererà l'attuale meccanismo centralizzato (fondato quasi esclusivamente su basi di dati proprietarie) in favore di un’analisi a tutto campo mediante motori di ricerca (sul modello, per quanto certamente ancora molto rozzo, proposto da Google Scholar), che permetterebbe facilmente di estendere questo tipo di valutazione anche alle monografie, soprattutto se le forme di pubblicazione elettronica, come prevedibile, andranno generalizzandosi, auspicabilmente con modalità open access.
(Fonte: P. Rossi, menodizero.eu 14-09-2011)
 
Valutazione. A favore e contro i criteri proposti PDF Stampa E-mail

L’ANVUR ha recentemente pubblicato, e rivisitato, le linee guida per definire i criteri e i parametri di valutazione dei candidati e dei commissari per l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato e ordinario. Tali criteri hanno suscitato un animato dibattito, portando diverse associazioni a schierarsi a favore o contro tali indicazioni. Si forniscono di seguito i link ai principali documenti ed opinioni in materia.

(Fonte: http://giovaniricercatoriuniversitari.wordpress.com/ 23-09-2011)
 
Valutazione. CRUI, convegno sulla valutazione delle performance organizzative nell'università PDF Stampa E-mail

Sul blog della CRUI sono disponibili gli interventi video dei relatori al Convegno "La valutazione delle performance organizzative nell'università: prime indicazioni e scenari di riferimento" organizzato dalla CRUI lo scorso 14 luglio 2011.
Per rivedere tutti i video si consulti il blog   http://240inpratica.net/performance-organizzative/.

 
Valutazione. Due possibili tipi di errore di rilevazione PDF Stampa E-mail

Ai diversi livelli di competenza, gli atenei sono alquanto impegnati nell'esecuzione di protocolli di valutazione non sempre condivisi, non sempre compresi. Ora, a dire il vero, se non esiste una questione di merito, sussiste tuttavia una questione di metodo. Il problema non è e non può essere rappresentato dalla valutazione in sé, e neanche, almeno in via di principio, dalla premialità. Esso può essere affetto da due tipi di errore.
Ferma restando qui l'affidabilità degli strumenti di rilevazione, il primo tipo di errore, che si può qualificare come “errore materiale”, consiste proprio nella rilevazione di dati infedeli, non corrispondenti cioè ai dati reali. Come si può ridurre la probabilità di errori di questo tipo? Immaginando, ragionevolmente, la presenza di portatori di legittimi interessi rispetto all'oggetto della valutazione; è possibile, d'altra parte, altrettanto ragionevolmente, pensare di escluderli dai processi di raccolta dei dati su cui si baserà la valutazione, assegnando questa funzione a uno o più soggetti terzi, quanto basta distanti dalle parti interessate e debitamente accreditati. Ciò nell'ipotesi, invero poco contestabile, che i terzi abbiano meno probabilità di commettere errori materiali rispetto agli stakeholder. Il secondo più importante tipo di errore si può definire “errore concettuale”. La valutazione dell'università si basa su dati che si riferiscono a nozioni astratte (lontane dall'esperienza concreta) e multidimensionali (costituite da più componenti); si pensi a nozioni come gestione, efficienza, efficacia, produttività, qualità della formazione, e così via. Nessuno più e meglio del ricercatore sociale, che maneggia quasi esclusivamente concetti così caratterizzati, sa che la loro conversione in dati empirici è un'operazione delicata. Quando la solidità della misura lascia il posto alla liquidità del rapporto di indicazione, corre l'obbligo innanzitutto di specificare massimamente il significato delle dimensioni oggetto di valutazione e quindi di mostrare/argomentare come gli indicatori costruiti per rappresentarle semanticamente siano capaci di farlo. L'errore si determina proprio quando gli indicatori sono ritenuti da qualcuna delle parti interessate (magari dallo stesso soggetto istituzionale principalmente coinvolto dalla valutazione) concettualmente inadeguati, riferendosi a dimensioni estranee rispetto a quelle oggetto di valutazione e dando così luogo a dati giudicati non validi.
(A. Fasanella, voce sociologica.it 21-09-2011)

 
Valutazione. La bibliometria e la lingua straniera PDF Stampa E-mail
C’è modo e modo di parlare di valutazione. Dovrebbero, per cominciare, parlarne solo quelli che, per riconosciuta esperienza diretta, ne capiscono qualcosa: invece, purtroppo, così non è. Perché vi sono punti che nel resto del mondo - il mondo che culturalmente conta, naturalmente - non sono nemmeno più discussi, e che qui da noi, invece, sono puntualmente ripresentati come nuove scoperte . Prendiamo la vexata quaestio degli indici bibliometrici: chiunque abbia avuto o abbia dimestichezza con il mondo d’oltre confine ne conosce i limiti e sa come evitarli (prendiamo ad esempio la sempre ripresentata storia delle citazioni negative o delle autocitazioni) ma sa anche che solo da quando gli indici bibliometrici sono applicati si dispone di un metodo razionale per valutare la produttività dei soggetti. Difetti quanti se ne vuole, certo, ma da noi prevale spesso - oh, quanto spesso - il suggerimento di gettare il bambino con l’acqua sporca. E vedi caso, sono quasi sempre suggerimenti da parte di chi agli indici bibliometrici risulta oltremodo scarso…Ricordate la famosa battuta sul “potere che logora chi non ce l’ha”? E non solo: spessissimo si sentono accorate grida di dolore per la tendenza suicida a privilegiare l’inglese dimenticando la lingua italiana. Qui occorre intendersi: se la valutazione è finalizzata, che so, a ricoprire una cattedra di Filologia Romanza, è ovvio che si dovranno applicare indici limitati all’italiano.
(Fonte: E. Carafoli, scienzainrete.it  23-09-2011)
 
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