Home 2011 7 Ottobre
7 Ottobre
Ricerca. Il Penn Vet (Pennsylvania School of Veterinary Medicine) Leadership Award a Ilaria Capua PDF Stampa E-mail

A Filadelfia Ilaria Capua riceve Il Penn Vet Leadership Award: 100 mila dollari e il prestigio di un premio che è forse il massimo nel suo settore. Ha risposto a domande.
Perché stai ancora qui e non sei andata a lavorare all’estero?
Perché in Italia le cose si possono fare. Sono partita 10 anni fa con un gruppo di 8 persone, tutti dipendenti pubblici, ora siamo 70 e siamo un gruppo leader a livello mondiale. Ho un iraniano, una canadese e una messicana. E negli ultimi 5 anni abbiamo raccolto 12,5 milioni di euro per la ricerca.
Tu dici che si può fare in un paese impregnato della retorica del “qui non cambia niente”.
Ecco, questo non è vero. Se io, veterinario che lavora presso una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, sono stata in grado di accendere un dibattito che ha toccato l’assemblea mondiale della sanità, criticando apertamente un sistema poco trasparente che, di fatto, rallentava la ricerca, a vantaggio di una raccolta di dati e di analisi degli stessi aperta e interdisciplinare, beh, sono sicura, che in altre discipline ci sono colleghi preparatissimi, con idee innovative, che possono rompere gli argini e far prendere alla ricerca italiana una direzione che ci porti a essere partner e leader nella scienza che conta.
Che cosa fare per la ricerca in Italia? C’è qualcosa di più innovativo della richiesta di avere più fondi?
L’Italia ha sempre investito poco e questo lo paghiamo e lo pagheremo come paese. Ma i ricercatori italiani devono essere più pronti a confrontarsi in una dimensione almeno europea, vendere le loro idee all’estero, trovare partner internazionali. Sperare di fare ricerca in un sistema protetto è sbagliato, la ricerca ormai è europea e bisogna essere competitivi al livello europeo.
(Fonte: upenn.edu 14-09-2011)

 
Ricerca. Seminari CRUI “ispirare l’eccellenza nella ricerca” per ricercatori e dottorandi PDF Stampa E-mail

La Fondazione CRUI apre le iscrizioni alla terza edizione del ciclo di seminari “Ispirare l’eccellenza nella Ricerca”, percorso formativo modulare rivolto a giovani ricercatori, dottorandi e laureati delle Università italiane e straniere, ora arricchitosi di nuovi contenuti ed esperienze formative.
“Inspiring Excellence in Research” è un percorso formativo di natura modulare pensato e progettato sia per sviluppare le competenze di base e trasversali di un ricercatore e/o di un coordinatore della ricerca, sia per sviluppare e orientare le attività di ricerca in qualunque ambito disciplinare e contesto organizzativo.
(Fonte: jobonline.it 14-09-2011)

 
Ricerca. Programma di finanziamenti del Consiglio Europeo della Ricerca (CER) PDF Stampa E-mail
Il CER annuncia il suo programma di finanziamenti per i prossimi cinque anni e in tutta Europa centinaia di ricercatori all'inizio della loro carriera si danno da fare per ricevere un maggiore supporto finanziario. Come parte del concorso per gli Starting Grant del CER, saranno assegnati poco più di 670 milioni di euro a circa 480 ricercatori, con singole borse che raggiungono i 2 milioni di euro. Il concorso, ora nel suo quarto anno di svolgimento, continua a ricevere molte candidature: quest'anno vi è stato un incremento del 42% rispetto all'anno scorso. Anche il bilancio totale previsto per l'intero programma è aumentato di quasi il 15 % rispetto all'anno scorso. Le borse assegnate finanzieranno un'ampia varietà di progetti in molte aree di ricerca: dalle eccezionali proprietà dei nanomateriali biologici, passando per gli effetti sulla salute dell'esposizione al rumore del traffico, fino al ruolo dei media economici nelle crisi finanziarie. Nel complesso, il 46 % dei richiedenti è stato selezionato in "Fisica e ingegneria", il 35 % in "Scienze della vita" e il 19 % in "Scienze sociali e studi umanistici". In termini demografici, i ricercatori selezionati sono un miscuglio con 38 differenti nazionalità rappresentate. L'età media dei ricercatori selezionati è di 37 anni, e il 21 % dei ricercatori sono donne. Sono rappresentate 38 differenti nazionalità, con i ricercatori di nazionalità tedesca, inglese e italiana in testa alle statistiche, mentre ai primi posti dei 21 paesi dell’Unione europea ospitanti si piazzano Regno Unito, Germania e Francia. 28 i progetti italiani che riceveranno il finanziamento . Il CER è il primo ente europeo di finanziamento organizzato per supportare la ricerca di frontiera avviata su iniziativa dei ricercatori. Il suo obiettivo principale è quello di stimolare l'eccellenza scientifica. (Fonte: cordis.europa.eu 12-09-2011)
 
Ricerca. Il difficile rientro dei cervelli PDF Stampa E-mail

Un sistema universitario e di ricerca pubblica difficilmente accessibile, unito a una scarsa domanda di tecnologi, ricercatori e inventori da parte del sistema privato, rendono l'Italia una destinazione poco attraente, sia per i cervelli stranieri sia per quelli italiani all'estero che volessero ritornare. Nel caso specifico del mondo accademico, poi, le difficoltà italiane si sommano a una generale scarsità della "immigrazione" di ritorno, come ben spiegato da Patrick Gaulè in un articolo su Vox-eu. E come testimoniato dai ben poco commendevoli risultati dei progetti per il "rientro dei cervelli" messi in atto da vari governi italiani, dal 2001 fino al 2008. Appare dunque difficile che il sistema della ricerca scientifica e tecnologica italiano possa, nel breve periodo, proporsi quale paese in entrata all'interno del mercato globale del "talento scientifico e ingegneristico", così come descritto da Richard Freeman. Né che alcun nuovo piano di "rientro" possa avere più successo dei precedenti.
(Fonte: S. Breschi, F. Lissoni, lavoce.info 13-09-2011)

 
Ricerca. Innovazione e produttività scientifica secondo il Global Innovation Index PDF Stampa E-mail

Nella geografia dell’innovazione e dello sviluppo economico, l’Italia si trova al 35° posto (con un punteggio di 40.7 su 100), in una classifica generale che conta un totale di 125 paesi nel mondo. La lista è del Global Innovation Index (Gii) stilato dalla Businness School of the World Insead: per quanto riguarda prodotti innovativi, infrastrutture, istituzioni, capitale umano e ricerca, produttività scientifica, accesso al credito e mercato degli investimenti (le classi analizzate), l’Italia ha ancora molto da lavorare. Se si tralasciano i pochi dati positivi che emergono dal rapporto (come quel sesto posto nella classifica parziale per l’esportazione dei beni ad alto contenuto creativo), la situazione italiana descritta dai numeri del Gii è, infatti, piuttosto preoccupante. Uno dei punti più dolenti del rapporto è quello che riguarda i finanziamenti alla scuola pubblica: 53° posto nella lista specifica, una posizione che fa coppia con il 47° posto del settore ricerca e sviluppo made in Italy (61° è invece il posto guadagnato dalla qualità degli istituti di ricerca).
Anche quando dal settore pubblico si passa a quello privato, i dati non sono più confortanti: le aziende private italiane fanno poca ricerca (sia che la sovvenzionino sia che la portino avanti loro stesse, rispettivamente 37° posto e 32° posto); inoltre, parlano poco con il mondo universitario (63° posto) e riescono poco a far gola a investitori esteri (27° posto).
Ma, senza dubbio, il settore dove l’Italia se la cava peggio è quello delle imprese. Se da una parte siamo veloci nel dare l’avvio a un nuovo business (tredicesimi in classifica), quando si tratta di guadagni e pressione fiscale si finisce agli ultimi posti. Costa troppo avviare un’impresa (86° posto nella lista di Gii) e anche mantenerla in vita (per imposte e profitti scendiamo, infatti, al 119° posto). Chi si comporta bene, secondo il Global Innovation Index? Svizzera, Svezia e Singapore, rispettivamente medaglie d’oro, d’argento e di bronzo nella competizione dell’innovazione e dello sviluppo economico.
(Fonte: A.L. Bonfranceschi, italianvalley.wired.it 05-09-2011)

 
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