Home 2011 12 Agosto
12 Agosto
Riforma della Facoltà di Medicina PDF Stampa E-mail

Il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini e il ministro della Salute Ferruccio Fazio hanno presentato la riforma della facoltà di Medicina. Tante le novità per accorciare i tempi e fare entrare prima i medici nel mondo del lavoro. Per laurearsi in medicina ci vorrà meno tempo, parecchio di meno. E' questo l'obiettivo della riforma della facoltà presentata dal ministro Gelmini e dal ministro della Salute Fazio che consentirà ai giovani medici di entrare prima nel mondo del lavoro adeguando così i tempi a quelli degli altri paesi della Comunità Europea. Ecco cosa cambierà:

- la specializzazione durerà un anno in meno

- ci sarà la possibilità di svolgere il dottorato contemporaneamente alla specializzazione

- il tirocinio che oggi è post laurea si svolgerà all'interno della laurea stessa di Medicina.

''Si tratta di una riforma strutturale che consente l'ingresso dei giovani nel lavoro con grandissimo anticipo immettendoli nel Servizio Sanitario Nazionale, anche se con contratti a termine e ciò ci mette in linea con gli altri paesi industrializzati'' ha spiegato il ministro Fazio mentre Gelmini ha voluto sottolineare che questa misura "non è volta al risparmio economico ma di tempi'' e che “si riusciranno a coniugare due esigenze: il rafforzamento della qualità e il risparmio di tempo da parte degli studenti''.

1- Formazione degli specializzandi

Un anno in meno per le specializzazioni

- La scuola di specializzazione dura un anno in meno. La durata dei corsi di specializzazione viene avvicinata a quella europea: le specialità chirurgiche passano da 6 a 5 anni, quelle mediche da 5 a 4 anni o 3 per alcune aree particolari;

- continua la selezione delle sedi dove sono attivate le scuole di specializzazione, al fine di garantire che solo le sedi effettivamente più qualificate dal punto di vista scientifico possano ospitare le scuole. In 3 anni si è passati da 1.800 a 1.100 scuole;

- saranno definiti, d’intesa con il CUN, ordinamenti delle scuole che prevedano una maggiore partecipazione degli specializzandi all’attività professionale, con un modello 2+2 o 2+3, con una prima metà di formazione più teorica, seguita da seconda metà dedicata all’attività diretta dello specializzando.

2- Dottorato

Possibilità di svolgere il dottorato contemporaneamente alla specializzazione.

Durante la specializzazione sarà consentito, nell’ultimo anno, di svolgere contemporaneamente il dottorato. In questo modo si consente allo specializzando di accorciare ulteriormente il percorso di studi ed entrare nel mondo del lavoro più rapidamente, come accade all’estero e nei migliori sistemi formativi, come quelli anglosassoni.

3- Laurea

Tirocinio valutativo nei 6 anni di laurea

L’intenzione dell’Italia è di confermare la durata di 6 anni del percorso di laurea, mentre il tirocinio valutativo di 3 mesi, che oggi si svolge dopo la laurea, sarà incorporato nella stessa. L’esame di laurea, quindi, inglobando anche l’esame di Stato, permetterebbe di conseguire una laurea abilitante. Questa scelta dovrà avvenire previo confronto in sede europea, in modo da garantire l’uniformità delle scelte del nostro ordinamento con quelle dell’Europa.

Si tratta di un provvedimento che comporta un consistente risparmio di tempo. Oggi, infatti, lo studente che si laurea a febbraio del sesto anno, quindi legalmente in corso, non può concorrere alle prove di ammissione per le scuole di specializzazione che si svolgono a marzo poiché deve ancora svolgere il periodo di tirocinio. Di fatto lo studente perde un intero anno prima di poter partecipare al concorso di specializzazione.
(Fonte: M. Ferrucci, www.studenti.it 28-07-2011)
 
La riforma del percorso di studi in medicina PDF Stampa E-mail

Alcuni commenti.

Per Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO), la riduzione del periodo di studi sarà "un'iniziativa utile, se ben studiata" e ha ricordato l'importanza di intervenire prima di tutto sulle scuole di specializzazione, migliorandone e potenziandone le attività professionalizzanti. Per Luigi Frati, rettore della Sapienza Università di Roma, la riduzione della durata della specializzazione sarà utile per aumentare il numero di posti disponibili nelle scuole (da 5.000 a 6.000) e per ovviare alla carenza di specializzandi. Andrea Lenzi, presidente del CUN, ha evidenziato la necessità di ridefinire gli ordinamenti delle scuole di specializzazione per prevedere una maggiore partecipazione degli specializzandi all'attività professionale (formazione teorica e attività "sul campo"). Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, ha espresso parere favorevole alla riforma, purché non soddisfi solo l'esigenza di avere un maggior numero di laureati nei prossimi anni e ovviare alla futura carenza di medici, già predetta nei mesi scorsi. Pierino Di Silverio, presidente di Federspecializzandi, ritiene che sia più urgente aumentare i fondi alle scuole migliori prima di ridurne la durata e propone l'ipotesi del concorso nazionale per l'accesso alle Scuole di specializzazione, in grado di aumentare la meritocrazia e di premiare il merito non solo dei giovani medici ma anche delle strutture formative.
(Fonte: F. Gentilozzi, www.rivistauniversitas.it 01-08-2011)
 
La riduzione dei tempi complessivi di studio per diventare medici specialisti PDF Stampa E-mail
La riduzione dei tempi complessivi di studio per diventare medici specialisti, oggi tra gli 11 e i 13 anni, annunciata dai Ministri Gelmini e Fazio, è condivisibile fermo restando il riconoscimento europeo dei titoli di laurea e di specializzazione. Bene anche la contestualità dell’esame di stato con la laurea e lo svolgimento dei tre mesi di tirocinio già nel corso degli studi pre-laurea. La proposta, per gli specializzandi, di contratti a termine nei servizi sanitari regionali negli ultimi due anni di corso non deve però trasformare la formazione sul campo in sfruttamento. Ciò che serve è una formazione di qualità anche negli ospedali e nei servizi territoriali che non diventi un’istituzionalizzazione di circa 10.000 medici specializzandi/precari a basso costo per coprire i vuoti di organico dei servizi regionali colpiti da un blocco del turn over. Non vorremmo che gli specializzandi, pronti a imparare nel servizio pubblico con il tutoraggio dei medici ospedalieri e del territorio, si ritrovino da soli a svolgere i turni di guardia e di ambulatorio.
(Fonte: Comunicato stampa FLC e FP CGIL 28-07-2011)
 
L'abilitazione alla professione medica durante il corso di laurea PDF Stampa E-mail
Mentre ci si laurea, si ottiene anche l'abilitazione alla professione medica. E negli stessi anni si compie pure il tirocinio obbligatorio. Se a questo si aggiunge una riduzione del periodo di specializzazione, per tagliare il traguardo della professione medica si risparmieranno almeno due anni. Partirà da queste tre principali modifiche il restyling al percorso di studi universitario delle facoltà di medicina e chirurgia, messo a punto dai ministri dell'istruzione e della salute, rispettivamente Gelmini e Fazio. Un provvedimento nell'aria già da diverse settimane quando, i titolari dei due dicasteri, avevano annunciato una riduzione del corso di studi con l'ipotesi di incorporare nell'ambito dei sei anni anche l'esame di Stato. La strada scelta invece, secondo quanto risulta a Italia0ggi, potrebbe essere quella di effettuare l'esame abilitante contestualmente a quello di laurea così come avviene per alcune professioni sanitarie. In sostanza in sede di esame sarà presente non solo la rappresentanza del corpo accademico ma anche quella del mondo delle professioni. Un provvedimento che se confermato ridurrebbe di un anno il tempo che intercorre tra la laurea e accesso alle scuole di specializzazione. La seconda modifica, invece, andrà a impattare sul tirocinio obbligatorio di tre mesi (un mese in un reparto chirurgico, un mese in un reparto di medicina e un mese presso l'ambulatorio di un medico di base) che sarà effettuato durante i sei anni di studio e non alla conclusione come avvenuto fino ad ora. Novità in arrivo anche per le scuole di specializzazione: l'obiettivo è di portare a quattro anni le specializzazioni che ora sono di cinque, importando il modello europeo e rimanendo così nei suoi limiti. In pratica, dove in Europa le specializzazioni sono inferiori ai cinque anni, lo saranno anche in Italia. Sul taglio ci sarebbe un accordo di massima: quattro anni per le scuole di specializzazione mediche, cinque per quelle chirurgiche. Il tandem Fazio-Gelmini punta anche a prevedere scuole di specializzazione con contratti a termine da parte delle Regioni agli specializzandi, almeno negli ultimi due anni. Un sistema per liberare risorse e consentire di accrescere il numero di specializzandi. L'obiettivo è anche quello di puntare a una maggiore integrazione tra Servizio sanitario nazionale e università nella formazione degli specializzandi.
(Fonte: B. Pacelli, ItaliaOggi 28-07-2011)
 
Laurea abilitante. Intervista al Segretario Nazionale dell'ANAAO (medici ospedalieri) PDF Stampa E-mail
La «laurea abilitante» servirà a velocizzare l'ingresso nella sanità pubblica dei nuovi camici bianchi? «In minima parte. Sicuramente si riducono di 6-7 mesi i tempi dalla laurea ai concorsi di accesso alle scuole di specializzazione, senza le quali non si può lavorare nelle strutture pubbliche. Ma poi qui c'è il vero collo di bottiglia». Intende riferirsi al numero chiuso? «Direi chiusissimo. Oggi lo Stato con soli 700 milioni fa meno di 5.000 contratti di specializzazione. E di questi solo 3.500 sceglieranno di lavorare nel servizio sanitario nazionale. Molti meno dei medici che annualmente lasciano il lavoro. Poi se a questo aggiungiamo che in molte Regioni è in vigore il blocco del turn-over ecco che arriviamo ad avere nei prossimi 9 anni 30 mila medici che mancheranno all'appello. Così rischiamo di mettere in ginocchio la sanità pubblica». Soluzioni? «Blocchi del turn over meno rigidi, trasformare gli ultimi 2 anni di specializzazione in un contratto di lavoro vero e proprio in modo da avere subito disponibili più medici, anche se con tutte le cautele del caso».
 (Fonte: PA. RU. 29-07-2011)
 
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