Home 2011 8 Giugno
8 Giugno
Riduzioni dei corsi di laurea PDF Stampa E-mail
Sempre meno corsi di laurea in Italia, per i tagli dovuti alla razionalizzazione dell'offerta formativa avviata a partire dal 2007 dalle università: nell'anno accademico 2010/2011 sono stati eliminati 384 corsi di laurea, con una diminuzione del 7,8% rispetto all'anno precedente. In totale sono scomparse 170 lauree triennali di primo livello (- 7,1 %) e 214 lauree magistrali o specialistiche (-9,3 %) in un solo anno. E, complessivamente, dal 2007/2008 ad oggi in Italia sono stati tagliati 863 corsi di laurea. I tagli sono cominciati nell'anno accademico 2007-2008 e continuano oggi, come risulta al servizio informazione e comunicazione del consiglio universitario nazionale, il Cun. I corsi di laurea in Italia passano quindi da 4.986 a 4.597: in totale, negli ultimi 4 anni si sono persi 863 corsi di laurea. Nel dettaglio, nell'ultimo anno, sono stati eliminati 170 corsi di laurea triennali che sono passati da 2.411 dell'anno accademico 2009-2010 ai 2.241 attuali (-7,1%). La riduzione più marcata, però, si registra per i bienni di specializzazione, cioè le lauree magistrali, che eliminano 214 corsi e passano da 2.304 corsi di laurea dell'anno 2009-2010 a 2.090 di questo anno (- 9,3 %). Analizzando i dati degli ultimi quattro anni si osserva che si è passati da 2.782 lauree triennali a 2.241 (-19,4 %, tagliati 541 corsi) e da 2.401 lauree magistrali o specialistiche a 2.090 (-13 %, persi 311 corsi). Lo sfoltimento più evidente è stato registrato tra le università statali che hanno eliminato l'8,9% dei corsi di laurea (-379), a fronte di una riduzione del 4,4% di quelle private. Opposto il trend degli atenei non statali promossi da enti pubblici (Aosta, Bolzano ed Enna) che hanno aumentato l'offerta del 7,5%. Dal punto di vista territoriale la sforbiciata più pesante si è verificata nel Mezzogiorno, con 1'11,7% di riduzioni nell'ultimo anno. A seguire le Isole (-8,9%), il Nord-est (-8,9%), il Nord-ovest (-7 %) e il Centro (- 6,8%).
(Fonte: TMNews 26-05-2011)
 
Risorse per la ricerca industriale dal PON (Programma Operativo Nazionale) ricerca e competitività 2007-2013 dell'Unione Europea PDF Stampa E-mail
Il ministero dell'Istruzione è riuscito a impegnare, entro la dead line del 31 maggio, le risorse contrattate con Bruxelles per quest'anno. Sono stati individuati i 146 progetti di ricerca industriale, presentati dalle imprese in sinergia con enti e università, che si divideranno gli 1,1 miliardi di euro già stanziati. Un miliardo andrà al Mezzogiorno, con un impatto medio sul Pil di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia dello 0,24%; i restanti 100 milioni saranno dirottati verso il Centro-nord. Le risorse provengono quasi interamente dal Programma operativo nazionale (Pon) Ricerca e Competitività 2007-2013 dell'Unione europea, destinato alle «regioni della convergenza» e gestito in parte dallo Sviluppo economico e in parte dal Miur.
(Fonte: E. Bruno, Il Sole 24 Ore 03-06-2011)
 
Le università europee e americane nel rapporto annuale ISTAT PDF Stampa E-mail

Le università europee vengono superate, sul fronte dell'attrattività, da quelle americane e incalzate da quelle asiatiche. E' quanto emerge dal ''Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010'' diffuso oggi dall'Istat. L'istituto di statistica, in un focus del rapporto, riporta due classificazioni ''scelte in base all'accreditamento internazionale e alla ricchezza di indicatori che vengono forniti in aggiunta al rating sintetico'': l'Academic Ranking of World Universities (Arwu) della Shangai Hiao Tong University in Cina che adotta criteri legati alla performance nella ricerca e il Qs World University Rankings (Wur) del Times Higher Education: un indicatore sintetico dell'attratti vita' delle università.

Secondo l'Arwu 2010 l'Europa risulta avere il maggior numero di università tra le prime 500, ma il risultato cambia quando si restringe il cerchio alle prime 200: in questo caso prevalgono largamente le università americane e se si considerano le prime 100, il divario tra l'America e l'Europa si amplia ulteriormente (58 contro 33%). Infine, se si guarda alle prime 20 università del mondo, l'85% sono americane e solo il 10% europee. Tra le prime 100, 75 sono distribuite fra quattro paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Germania. Per vedere apparire l'Italia bisogna allargare la classifica alle prime 200, dove figura con il 2%, dietro la Francia (3,5%) e la Germania (7%).

Passando all'indicatore Qs Wue, il 67% delle migliori università e' distribuito negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la Germania e la Francia hanno ciascuna tre università tra le prime 100 nel mondo mentre l'Italia non appare per nulla. Per vedere comparire gli atenei del Belpaese bisogna allargare il ranking alle 300 migliori posizioni, dove l'Italia e' presente con cinque università, ma dopo la Francia, con 13, e la Germania, con 22.
(Fonte: ASCA 23-05-2011)
 
Nelle discipline umanistiche tra le prime 200 nel mondo 7 italiane: Bologna e La Sapienza le migliori PDF Stampa E-mail

In cima alla classifica ci sono le solite Harvard, Berkeley, Oxford e Cambridge, che mantengono inalterata la loro fama di università al top. Ma nel campo delle discipline umanistiche anche l’Italia non sfigura a livello internazionale, piazzando 7 atenei fra i primi 200 al mondo, con Bologna che fa la parte del leone e la Sapienza che le sta alle calcagna. Sono i risultati della classifica stilata da Qs, Quacquarelli Symonds, società che dal 2004 pubblica i ranking degli atenei migliori. Per la prima volta Qs ha scandagliato le scienze umanistiche. Bologna è 42esima al mondo per le Lingue moderne (la prima è Harvard) e 48esima per la Storia (primeggia Harvard). La certificazione arriva dal mondo accademico e dalle imprese: Qs ha dato peso soprattutto al giudizio dei professori. Ne sono stati sentiti 15.000, ognuno poteva citare le università al top, fatta eccezione per la propria. In seconda battuta ha pesato il giudizio delle aziende: hanno segnalato le università che preparano i migliori. Infine si è tenuto conto della ricerca, ma solo per Storia, Geografia, Filosofia e Linguistica.

Nell’area della Filosofia l’ateneo al top in Italia è quello di Padova, fra i primi 150 al mondo. Fra i primi 200 c’è l’università Cattolica del Sacro Cuore. Per le Lingue Moderne dopo Bologna c’è La Sapienza di Roma, seguono Padova e Pisa a pari merito, poi c’è l’ateneo di Firenze. Per la Geografia Firenze e Bologna garantiscono la stessa qualità: sono fra i primi 150 atenei al mondo. La Sapienza è fra i primi 200. In Storia primeggia Bologna (48esima), segue La Sapienza (fra le prime 100 università), e Siena (fra le prime 150). Per la Linguistica si piazza solo Padova nelle prime 100 posizioni.

«Bologna conferma la propria reputazione», spiega Ben Sowter, responsabile della divisione ricerca di Qs che parla di un risultato di «tutto rispetto» per l’Italia. Ma «la tradizione culturale italiana risente della competizione con università di paesi dove la lingua è l’inglese. Inoltre, anche se le scienze umanistiche non producono molta ricerca, per molte altre discipline questa è un aspetto fondamentale dell’attività universitaria e in Italia non è sufficientemente finanziata sia a livello pubblico che privato».

Un commento del rettore de La Sapienza intervistato dal Messaggero che osserva: Bologna batte spesso la Sapienza. Eppure voi siete l’ateneo più grande e importante d’Europa. Risposta: «Queste classifiche si basano molto sulla fama degli atenei e quello bolognese ha avuto un trampolino di lancio forte con i festeggiamenti dei suoi 900 anni di storia. Inoltre è a Bologna che è stato avviato il processo per armonizzare i sistemi universitari d’Europa, il cosiddetto Bologna Process, e anche questo ha contribuito a rendere più nota l’università. Detto ciò, comunque, nel loro come nel nostro caso, la fama ha riscontro nell’effettiva qualità dell’ateneo».
(Fonte: Il Messaggero 02-06-2011)
 
Bella ricerca oncologica due università italiane tra le top-30 secondo Nature Medicine PDF Stampa E-mail
Dall'eminente Nature Medicine, che ha recentemente pubblicato la classifica delle pubblicazioni più citate nel triennio 2008-2010 nell'ambito della ricerca sul cancro basata sul database Scopus, leader nel settore, si apprende che due ricerche interamente made in Italy, nate e condotte a Milano e Candiolo (Torino), figurano fra le top-30. Il parametro di giudizio adottato è quello del numero di citazioni, che consente di valutare quali ricerche si siano dimostrate più fertili, quindi già entrate nella pratica clinica o comunque più utilizzate da altri ricercatori come base di partenza per nuovi studi. “Grazie alla collaborazione iniziata cinque anni fa tra il nostro ospedale e l'Ircc (Istituto per la ricerca e la cura del cancro) di Candiolo - spiega Salvatore Siena, direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, dove la ricerca è stata condotta -, sono stati identificati dei biomarcatori utili a guidare la terapia del tumore del colon. In pratica, in collaborazione con il gruppo di Alberto Bardelli del laboratorio di Oncogenomica di Candiolo, abbiamo identificato come alcune alterazioni molecolari presenti nel genoma del tumore permettono di predire la risposta ai farmaci di ultima generazione”.
(Fonte: lobbyinnovazione.it 18-05-2011)
 
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