Home 2011 28 Marzo
28 Marzo
In Germania tagli e ritardi nelle borse di studio per studenti PDF Stampa E-mail
Il Governo federale ha annunciato l'eliminazione dei sussidi straordinari di cui godono gli studenti che usufruiscono del programma di borse di studio federale BAFöG, programma che si basa per metà su prestito e per metà su borse di studio. Fino ad ora, infatti, gli studenti che avevano ottenuto buoni risultati godevano di riduzioni sostanziali della parte di BAFöG erogata in forma di prestito da rimborsare. In base a tale manovra, il Governo federale si aspetta di risparmiare oltre 12 milioni di euro sull'istruzione. Inoltre il Deutschland-Stipendium, iniziativa lanciata ufficialmente allo scopo di sostenere fino a 10.000 studenti meritevoli con una borsa mensile di 300 euro, versa in una fase di stallo. Il programma sta incontrando molte difficoltà nel coinvolgere università e imprese nel finanziamento delle borse mensili. Il progetto originale prevedeva che i governi degli stati federali avrebbero partecipato come co-finanziatori, ma a causa degli strascichi della crisi finanziaria questi hanno avuto grandi difficoltà per riuscire a reperire i fondi necessari. A inizio 2011 solo una manciata di società e fondazioni ha aderito al programma. Rimane fisso l'obiettivo di coinvolgere nel programma circa 160.000 studenti (l'8% del totale): il raggiungimento di questo obiettivo è stato posticipato dalla fine del 2013 a un periodo che varia dagli otto ai dieci anni dalla sua introduzione (quindi entro il 2020).
(Fonte: D. Gentilozzi, Universitas 11-03-2011)
 
Borse intraeuropee "Marie Curie" per ricercatori esperti PDF Stampa E-mail
Il Programma specifico "People", parte del Settimo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (7PQ), mette a disposizione quasi 200.000 euro per borse intraeuropee Marie Curie per lo sviluppo alla carriera (IEF); borse internazionali Marie Curie per i ricercatori provenienti dall'estero (IIF) e borse internazionali Marie Curie per ricercatori che si recano all'estero (IOF). La scadenza per la presentazione delle candidature per tutti e tre gli inviti è l'11 agosto 2011. L'azione IEF punta a sostenere lo sviluppo della carriera dei ricercatori, a favorire la ripresa di coloro i quali hanno dovuto interrompere la carriera e mira a finanziare la formazione avanzata e la mobilità transnazionale per un periodo di 12-24 mesi. Il budget a disposizione è pari a 109.850.000 euro. L'azione IIF punta a rafforzare l'eccellenza scientifica degli Stati Ue e dei paesi associati attraverso la condivisione di conoscenze con i migliori ricercatori di Paesi terzi dando loro la possibilità di lavorare a un progetto di ricerca in Europa. Il budget è di 40.000 euro. L'azione IOF intende rafforzare la dimensione internazionale della carriera dei ricercatori europei dando loro la possibilità di essere formati presso un'organizzazione di eccellenza di paesi terzi con l'obbligo di reintegrazione in un’organizzazione di un paese Ue. Anche in questo caso il budget è di 40.000 euro. La documentazione per la presentazione di un progetto è disponibile nel sito ufficiale della Commissione europea.
(Fonte: Il Sole 24 Ore 23-03-2011)
 
In Toscana l’università funziona in 19 comuni PDF Stampa E-mail
Le minori risorse derivanti dai tagli lineari obbligano gli amministratori locali, a rivisitare le attività da loro gestite. Un esercizio che fa emergere aree di spesa facile e di sprechi genericamente denunciati ma che finora nessuno ha specificamente intaccato. In Toscana, per esempio, l'assessore ha segnalato che nel Granducato l’università funziona addirittura in 19 Comuni, i corsi di laurea in 8 anni sono cresciuti del 231%, il 60% dei corsi ha meno di 15 studenti, l’'80% dei corsi specialistici è frequentato da meno di 10 giovani. Nonostante l'abbondante e diffusa offerta didattica, il tasso di abbandono al primo anno è del 18%, al secondo anno del 25%, col risultato finale che gli attuali abbandoni superano del 5% quelli che si registravano prima della riforma Berlinguer (2000). In conclusione senza la politica dei tagli lineari non si produrrebbero effetti significativi di risanamento nella spesa pubblica. Stranamente si contestano le strategie che combattono gli sprechi e non coloro che, per anni, li hanno alimentati ignorando il bene comune e favorendo interessi personali o di gruppo.
(Fonte: E. Martinelli, QN 07-03-2011)
 
In Italia 14 Facoltà di Medicina Veterinaria delle 69 dell’intera Europa allargata PDF Stampa E-mail
In Italia ci sono 27.537 medici veterinari, il 32,9 % in più negli ultimi 10 anni, 20.000 sono liberi professionisti e il 40% di questi ha un reddito pari a zero. E non si tratta di disoccupazione. «Sono perlopiù giovani che lavorano quasi a titolo gratuito — spiega Angelo Troi, segretario nazionale del sindacato italiano veterinari liberi professionisti (Sivelp) —. Il reddito medio dei medici veterinari di un'età compresa tra i 25 e 34 anni è pari a 800 euro il mese. Mentre, il reddito medio dei medici veterinari non raggiunge i 15.000 euro annui. E tra i redditi più bassi dei neolaureati». E così capita che siano sempre più frequenti i casi di 40enni che, dopo un lungo percorso formativo, lavorano nel team di una clinica veterinaria con uno stipendio di 1.000 euro il mese. E dopo avere dovuto aprire la partita Iva e pagando su quei mille euro anche tutti gli oneri fiscali. «Ma il vero nodo all'origine di simili, profondi disagi — secondo il Sivelp — sembra essere quello dell'affollamento, se è vero che ogni anno in Italia si laureano in medicina veterinaria circa 1.200 giovani che coprirebbero il fabbisogno dell’Italia per un decennio. «Basta confrontare i nostri numeri con quelli del resto d'Europa — osserva Troi. - In Italia abbiamo 14 delle 69 facoltà dell'intera Europa allargata: in Germania ce ne sono cinque, in Francia quattro e in Inghilterra sei. E da noi si susseguono ancora i tentativi di aprire nuove facoltà o di creare corsi paralleli per i quali non ci sono sbocchi professionali».
(Fonte: I. Trovato, Corriere Economia 07-03-2011)
 
Integrate dalla regione le strutture didattiche della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’università di Sassari PDF Stampa E-mail
La Giunta regionale ha concesso in comodato d’uso gratuito (per trent’anni) alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari una parte dei vasti terreni della Crucca per realizzare una nuova azienda zootecnica didattica. Un accordo necessario per salvare la facoltà dal rischio di chiusura: prima di quest’accordo, non avendo alcune strutture indispensabili per assicurare un adeguato livello didattico, come ad esempio il mattatoio e l'azienda zootecnica, la facoltà sassarese non poteva ottenere l'accreditamento dell’EAEVE (European Association of classe dirigente of Veterìnary Education), una certificazione di qualità fondamentale per la sopravvivenza del corso. La facoltà di Sassari è l’unica polo medico veterinario universitario dell’isola. Opera a livello da oltre ottant’anni durante i quali hanno sempre assicurato lo studio e un futuro a migliaia di giovani sardi che hanno voluto fare della medicina veterinaria la loro professione. «Gli oltre sessanta ettari che grazie all’intervento dell’Esecutivo regionale potranno ora essere a disposizione della facoltà, offriranno di certo nuove opportunità per garantire ai professionisti del futuro una formazione sempre più qualificata e uniformata agli standard richiesti dall’Unione Europea», ha detto l’assessore Lassù.
(Fonte: M. Spana, Sassari Notizie 07-03-2011)
 
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