Home 2011 28 Marzo
28 Marzo
In calo l’occupazione post laurea PDF Stampa E-mail

Sia che si esca con la "triennale", sia che lo si faccia con la specialistica, i senza lavoro continuano ad aumentare (v. Tabella). Oggi, il 16,2 per cento dei laureati "brevi" è disoccupato a un anno dal conseguimento del titolo di studio. Nel 2008 erano l'11 per cento. Dalla specialistica non arrivano numero migliori. L'involuzione, semmai, è ancora più accentuata: i disoccupati quest'anno sono il 17,7 per cento (erano  il 10,8 per cento). Certo è che comunque i laureati nel tempo dimostrano performance migliori dei diplomati. Durante l'intera vita lavorativa, hanno un tasso di occupazione superiore di undici punti percentuali a quella dei diplomati che, senza dubbio, stanno pagando più dolorosamente la crisi. Ad ogni modo, dice l'indagine, diminuisce anche la quota dei laureati che risultano impiegati cinque anni dopo aver conseguito il titolo. In questo caso il campione osservato è quello dei laureati pre-riforma. Tra il 2005 e il 2010 la contrazione è di quasi cinque punti percentuali. Cinque anni fa erano il 90,3 per cento quelli che erano riusciti a trovare impiego. Oggi sono l'85,6 per cento. A tre anni dalla laurea, il 75 per cento dei laureati con la specialistica ha un impiego mentre il 13 per cento è ancora senza e ne sta cercando uno. Tra le diverse facoltà le disparità sono evidenti e indicative, semmai ce ne fosse ancora bisogno, della diversa accoglienza che il mercato dà loro a seconda dei percorsi di studio. I picchi interessano, oltre a chi esce dal percorso medico e professioni sanitarie (98 per cento), i laureati del gruppo economico-statistico, di architettura (entrambi quasi 86 per cento) e quelli di ingegneria (84,7 per cento). All'estremo opposto, i laureati nel gruppo geo-biologico (47,1 per cento), chimico-farmaceutico (48,5 per cento), giuridico (50,2 per cento) e scientifico (62,3 per cento). Ancora più incertezza. Il peggioramento delle condizioni contrattuali dei primi impieghi è comunque costante. I contratti atipici oggi interessano più di quattro laureati "brevi" su dieci. Allo stesso tempo i rapporti di lavoro stabili sono passati dal 50,7 per cento al 46,2. Peggiori sono anche le performance, a un anno dalla laurea, di chi consegue la specialistica. Quest'anno hanno un contratto atipico il 46,4 per cento (erano il 41,4 nel 2008) mentre solo il 35 per cento è riuscito a strappare un contratto stabile. Per chi è uscito dagli atenei cinque anni fa, dato questo che riguarda in particolare i laureati pre-riforma, la stabilità dell'occupazione coinvolge il 71 per cento dei casi.
(Fonte: La Repubblica 08-03-2011)


Tabella. Tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea  (2007-2008-2009) (Fonte: La Repubblica  08-03-2011)

 
Laureati e occupazione in Lombardia PDF Stampa E-mail

In Lombardia a un anno dal conseguimento del titolo lavora il 42% dei laureati triennali (mentre il 45% studia, in genere nella laurea magistrale successiva), con una percentuale di disoccupati a quota 8,3, mentre cinque studenti su 100 sarebbero fuori dalla formazione e dalla ricerca ma perché, spesso, impegnati in stage gratuiti. A fornirli è un'anticipazione del Rapporto Stella, rilevazione annuale sul profilo dei neo-dottori degli atenei lombardi, curata dal Cilea, Consorzio interuniversitario lombardo per l'elaborazione automatica. Si tratta di una rilevazione su oltre 12.228 laureati triennali e 6.210 dottori specialistici, dell'anno 2009. Non ci sono i dati di Bocconi, Politecnico, che non aderiscono al progetto, di Iulm e Cattolica. Gli ultimi due atenei, in genere, apportano i loro dati successivamente. In generale, le statistiche mancanti, visti gli ottimi tassi di occupazione delle università in questione, con tutta probabilità, consentiranno di rivedere al rialzo queste percentuali.

Il salario medio mensile netto di oltre la metà di questi neodottori si aggira fra 1.000 e 1250 euro (25,3% dei laureati) e fra 1251 e 1.500 (25,4). Spostandosi sui laureati «+2», si registrano, mediamente, dati migliori: 61,2 studenti lavorano a un anno dalla laurea, 12,4 sono ancora in formazione e 14,4 sono fuori anche da quest'ultima ma spesso inseriti in stage gratuiti. Quanto alle retribuzioni, i laureati magistrali si trovano, per oltre la metà, nella fascia fra 1.000 e 1.500 euro mensili. Un dato simile a quello dei loro colleghi triennali anche se, come mostrano altri rapporti nazionali, in genere, le retribuzioni migliorano avanzando nella carriera.
(Fonte: G. Cerri, ItaliaOggi 23-03-2011)
 
L'ateneo retribuisce l’insegnamento dei ricercatori TI e definisce la carriera dei ricercatori TD PDF Stampa E-mail

I ricercatori TI da anni tengono corsi, anche fondamentali, senza percepire un euro. L’Alma mater ha deciso ora di retribuire questi insegnamenti, entro le 60 ore, con un compenso massimo di 1.200 euro lordi a corso. La novità coinvolgerà di fatto tutti i 1.237 ricercatori TI e costerà all'Alma Mater quasi 1,5 milioni di euro, attinti dal fondo di riserva.

Dalla legge Gelmini discendono anche le due nuove figure di ricercatore TD, che la legge chiama a e b, mentre l'Alma Mater ha deciso di definirle junior e senior. Lo junior avrà un contratto di 3 anni, rinnovabile una sola volta di 2. Il senior avrà un contratto di 3 anni e una corsia preferenziale per diventare associato, se nel frattempo avrà ottenuto l'idoneità nazionale. Stesso diritto per i ricercatori TI per i prossimi sei anni. «Per i senior dovrà essere messo a bilancio non solo lo 0,50 di punto per il ricercatore ma anche lo 0,20 per chiamarlo come professore associato», sottolinea il rettore Dionigi. Lo junior potrà tenere un corso, il senior ne avrà l'obbligo.
(Fonte: M. Amaduzzi, Corriere di Bologna 17-03-2011)
 
Il Rettore parla ai nuovi Professori Emeriti PDF Stampa E-mail
Il rettore dell’Alma Mater Ivano Dionigi parla in aula magna in occasione della consegna a quindici nuovi professori emeriti, compreso l'ex rettore Pier Ugo Calzolari, del riconoscimento alla carriera: "A voi è stato possibile creare una scuola, essere dei maestri, mettere in cattedra degli allievi. Avevate, anzi, avevamo certezza del futuro". Ma ora, incalza il rettore, l'università è cambiata: risorse per la ricerca "drasticamente e scandalosamente ridotte", accorciate o azzerate le speranze di carriera, vie del futuro ridotte non solo per i giovani ricercatori, ma anche per gli studenti; assenza di una politica reale per il diritto allo studio. E li congeda con una chiamata alle armi, che non riguarda solo loro. "Per lasciare un’università migliore ci vogliono fatica e pazienza, passione e disinteresse". La platea è composta di accademici della vecchia guardia, presidi ma anche parenti, molta commozione. "Perché di quel grande capitale che è la nostra Alma Mater – continua Dionigi - voi detenete le azioni; voi come i vostri maestri". Per Dionigi, passione e disinteresse, sguardo ai giovani senza lavoro "non vanno più di moda in un Paese che ormai da vent'anni declina solo la parola diritti e mai doveri; in un Paese che rincorre gli interessi delle singole corporazioni; insensibile ai valori, che non rispetta le leggi, che non si sente Stato, che non tende al bene comune. In una parola, non dà spazio ai migliori perché non crede al merito, ai giovani, all'articolo 34 della Costituzione". Insomma, a un'università che non c'è più, piccolo mondo antico, ne va sostituita un'altra. Quella che non è "né di chi la governa né di chi ci lavora, ma delle famiglie e del Paese", lontana da "ogni logica di parte e privatistica, e dalla brutta politica". L'università che può venire solo dalla "nostra riflessione libera e dalla nostra bella storia".
(Fonte: La Repubblica.it Bologna 10-03-2011)
 
Il nuovo Tecnopolo di Bologna PDF Stampa E-mail
Per una volta sono arrivati prima i cervelli dei mattoni. Prima del 2013 non sarà completata la prima parte dei lavori all’ex Manifattura tabacchi per ospitare il nuovo Tecnopolo di Bologna. Nel frattempo però i laboratori di ricerca dell’Università’ di Bologna, Enea, Cnr e T3lab (consorzio misto tra Ateneo e Unindustria) sono già partiti nelle loro singole sedi. Sono 227 i nuovi giovani ricercatori assunti nell’ambito del progetto Tecnopolo, tutti contratti triennali. Per loro sono stati investiti 54 milioni di euro, cui se ne aggiungono altri 23 per le attrezzature. L’Ateneo di Bologna attiverà laboratori su meccanica, scienza dei materiali, energia, ambiente e scienze della vita, organizzati nei neonati Centri interdipartimentali di ricerca industriale (CIRI). L’Università ha investito nel Tecnopolo 21 milioni di euro di risorse proprie più altri 21 in co-finanziamento, di cui il 60% speso per assumere 123 nuovi ricercatori (a tempo determinato, con assegni di ricerca o anche come collaboratori a progetto), cui si affiancano altri 320 già strutturati. L’Enea, che ha investito 10 milioni di euro (la metà in co-finanziamento) e ha assunto 30 nuovi ricercatori (più altri 53 già strutturati), realizzerà invece quattro laboratori su ambiente, efficienza energetica, virtualizzazione dei processi per reti di imprese e analisi sui materiali.
(Fonte: Il Resto del Carlino 09-03-2011)
 
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