Home 2011 28 Marzo
28 Marzo
Il complesso avvio della riforma PDF Stampa E-mail

Il risultato di far partire davvero la riforma Gelmini in autunno non è scontato, vista la complessità di una riforma che cambia l'organizzazione e i meccanismi accademici e che chiede 47 provvedimenti attuativi, oltre alla riscrittura degli statuti nei singoli atenei.

Abilitazione nazionale. Finora è approdato sulla «Gazzetta Ufficiale» un solo decreto, quello che istituisce l'abilitazione nazionale, ma il cantiere è attivo e

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La riforma non stravolge l’assetto dell’università PDF Stampa E-mail
La riforma non è la panacea dei mali dell'Università e non è neppure una riforma che stravolge l'assetto dell'Università. Non abolisce il valore legale del titolo di studio. Non obbliga i professori a dedicare almeno 120 ore all'anno alla docenza. Non fa cadere il vincolo che impedisce alle Università di determinare liberamente le proprie rette.
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Decreti e regolamenti da emanare per avviare la riforma PDF Stampa E-mail

La nuova legge sull’Università entrata in vigore il 29-01-2011, richiede, per l’applicazione, l’emanazione dei seguenti decreti e/o regolamenti:

1) da parte del Governo: un regolamento entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della

legge (come da art. 8);

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Ritardi e blocchi sulla via della riforma PDF Stampa E-mail
Il nuovo ciclo del dottorato di ricerca non può essere avviato perché occorrerebbe un decreto ministeriale, su proposta dell'Anvur, che è ancora lontana dall'essere operativa. Con la riforma tutte le borse di studio post-laurea sono state abolite, ad eccezione degli assegni di ricerca, ma i nuovi assegni sono bloccati perché occorre un DM che ne fissi l'importo minimo. Gli assegnisti, va ricordato, nelle università italiane sono 16 mila.
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Governance con esterni nei CDA PDF Stampa E-mail
La riforma Gelmini prevede un numero minimo di rappresentanti esterni nei CDA delle università. In realtà è questa un’esperienza largamente diffusa nelle università europee e una buona governance fondata anche sulla presenza di membri esterni nell’organo collegiale di governo incide positivamente sugli indici di performance degli atenei. In molte università italiane la prassi delle nomine esterne è poi già conosciuta, senza che in verità ne siano conseguiti straordinari risultati.
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