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23 Dicembre
Governance e qualità nel sistema universitario: il laboratorio "CAF (Common Assessment Framework) università” PDF Stampa E-mail

(documento della Fondazione CRUI, del MIUR e del Governo italiano)

Premessa
La Pubblica Amministrazione (PA) è sempre di più interessata da numerose riforme per costruire un'amministrazione che funzioni meglio, costi meno e sia orientata al servizio della collettività e delle imprese.

Già da diversi anni, il Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP) sta portando avanti, in molti casi anche operativamente, azioni e interventi per diffondere e sviluppare strumenti e metodologie innovative per la valutazione della qualità delle performance delle amministrazioni e la realizzazione di processi di cambiamento e miglioramento organizzativo.

A livello europeo il tema del Total Quality Management (TQM) è particolarmente sentito e i sistemi della certificazione della qualità lasciano sempre più il passo a sistemi di valutazione più strutturati e consapevoli che consentano ai vertici politici e amministrativi delle organizzazioni pubbliche una presa di coscienza rispetto ai propri punti di debolezza e rispetto alle soluzioni da individuare. In particolare, nell'ambito della cooperazione informale delle funzioni pubbliche dell'UE, dal 2000 sono in corso attività, cui partecipa il DFP per l'Italia, per promuovere l'autovalutazione delle performance secondo i principi del TQM attraverso il modello europeo Common Assessment Framework (CAF), divenuto con il tempo strumento di riferimento per le amministrazioni pubbliche dell'UE.

In ambito nazionale diversi sono stati le iniziative, trasversali e settoriali, realizzate dal DFP in collaborazione con il Formez per diffondere l'utilizzo del modello: il progetto Percorsi di qualità; il Premio Qualità per la Pubblica Amministrazione -giunto quest'anno alla sua terza edizione -; il Piano nazionale per la qualità, con interventi che hanno riguardato i settori della scuola e della giustizia e, infine, iniziative specifiche per le regioni dell’obiettiva convergenza.

Tali attività, volte a sperimentare percorsi di assistenza tecnica, produrre know-how e strumenti di supporto, formare dirigenti e funzionari pubblici, hanno consentito, da un lato di diffondere la conoscenza e l'utilizzo del CAF e, dall'altro, di elaborare a livello nazionale versioni personalizzate del modello per i settori della scuola e della giustizia.

Gli Atenei italiani hanno in varie forme già avviati progetti e percorsi di qualità, che costituiscono un capitale estremamente ampio e diversificato di competenze da utilizzare:

• Nell'ambito della didattica e della formazione, con le esperienze del CNVSU1, della Fondazione CRUI2 e dei più recenti indirizzi Ministeriali;

• Nell’ambito della ricerca, con il VTR3 (2001-2003) e il VQR4 (2004-2008) del CIVR5;

• Nell'ambito della valutazione dei servizi, con alcune sperimentazioni del CNVSU e della Fondazione CRUI.

Il CAF, inoltre, è già stato utilizzato da alcune strutture universitarie sia a livello d’intera amministrazione, sia a livello di singole aree, per attività di autovalutazione interna e/o partecipazione al Premio Qualità della Pubblica Amministrazione. Tra gli Atenei che hanno già effettuato sperimentazioni si possono ricordare: l'Università di Bologna, l'Università di Macerata, l'Università Politecnica delle Marche, l'Università di Roma "La Sapienza", la LUMSA, il Politecnico di Milano.

Le ultime iniziative di riforma della Pubblica Amministrazione promosse con l'emanazione del Decreto legislativo 150/2009 e l'impatto che tale legge genera sui processi di governance e valutazione delle pubbliche amministrazioni, rafforzano le prospettive di utilizzo di un modello come il CAF, che si distingue per le sue potenzialità di strumento di governance a 3600 per la pubblica amministrazione europea e per la capacità di associare sistemi d’indicatori strutturati e personalizzati per le diverse aree della PA.

E' in questo contesto che s’inserisce la collaborazione tra Fondazione CRUI, DFP e MIUR per promuovere, anche con il supporto del Centro risorse, nazionale CAF, un progetto di sperimentazione del modello CAF quale strumento di valutazione delle prestazioni e di governante delle strutture universitarie anche ai sensi del Dlgs 150/2009. Per la gestione del progetto è stata costituita una Cabina di Regia alla quale partecipano rappresentanti delle diverse parti interessate (MIUR, Fondazione CRUI, DFP, Civit, Centro risorse nazionale CAF, Coordinamento dei Nuclei di Valutazione) con il compito di coordinare le attività di un Laboratorio "CAF Università" che ha la finalità di testare e validare la personalizzazione del modello sviluppata da un Gruppo di Lavoro attivato nel 2009 presso la Fondazione CRUI.

Le università che aderiscono al Laboratorio hanno l'opportunità di approfondire la conoscenza del modello CAF e apprendere la metodologia e il processo di autovalutazione e di progettazione del miglioramento attraverso un percorso guidato di applicazione del "CAF Università".

Gli obiettivi del Laboratorio
Gli obiettivi principali possono così essere sintetizzati:

• Raccogliere input dai partecipanti per correttivi/puntualizzazioni da apportare al modello CAF personalizzato, ai materiali di supporto e al processo di accompagnamento;

• Approfondire il modello CAF soprattutto relativamente agli aspetti su cui si è focalizzata la personalizzazione;

• Mettere a punto un set d’indicatori specifici validi e condivisi per il settore universitario che possa fungere da base per l'attivazione di processi di misurazione delle performance così come previsti dal decreto legislativo 150/2009.

Le attività del Laboratorio
Le attività del Laboratorio, che saranno organizzate e gestite dalla Fondazione CRUI con il supporto del Centro risorse nazionali CAF, prevedono:

• l'analisi del modello CAF personalizzato e la definizione dei materiali di supporto;

• il supporto tecnico all'applicazione, del CAF personalizzato alle strutture delle Università partecipanti (Amministrazione Centrale, Settori dell'Amministrazione Centrale, Dipartimenti e altre strutture periferiche);

• l'elaborazione, da parte delle strutture universitarie partecipanti, di un rapporto di autovalutazione, corredato da un'analisi e da una lettura critica dei risultati emersi;

• l'elaborazione di indicatori specifici, a integrazione del modello, da utilizzare per le attività di misurazione e il benchmarking;

• la definitiva messa a punto del "CAF Università" sulla base delle indicazioni raccolte in sede di laboratorio e dei risultati della sperimentazione.

Durata del Laboratorio
Sono previsti 6 incontri in presenza (organizzati presso la sede della Fondazione CRUI a Roma) e attività di lavoro on the job assistito a distanza attraverso un'apposita area di lavoro riservata del Centro risorse CAF, accessibile dal Portale PAQ del DFP (www.qualitapa.gov.it). Tutte le attività saranno realizzate nel periodo ottobre 2010/gennaio 2011.

Programma attività del Laboratorio Saranno organizzati due gruppi di lavoro, ciascun gruppo sarà coordinato da un membro della Cabina di Regia, che sarà supportato da un esperto CAF, un esperto delle attività amministrative universitarie, un esperto delle attività dei nuclei di valutazione e un funzionario della Fondazione CRUI.

Un gruppo di lavoro sperimenterà il Modello sull'intera organizzazione, mentre un altro gruppo sperimenterà il Modello su parte dell'organizzazione (es. Facoltà).

Alle amministrazioni partecipanti è richiesto il seguente impegno:

• nel mese di ottobre 2 incontri in presenza + lavoro on the job e a distanza:

o 13 ottobre

o 26 ottobre

• nel mese di novembre 2 incontri in presenza + lavoro on the job e a distanza:

o 9 novembre

o 23 novembre

• nel mese di dicembre lavoro on the job e a distanza + 1 incontro in presenza con verifica finale:

o 14 dicembre

• un seminario conclusivo nel mese di gennaio 2011.

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1 Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario

2 Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

3 Valutazione Triennale della Ricerca

4 Valutazione Quinquennale della Ricerca

5 Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca
 
MAE-MIUR. Progetti di ricerca di grande rilevanza PDF Stampa E-mail

MAE-MIUR - Bando L. 401/90 Finanziamento di progetti di Grande Rilevanza inseriti in Programmi Esecutivi bilaterali – Anno 2011 Scadenza: 20 Gennaio 2011.

Il Ministero degli Esteri (MAE), d’intesa col Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha pubblicato il bando per la richiesta di contributi ai sensi della legge 401/90, per il finanziamento dei progetti di ricerca di base scientifici e tecnologici di Grande Rilevanza che siano stati inseriti nei Programmi/Protocolli Esecutivi bilaterali vigenti per il 2011. I progetti selezionati sono specificatamente indicati nella lista dei “Progetti di Grande Rilevanza” allegata al Programma Esecutivo stesso. L’elenco completo dei Programmi Esecutivi vigenti, dove poter verificare l’inserimento o meno del proprio progetto di Grande Rilevanza, è consultabile on-line all’indirizzo:

http://www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Cultura/CooperScientificaTecnologica/ProgrammiEsecutivi/ElencoProgrammiEsecutivi.htm
 
Riforma Gelmini: 23-12-2010. Giornata conclusiva. Approvato il DDL PDF Stampa E-mail

Giornata conclusiva per il ddl di riordino dell'università. Il voto finale del Senato (161 voti a favore, 98 contrari e 6 astenuti) è avvenuto questo pomeriggio intorno alle 17, dopo che ieri il presidente Renato Schifani ha convinto maggioranza e opposizione a stringere un'intesa che consentisse alla minoranza di poter illustrare i propri emendamenti (anche se il tempo a disposizione era ormai esaurito) e alla coalizione di governo di poter varare il provvedimento in tempi certi e senza ostruzionismi.
http://www.unifi.it/uspur/upload/sub/D_d_l_%20Gelmini_licenziato_dalla_Camera%20_AS_1905_b_30_11_10.pdf

 
Riforma Gelmini: rischio di attuazione parziale PDF Stampa E-mail
Considerati i tagli lineari di risorse del ministro Tremonti, le leggi delega demandate al governo, i regolamenti che le università dovranno predisporre, costatano come le proposte contenute nella riforma Gelmini siano in realtà esposte al rischio di un’attuazione parziale.  Ci riserviamo, perciò, di esprimere un parere definitivo dopo l’approvazione in Senato, ma possiamo sottolineare alcuni punti critici. Il sistema di valutazione della ricerca: il testo non fa chiarezza sui criteri che saranno utilizzati per la verifica dell’efficienza della didattica e della ricerca da parte del Ministero e dell’Anvur.  Ricercatori a tempo determinato: la previsione del cosiddetto sistema di “tenure-track”, che permetterebbe ai ricercatori, dopo un periodo di massimo sei anni, di diventare professore associato, contrasta con la mancanza di risorse da destinare ai suddetti contratti di ricerca. Quella che potrebbe essere una norma innovativa a favore del merito e dei ricercatori più bravi, corre il rischio di trasformarsi in una mannaia contro di loro nel caso non siano destinate adeguate risorse. Diritto allo studio: un’ampia delega al Governo svuota le previsioni volte a valorizzare la meritocrazia e a rendere effettivo il diritto allo studio, privandole di ogni efficacia. Il Fondo per il merito che è istituito dalla riforma non è altro che un contenitore vuoto. Governance: l’ingresso di elementi esterni al mondo universitario nel Cda dei vari Atenei dovrà essere contemperato da una precisa definizione dei ruoli, dei poteri e della composizione dei due organi di governo, Senato Accademico e Cda. Infatti, il disegno di legge sottovaluta le difficoltà di reperire figure indipendenti disponibili ad assumersi le responsabilità amministrative della gestione degli Atenei.
(La Fuci e la riforma universitaria, fidest 03-12-2010)
 
La riforma Gelmini secondo Mario Monti PDF Stampa E-mail
«Il disegno di legge Gelmini è un passo importante verso un sistema universitario più moderno e più funzionale. Trovo positiva la riforma degli organi di governo, la maggiore autonomia nella gestione del corpo docente, l'abolizione dell'attuale sistema dei concorsi. Nell'insieme, si riduce la presa del sistema corporativo sull'università. Come in altri campi, dai settori produttivi poco concorrenziali, alle professioni, alle amministrazioni pubbliche, c'è bisogno di togliere un po' di potere a chi produce i servizi e darne di più a chi li deve ricevere, gli utenti e i consumatori. In questo senso mi pare che la riforma Gelmini vada incontro agli interessi degli studenti».
(Il Messaggero 20-12-2010)
 
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