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23 Dicembre
Scienza e tecnologia in cifre. Statistiche sulla ricerca e sull’innovazione PDF Stampa E-mail

http://www.cnr.it/sitocnr/IlCNR/Datiestatistiche/Datiestatistiche_file/S&Tincifre2010_ITA.pdf

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche presenta la seconda edizione della pubblicazione "Scienza e Tecnologia in cifre. Statistiche sulla ricerca e sull'innovazione", curata dall'Istituto di ricerca sull'impresa e lo sviluppo (Ceris). Questa pubblicazione fornisce informazioni statistiche sulla scienza e la tecnologia in Italia basate sui dati disponibili a metà del 2010. Vengono presentate grandezze su risorse finanziarie e umane per ricerca e sviluppo (R&S), pubblicazioni, brevetti, bilancia dei pagamenti della tecnologia, esportazioni e importazioni di prodotti ad alta tecnologia e innovazione nel sistema economico italiano. Sono riportati inoltre dati sulla R&S riguardanti anche altri paesi così da rendere possibili confronti internazionali. La pubblicazione fornisce anche informazioni sui programmi di ricerca dell’Unione europea e sul venture capital.
(CNR. Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo del CNR- 2010)
 
La nomina del direttivo dell’ANVUR PDF Stampa E-mail
Il bando di concorso per la presentazione delle candidature - scrive "Anvur Cronaca - è stato emanato il 29 luglio, e la scadenza era fissata al 20 settembre. Da allora sono passati 3 mesi, ma nessuna notizia ufficiale è stata fornita. C’è chi dice che siano state presentate 150 candidature, chi 300. Certo, comprendiamo la difficoltà del lavoro del prestigioso Comitato di Selezione, formato da 5 personalità di alta qualificazione, nello scegliere un numero compreso fra 10 e 15 candidati da proporre al Ministro, come prescrive il Regolamento, fra cui scegliere i 7. Molto meno capiamo il silenzio del Ministero, che dovrebbe essere decisamente più trasparente e loquace, nel proprio stesso interesse. Se la fase preliminare di selezione è stata conclusa, dovrebbe esserne comunicata notizia, unitamente al resoconto del Comitato, e tosto fissato il calendario per le nomine finali. Se il lavoro del Comitato fosse ancora in corso, dovrebbe essere considerata l’opportunità di un Interim Report, che chiarisca la situazione e descriva i passi finora compiuti. In ogni caso non dovrebbe essere data occasione né il sospetto di qualche interferenza con altri processi politici in corso, come quello concernente la discussione parlamentare del DDL di riforma universitaria. La legge, nel dedicare estensivamente spazio alla valutazione e all'ANVUR (come abbiamo già osservato), deve a questo punto fare storia a sé, visto che il processo di definizione delle relative politiche pubbliche in questa materia sembra non avere mai fine a causa del mal di testa delle forze politiche e sociali. Le novità verranno come verranno, nelle loro forme, ma se il Ministero ha aperto la procedura di nomina del Direttivo dell’ANVUR deve ora condurla e chiuderla in modo trasparente e indipendente da qualsiasi perturbazione.
(Blog Anvur 18-12-2010)
 
Costruire un'agenzia di valutazione della qualità PDF Stampa E-mail

«Quality assurance is a journey not a destination: it is about doing better, not only sufficient» (P. Williams,2008)
Come organizzare la valutazione dell'istruzione superiore e della ricerca?

Quali sono i concetti fondamentali e le scelte da effettuare, in particolare dal punto di vista delle politiche pubbliche?

A queste ed altre domande prova a dare risposta il corso in 5 lezioni a cura dell'IIEP (International Institute for Educational Planning) dell'UNESCO, dal titolo: "External quality assurance: options for higher education managers", di M. Martin e A. Stella.

Lezione 1. Making basic choices for quality assurance systems

Lezione 2. Conducting the process of external quality assurance

Lezione 3. Setting up and developing the quality assurance agency

Lezione 4. Understanding and assessing quality

Lezione 5. Regulating and assuring the quality of cross-border higher education

Per organizzare un processo di valutazione comparativa dei risultati della ricerca, anche ai fini del finanziamento strutturale selettivo delle istituzioni (e.g. Università) in ordine alla valorizzazione e alla concentrazione della capacità di ricerca in modo differenziato sul territorio nazionale, si prende usualmente a riferimento il Research Assessment Exercise del Regno Unito. Per la valutazione non comparativa della ricerca ai diversi livelli del sistema, vale l'esempio delle linee guida dell'Agenzia Danese per la Scienza, la Tecnologia e l'Innovazione, e il Protocollo Standard di Valutazione olandese.

Una trattazione generale si ritrova nel recente studio di un Gruppo di esperti riunito dalla Commissione Europea:

ASSESSING EUROPE’S UNIVERSITY-BASED RESEARCH

Per il finanziamento selettivo di progetti di ricerca proposti dalla comunità scientifica, nonché di borse, assegni e altri programmi di sostegno alla ricerca, le più note agenzie pubbliche europee sono i Research Councils nel Regno Unito, la DFG in Germania, e l'ANR in Francia, oltre ovviamente al Programma Quadro della Commissione Europea (che include, fra l'altro, il programma IDEAS eseguito attraverso il Consiglio Europeo delle Ricerche).

Esperienze ed analisi di vari casi nazionali sono trattati in uno studio della European Science Foundation. La prassi americana è ben esemplificata dalla NSF e dai NIH.

La peculiare considerazione dovuta ai ricercatori era già stata riconosciuta dall'UNESCO nella Raccomandazione sulla condizione dei ricercatori scientifici. A livello europeo, per la politica delle risorse umane nella ricerca, è stata adottata la Carta Europea dei Ricercatori e il Codice di Condotta per l'Assunzione dei Ricercatori, e vi sono anche validi esempi nazionali quali il Concordat nel Regno Unito.

Per la docenza universitaria, procedure di abilitazione nazionale o regionale esistono in vari Paesi, fra i quali possono essere citati i casi della Spagna (l'acreditación nacional gestita dall'ANECA) e della Francia (la qualification amministrata dal CNU). Sia per l'abilitazione che per la valutazione delle prestazioni del personale docente e ricercatore in corso di carriera può valere l'esempio catalano dell'AQU.

In seguito al crescente interesse suscitato da classifiche e graduatorie varie di intere Università, anche su scala mondiale, quali l'Academic Ranking of World Universities compilato da un centro di ricerca della Shanghai Jiao Tong University, o i World University Rankings del settimanale britannico Times Higher Education, sono state redatte o approfondite diverse analisi critiche, mirate alla disamina dell'impatto di queste iniziative sui comportamenti istituzionali delle singole Università, e sulle politiche pubbliche.

Si possono segnalare, in particolare, il Ranking Forum delle Università svizzere, gli studi "Counting what is measured or measuring what counts?" a cura dell'HEFCE, l'Agenzia di finanziamento del sistema di istruzione superiore inglese, e "Higher Education Rankings: Robustness Issues and Critical Assessment" a cura del Centre for Research on Lifelong Learning based on indicators and benchmarks (CRELL) del Centro di Ricerca Comune dell'UE, nonché l'Advice paper "University rankings: Diversity, excellence and the European initiative" della LERU, associazione comprendente alcune università europee fortemente impegnate nella ricerca.

La stessa comunità scientifica del settore dei ranking si è riunita in associazione, l'IREG Observatory on Academic Ranking and Excellence, proponendo un codice di princìpi per la redazione dei ranking al fine di autoregolamentare le proprie metodologie, per meglio garantirne la qualità e l'affidabilità.

Per contrastare le tendenze più perniciose di questi approcci alla valutazione, la Commissione Europea ha finanziato uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un possibile strumento alternativo di rilevazione e pubblicità delle diverse caratteristiche degli istituti di alta formazione (U-Multirank project), che dovrebbe incorporare la possibilità di giudizi graduati "multidimensionali", sullo scorta di esempi nazionali esistenti, come quello del centro di ricerche tedesco CHE.

Tale studio potrà trarre giovamento dagli esiti un altro progetto, ormai in fase di completamento (U-Map project) mirato alla classificazione delle tipologie di istituzioni di istruzione superiore europee, in analogia con l'americana Carnegie classification of higher education institutions - una procedura assai meno controversa. Infatti la diversità di istituzioni e tipologie di corsi di istruzione terziaria, dal punto di vista dei compiti, degli obiettivi, e delle relazioni con la comunità locale e con la comunità scientifica globale (c.d. "diversità orizzontale"), è sempre stata ritenuta un elemento positivo dei sistemi educativi; una disamina è stata proposta nello studio "Institutional Diversity in European Higher Education" dell'EUA.

Per discutere i potenziali danni e interferenze dei ranking con i tradizionali sistemi di garanzia della qualità dell'istruzione, nonché con il rispetto dei peculiari e preziosi valori accademici, l'ENQA e l'Osservatorio Magna Charta di Bologna hanno recentemente organizzato il convegno "Quality and Transparency in Higher Education: Expectations, Tools and the Link to Institutional Autonomy".

Simili preoccupazioni, in un diverso contesto, riecheggiano anche nel documento Citation Statistics, redatto da esperti di valutazione del settore matematico, per l'influenza dei metodi basati meccanicamente su analisi statistico-bibliografiche al fine di giudicare la produzione scientifica dei ricercatori. Esse sono state all'origine del rigetto di tali metodi nella definizione del nuovo Research Excellence Framework per la valutazione dei risultati della ricerca nelle istituzioni britanniche.
(http://www.anvur.it/ dicembre 2010)
 
CRUI: il fondo di finanziamento ordinario delle università (1994‐2008) PDF Stampa E-mail

Nel grafico sotto riportato sono rappresentati l’andamento del FFO iscritto nella tabella C della Legge Finanziaria, dal  2001 al 2011 (per il 2010 e 2011 quello di cui alla L. 203/08), e l’andamento delle spese fisse per il personale a livello di sistema universitario (stimato dal 2008 in poi).

 
Resistenze alla competizione tra atenei PDF Stampa E-mail
Una riforma che intende introdurre elementi di competizione fra gli atenei, distribuire una parte delle risorse in base al merito, sottrarre potere alle corporazioni accademiche affidandolo a rappresentanti della società, non può andare bene sia alle università virtuose sia a quelle meno competitive, ai settori fortemente innovatori come a quelli più conservatori. In una fase in cui le università erano costantemente denigrate dai media, in cui la riforma si presentava come moralizzazione di un sistema inefficiente e malato, il riflesso condizionato è stato di sostenere compattamente la riforma per mostrare di voler fare la propria parte. Il “metodo Boffo applicato all’università”, come lo definisce Guido Martinetti, è stato odioso ma ha funzionato. Ma via via che il fuoco, amico o nemico, si è concentrato sui limiti, le contraddizioni, gli errori del DDL, le università e le corporazioni meno pronte alla competizione, quelle che rischierebbero di più, si sono smarcate e hanno cominciato apertamente a “remare contro”. Salvo che non ci si auguri una ripresa del “metodo Boffo”, è ben difficile immaginare che l’unità di posizioni fra gli atenei italiani possa essere recuperata. Certo, il favorire e l’esplicitare una differenziazione interna può essere positivo per il sistema, ma ci sono forze politiche che avrebbero il coraggio di assumerlo come obiettivo e di pagarne i relativi costi?
(M. Regini, Lavoce.info 03-12-2010)
 
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