Diminuisce il fondo che finanzia le borse di studio per gli studenti universitari |
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Il fondo che finanzia le borse di studio per gli studenti universitari scenderà nel 2011 a 70 milioni di euro dagli attuali 96 milioni, tornando più o meno sui livelli del 1998. In Francia e in Germania la spesa annua per il sostegno agli studenti è di 1 miliardo e 400 milioni. E mentre in altri paesi il pacchetto di aiuti è uniforme su tutto il territorio nazionale, per gli universitari giovani i criteri di ammissione alle borse variano di Regione in Regione e talvolta anche all'interno di una stessa Regione.
Italia vs Francia e Germania, nel 2008/09
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ITALIA
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FRANCIA
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GERMANIA
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N° studenti universitari
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1,8 milioni
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2,2 milioni
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2 milioni
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N° beneficiari di borsa
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151.760
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525.000
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510.000
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N° posti letto
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40.935
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160.000
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180.000
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Finanziamento statale per borse di studio (euro)
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152 milioni
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1,4 miliardi
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1,4 miliardi
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(F. Laudisa, lavoce.info 22-10-2010) |
Il MIUR pubblica il bando “futuro in ricerca 2010” |
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Favorire il ricambio generazionale presso atenei ed enti pubblici di ricerca collegati al Ministero dell'Università, destinando risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale proposti da giovani ricercatori e garantire sostegno economico alle eccellenze scientifiche: con questi obiettivi il Ministero dell’istruzione pubblica il Bando “Futuro in Ricerca 2010”, secondo il Decreto del 27 settembre 2010, pubblicato nella G.U. n.237 del 9 ottobre 2010. Il programma «Futuro in ricerca 2010» è rivolto: linea 1) a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, che non abbiano compiuto il 32° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 2 anni e da meno di 6 anni; linea 2) a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, che non abbiano compiuto il 36° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 6 anni e da meno di 10 anni; linea 3) a giovani docenti o ricercatori che non abbiano compiuto il 40° anno alla data di scadenza del bando, già strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR. Il programma si concretizza nella presentazione di progetti di ricerca fondamentale, anche a rete, di durata almeno triennale. I modelli/domanda (A e B) appositamente predisposti dal Ministero, sono disponibili in rete nello specifico sito, che fornisce tutte le informazioni sul bando. (ro.la, 22-10-2010 http://attiministeriali.miur.it/anno-2010/settembre/dd-27092010.aspx) |
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Campus X, la città universitaria più grande d’europa |
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Il 20 ottobre è stato inaugurato il più grande Campus universitario d'Europa. Situato in Via di Passolombardo, vicino a tutte le facoltà dell'Università degli Studi di Tor Vergata, Campus X è stato progettato per diventare una "cittadella studentesca" dove tutto è a portata di mano. Accanto agli appartamenti posizionati su tre diversi edifici che offriranno 1500 posti lett0 (i primi 950 saranno disponibili già da novembre), è prevista la costruzione di un supermercato, uno snack bar, un ristorante, una lavanderia, un auditorium, una palestra e un'agenzia turistica.
Il progetto è stato sostenuto dall'Inpdap tramite il Fondo Immobiliare Aristotele e il complesso residenziale è a costo zero per l'università di Tor Vergata che ne diventerà legittima proprietaria tra 90 anni (esattamente nel 2097). (rivistauniversitas.it 25-10-2010) |
Conferme in ruolo e concorsi |
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Chi sono i ricercatori dell'università italiana? Come entrano in ruolo? E come fanno carriera? Posso scrivere in prima persona, in quanto sono stato presidente della commissione per la conferma in ruolo dei ricercatori di economia politica del biennio 2008-09. Cos'è la conferma in ruolo? Il lavoro scientifico e didattico svolto dai ricercatori nei primi tre anni di carriera deve essere valutato per capire se meritano un posto a vita. Se la loro attività non viene giudicata meritevole di conferma, hanno due anni di tempo per mettersi in regola e se in questo tempo non riescono a farlo escono dai ruoli universitari. La Commissione di valutazione è composta da tre accademici e rimane in carica due anni. Ha dunque modo di valutare un numero a volte elevato di persone, 88 nel nostro caso, oltre il 30% del totale dei ricercatori di economia politica. Insomma, un quadro piuttosto articolato e rappresentativo della "coorte junior" di chi fa ricerca accademica in economia. L'esito della valutazione mostra un mondo diviso in due. Circa il 50% dei candidati ha uno standing scientifico adeguato al mercato della ricerca europeo e il 60% è riuscito a pubblicare almeno un saggio su una rivista internazionale di un qualche rilievo scientifico. Metà dei ricercatori in economia politica (fra l'altro una disciplina molto esposta al confronto internazionale) svolge invece attività di ricerca (quando la fa) senza alcuna connessione con il dibattito scientifico internazionale. Nella mia commissione Il 15% dei candidati non è passato. Questa non è prassi consueta. Vi è molta riluttanza a negare la continuazione della carriera. Le commissioni che hanno lavorato in parallelo a noi nei settori disciplinari dell'area delle scienze economiche e statistiche erano 19: di queste, 17 non hanno rinviato alcun ricercatore per la conferma. Il meccanismo va dunque riformato. È necessario mettere paletti veri e non aggirabili allo svolgimento della carriera. Il ruolo di ricercatore a tempo determinato, seguito da un concorso da associato nazionale (e non locale) previsto dalla riforma, è sicuramente uno strumento adeguato a questo fine, ben più efficace dell'asticella, ahimè fragile e bassa, della conferma. Attenzione, però. I buoni ricercatori devono poter essere premiati. I concorsi ci dovranno per forza essere dopo i sei anni nella posizione più junior. E allo stesso modo, per i valorosi oggi in ruolo che hanno superato con buono e ottimo giudizio lo scoglio della conferma, è giusto prevedere concorsi da associato che ne premino lo sforzo e il merito. Ma concorsi veri, non ope legis camuffati. Maria Cristina Marcuzzo e Giulia Zacchia dimostrano su lavoce.info che una bassa percentuale degli economisti oggi in ruolo (associati e ordinari compresi) ha pubblicazioni sufficienti a soddisfare i criteri minimi che il consiglio universitario nazionale ha fissato per accedere alla carriera universitaria. Il lavoro della nostra commissione di conferma mette in luce come questa condizione senz'altro grave si perpetui se il meccanismo dei concorsi non è riformato al più presto. (G. M. Navaretti, Il Sole 24 Ore 20-10-2010) |
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