Home 2010 01 Settembre
01 Settembre
Gelmini: “Epocale la nostra riforma” PDF Stampa E-mail

“Abbiamo deciso di intervenire in maniera radicale perché i problemi dell’università sono sotto gli occhi di tutti. Se noi davvero siamo consapevoli di essere nella società della conoscenza, dobbiamo fare un grandissimo investimento sulla formazione. Prima dell’aspetto economico si deve ragionare su quali sono i mali dell’università. Il nostro disegno di legge di riforma consta di due parti sostanziali: il reclutamento e la gestione dell’università. È un provvedimento epocale perché è organico, cambia l’impostazione dell’università, cercando di alzare l’asticella della qualità. Non più sull’anzianità e sullo scorrere del tempo e, invece, sui risultati ottenuti”. Così Mariastella Gelmini sul palco dell’Audi Palace, durante l’incontro intitolato “Il futuro passa dall’università”, in cui si è confrontata con l’economista Francesco Giavazzi e la direttrice del settimanale A, Maria Latella. “La nostra riforma universitaria – ha aggiunto il ministro – punta a disincentivare un sistema di nepotismo. Questi casi di raccomandazioni, in realtà sporadici, finiscono sui giornali gettando discredito su tutta l’università, anche su quella parte che invece ottiene ottimi risultati. Sono convinta che introdurre un limite di due mandati possa aiutare ad avere rettori più giovani, un maggior ricambio e anche una maggiore trasparenza. Mentre a oggi abbiamo tanti concorsi locali per l’ottenimento del posto di professore, che a volte avvengono in maniera sospetta, con la nostra riforma ci indirizzeremo verso un sistema di reclutamento nazionale. Saranno poi le singole università ad avere la possibilità di chiamare i docenti, sulla base dei risultati ottenuti su base nazionale. Questo sistema è troppo ingessato, dobbiamo introdurre ossigeno, aprendo al sistema, dove la selezione deve avvenire sulla base della capacità, della preparazione, delle pubblicazioni, con concorsi che premino i più bravi”. Inoltre, le risorse non saranno più distribuite “a pioggia”, ma con un criterio ben preciso: il merito. “Con il direttore della ricerca stiamo anche recuperando delle risorse dai fondi PON (solo a disposizione di Calabria, Campania, Puglia e Basilicata), circa 400 milioni di euro. Ma il problema rimane: come s’investono queste risorse”. Alla domanda di Giavazzi sul perché lo Stato permetta che famiglie anche molto abbienti paghino solo 2-3000 euro all’anno per l’istruzione universitaria dei figli, la Gelmini ha risposto così: “Faccio parte di un governo che si è proposto di abbassare le tasse, quindi sono contraria ad alzare le tasse universitarie. Prima di mettere mano al sistema delle tasse, c’è bisogno di una riprogrammazione. I presidenti di provincia che si entusiasmano per avere una sede distaccata hanno poi serie difficoltà a mantenere in salute l’ateneo. Il problema di equità posto da Giavazzi è interessante, ma oggi, prima di tutto, dobbiamo tagliare tutti gli sprechi e tutti quei corsi che sembrano inutili, che sfornano disoccupati”. (Comunicato stampa, “Cortina InConTra” 2010)

 
Le università venete - Padova, Cà Foscari, Iuav e Verona – si stanno coordinando per realizzare la fondazione univeneto PDF Stampa E-mail

Il Senato della Repubblica ha approvato la legge di riforma del sistema universitario, fortemente e giustamente voluta dal ministro Gelmini e certamente necessaria almeno per dare una scossa al declinante e spesso demotivato corpo accademico italiano. In attesa dell'approvazione finale alla Camera, la riforma e stata in generale accolta positivamente sia dal mondo politico, sia da quello accademico. I rettori delle Università italiane hanno apprezzato le innovazioni nel campo della governante degli atenei, della semplificazione gestionale, della razionalizzazione dell'offerta universitaria sul territorio. Del resto molti atenei sì erano già mossi lungo percorsi di riforma simili a quelli contenuti nella legge Gelmini. A Verona e Udine, per esempio, si era già provveduto a dimezzare il numero dei Dipartimenti, ottenendo un miglior coordinamento della ricerca e una riduzione dei costi. A Ca' Foscari il Consiglio di Amministrazione era già formato da esperti esterni all'Ateneo, e il Senato Accademico aveva ed ha un ruolo essenzialmente di pianificazione strategica, lasciando al CdA i compiti amministrativi, come previsto dalla legge Gelmini.
Le Università Venete - Padova, Ca' Foscari, IUAV e Verona - già si sono attivate per realizzare la Fondazione Univeneto, che sarà l'organismo di coordinamento della loro offerta didattica, di razionalizzazione dei propri investimenti in ricerca, e di collegamento tra Università, Regione, imprese e altri enti territoriali. Esattamente in quella logica federativa che è prevista dalla legge Gelmini, che in questo modo vuole provare a evitare costose duplicazioni nello stesso territorio d’iniziative di ricerca o di didattica. A Ca' Foscari, il Rettore già oggi non può rimanere in carica per più dì sei anni, a Padova non più di otto, di nuovo in linea con la legge Gelmini. Gli unici rilievi critici alla legge di riforma dell'Universita' sono stati rivolti all'assenza di risorse finanziarie addizionali per gli Atenei, risorse viste come indispensabili per realizzare l’ambizioso progetto di riforma dell'Universita' italiana. In realtà è meno di risorse addizionali che hanno bisogno gli Atenei italiani, e più di buona amministrazione e buoni incentivi a fare scelte oculate di lungo periodo. Serve quindi un sistema di valutazione che permetta di dare più risorse agli atenei migliori, anche mantenendo per il momento inalterato il totale. La nascita dell' Anvur e un buon primo passo in questa direzione, ma sarà necessaria maggiore incisività nella distribuzione delle risorse in base ai risultati del futuro lavoro dell'Anvur. Servirebbe anche l'abolizione di una piccola norma capestro per molti atenei: quella che limita al 20% del finanziamento pubblico all'Universita' le entrate da contribuzione studentesca. Se fosse abolita, con piccoli aumenti delle tasse universitarie, differenziati per corso di laurea, provenienza geografica dello studente, tipo di studi intrapresi, si potrebbero istituire più borse di studio e finanziare tutte le innovazioni che la riforma rende finalmente possibili. Inoltre, incentivando ulteriormente gli atti di liberalità alle università attraverso una totale e illimitata esenzione fiscale si potrebbe rendere conveniente anche in Italia quel sistema di donazioni da parte d’imprese, enti privati e individui, su cui si regge il sistema universitario nord americano. (C. Carraro, Corriere del Veneto 21-08-2010)

 
Aggiornamento ISTAT delle retribuzioni dei professori universitari per l'anno 2010 PDF Stampa E-mail

Il segretario nazionale dell’USPUR comunica che con DPCM (GU n. 173 del 27-7-2010) l’indice di aggiornamento Istat delle nostre retribuzioni per l’anno 2010 è pari a 3,09%. Il valore dell’indice è relativamente alto rispetto all’indice inflattivo dell’anno passato perché, nel periodo fine 2008 e tutto il 2009, ci sono stati i rinnovi di molti contratti del personale del pubblico impiego.

Art. 1 del DPCM

1. Le misure degli stipendi, dell'indennità' integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e qualifiche e gradi corrispondenti dei corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate in vigore alla data del 1°  gennaio 2009 sono incrementate, a decorrere dal 1° gennaio 2010, in misura percentuale pari al 3,09 per cento.
 
Tabelle retributive aggiornate con l'aumento ISTAT del 3,09% valide da gennaio 2010 PDF Stampa E-mail
http://alpaglia.xoom.it/alberto_pagliarini/TAB2010Aumento3e09percento.htm
 
Precisazioni sulle tabelle retributive PDF Stampa E-mail
http://alpaglia.xoom.it/alberto_pagliarini/PRECISAZIONI2010.htm
 
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