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20 Giugno
Perdite annue delle retribuzioni con il blocco PDF Stampa E-mail
Negli anni 2011/13 vengono bloccati gli adeguamenti retributivi annuali, e viene sospesa per un triennio la maturazione di classi e scatti, senza possibilità di recupero. Le progressioni di carriera disposte in questi anni  hanno solo valore giuridico. Se il personale va in pensione il trattamento economico viene considerato ai fini pensionistici con decorrenza dal 2014. Inoltre l’articolo 9 al comma 2 prevede che gli stipendi superiori ai 90.000 euro lordi sono ridotti del 5% fino a 150.000 euro, mentre per la parte eccedente i 150.000 euro il taglio sarà del 10%. Da questa disposizione i più colpiti sono i giovani. E’ stato calcolato che se un ricercatore diventa confermato nel triennio avrà una perdita di 6.000 euro in busta paga. Da un calcolo medio risulta che i ricercatori confermati perdono circa 8.000 € anno, gli ordinari circa 14.000 € annui, gli associati circa 10.000€. Dal 2011 la spesa per personale a tempo determinato e co.co.co deve essere contenuta entro il limite del  50% di quanto speso nell’anno 2009. (FlcCgil 08-06-2010)
 
Blocchi retributivi e assunzioni. Aumenti cancellati e aumenti differiti PDF Stampa E-mail
Per il personale in regime di diritto pubblico, le cui retribuzioni sono fissate per legge e non in forza di un contratto collettivo di lavoro – magistrati, professori e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate – la retribuzione aumenta con l’anzianità. Il decreto prevede il blocco degli automatismi stipendiali per il triennio 2011-2013. Ciò comporta nel 2013 una minore spesa netta di 139 milioni. È un risparmio di tipo strutturale solo per professori e ricercatori universitari e dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate: gli aumenti maturati nel periodo 2011-2013 sono cancellati. Al contrario, per la magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e militare e per gli avvocati e procuratori dello Stato si tratta solo di un differimento: gli aumenti maturati nel triennio saranno recuperati nel 2014. Senza recupero è anche il blocco degli automatismi disposto per il personale della scuola, con un risparmio netto di quasi 500 milioni nel 2013. Una serie di disposizioni è diretta a limitare le ASSUNZIONI. Per le amministrazioni dello Stato (esclusi corpi di polizia, vigili del fuoco e università), Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, viene fissato il limite del 20 per cento del turnover nel 2011-2013, del 50 per cento nel 2014, del 100 per cento nel 2015 (secondo le norme precedenti il limite del 20 per cento riguardava solo il 2011, poi 50 per cento nel 2012 e 100 per cento nel 2013). Non è mutata la normativa per le università (50 per cento nel 2011-2012, 100 per cento nel 2013) e per corpi di polizia e vigili del fuoco (100 per cento). (G. Pisauro, lavoce.info 08.06.2010)
 
Tagli ingiustificati e rischio per gli stipendi PDF Stampa E-mail
«I tagli all'università sono inaccettabili e se non verranno modificati gli atenei italiani saranno in ginocchio. Non ci saranno neppure fondi sufficienti a pagare gli stipendi. Un fatto incomprensibile, soprattutto alla vigilia di una riforma universitaria che convinta-mente sosteniamo e che cancella i vecchi automatismi, ancora presenti invece in altri comparti pubblici, legando le retribuzioni dei docenti ai risultati raggiunti». Giuseppe Valditara, senatore del Pdl e relatore della riforma universitaria all'esame del Senato, attacca l'assenza di risorse nella manovra per gli atenei. Ma davvero sono a rischio gli stipendi? «Lo dicono i numeri. Il fondo per il finanziamento ordinario con cui si sostiene l'università, al netto dei pensionamenti e del blocco del reclutamento, nel 2010 è di 7,206 miliardi, di cui 7,329 destinati a copertura delle spese per il personale. Nel 2011, con il taglio imposto dalla scorsa Finanziaria di oltre un miliardo, avremo complessivamente a disposizione soltanto 6,130 miliardi. Di conseguenza, poiché solo per pagare gli stipendi servirebbero 7,383 miliardi ci troviamo di fronte a un buco di 1,253». In altri paesi però hanno direttamente tagliato gli stipendi... «Ma non si taglia mai la scuola, l'università, la ricerca. La Germania, che ha fatto una manovra per certi aspetti significativamente più poderosa, non ha lesinato sulla ricerca, anzi ha aumentato gli stanziamenti di 12 miliardi. In questa manovra invece non c'è nulla. Anzi vengono decurtati del 50% i finanziamenti per i contratti a termine con cui si pagano i ricercatori. Senza contare la stretta sulle borse di studio: oltre un terzo non potranno più essere finanziate». (B. F., Il Sole 24 Ore 16-06-2010)
 
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