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01 Aprile
L’ateneo di Bologna unico italiano nei World’s Most Beautiful College Campuses PDF Stampa E-mail
L’Alma Mater di Bologna è entrata di diritto nell’ultima classifica di Forbes — The World’s Most Beautiful College Campuses — unico ateneo italiano accanto ai ben più blasonati college di Oxford, Stanford, Princeton e Yale. Gli altri sono l’Università di California Santa Cruz, il Kenyon College dell’Ohio, lo Scripps College di Claremont in California, l’Air Force Academy in Colorado, l’Università di Cincinnati, l’Università della Virginia, il Wellesley College del Massachusets, il Trinity College di Dublino e la Tsinghua University di Beijing in Cina. A stilare la graduatoria per la famosa rivista di finanza un gruppo tutto americano di architetti, docenti universitari e progettisti di campus, che hanno motivato ciascuno la propria scelta con un preciso parere. E così scorrendo l’elenco, presentato da un articolo con l’accattivante sottotitolo «L’istruzione superiore è molto più allettante in queste università», si scopre che a differenza degli altri nove college presi in esame proprio in quanto città universitarie, l’Alma Mater spicca proprio per non esserlo. A premiarla sarebbe per l’appunto la sua diversità: «A volte un ateneo trae vantaggio dalla sua posizione in un contesto urbano, invece che tra montagne o vallate», si legge nell’articolo che correda la classifica. Scrive infatti David Meyerick, professore alla Notre Dame’s School of Architecture: «Senza dubbio il più antico ateneo del mondo occidentale, il vero "campus" dell’Università di Bologna è la città stessa — spiega il docente, che per i giudizi si è fatto stregare anche da Oxford — quello che manca alla sua identità personale, lo recupera dal fatto di essere inestricabilmente legata all’ambiente in cui si trova. Molte università europee tendono a essere integrate alle loro città, cosa che può essere un grande beneficio quando il contesto è un importante e bella città le cui origini risalgono a prima dell’Impero Romano». (Corriere di Bologna 17-03-2010)
 
I ranking accademici e l’ireg observatory on academic ranking and excellence PDF Stampa E-mail
I quattro ranking più autorevoli attualmente sono in Gran Bretagna, in Cina, in Spagna e in Francia. I ranking dell’inglese Times Higher Education Supplement (THES-QS) si sono finora basati essenzialmente su due parametri: l’opinione che dei vari atenei hanno accademici ed esperti operanti nel mondo del lavoro – un criterio, questo, criticato in quanto ritenuto troppo soggettivo – e il database Scopus, che copre 18.000 titoli di oltre 5.000 editori internazionali, 435 milioni di pagine web di argomento scientifico e 23 milioni di brevetti e articoli in corso di stampa segnalati da 3.000 riviste scientifiche.
Nel ranking dell’università Jiao Tong di Shangai, noto anche come ARWU (Academic Ranking of World Universities), i parametri di valutazione si basano su quelli che vengono definiti “indicatori obiettivi”, tra cui: il numero di ex alunni e docenti insigniti di premi Nobel e medaglie Fields; il numero di ricercatori maggiormente citati selezionati dalla Thomson Scientific; il numero di articoli pubblicati in riviste scientifiche indicizzati dal Science Citation Index-Expanded e dal Social Sciences Citation Index e la performance procapite rispetto alle dimensioni dell’ateneo esaminato. Ogni anno vengono analizzate più di mille università e la classifica delle migliori 500 viene divulgata via web.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo stila una classifica particolare, il Web Ranking of World Universities, che basa la propria valutazione sull’organicità e sulla qualità della presenza in Internet dei vari atenei, delle loro biblioteche online e della loro formazione a distanza. Alla produzione scientifica disponibile per via telematica va larga parte del punteggio, mentre un altro importante fattore di giudizio è costituito dalle attività web misurate attraverso il numero di collegamenti al sito dell’università da parte di enti e organismi esterni. Questo secondo criterio va in qualche modo a sostituire il numero di citazioni nelle pubblicazioni scientifiche che tanta importanza ha in altri ranking.
La quarta graduatoria è il Professional Ranking of World Universities della Mines Paris Tech, una delle più famose Grandes Ecoles francesi. Essa si basa unicamente sul numero e sulla provenienza dei manager ai vertici di Fortune 500. Gli ottimi risultati della Francia rispetto ai tre ranking precedenti si devono al fatto che THES e Shangai attribuiscono grande importanza alle attività accademiche e di ricerca dei docenti delle università, ridimensionando il peso del successo professionale dei loro ex alunni su cui si fonda la classifica francese.
Nel 2009 si è avuto per la prima volta un ranking cinese, curato dalla Shangai Ranking Consultancy, che si prefigge tra i suoi obiettivi «l’analisi comparata e approfondita a livello mondiale delle università di ricerca, supportando così i più importanti processi decisionali dei governi nazionali e delle università in un contesto mondiale».
Va inoltre menzionato il tentativo dell’Association of American Colleges and Universities di sviluppare una metodologia alternativa alle classifiche pure e semplici. Il LEAP (Liberal Education and America’s Promise) permette di visionare dei portfolio elettronici indicativi del background formativo degli studenti e dei loro successi professionali. Il portavoce dell’Associazione ha dichiarato che questi nuovi parametri di giudizio consentono al mondo del lavoro di valutare la professionalità dei laureati, le loro capacità di comunicazione e altre competenze che prescindono dai curricula formativi.
La crescente importanza dei ranking delle università e la valutazione della loro attendibilità ha dato via alla creazione di un Osservatorio permanente sui ranking accademici del gruppo IREG (International Ranking Expert Group). Il gruppo IREG si è trasformato in una associazione internazionale non-profit, l’IREG Observatory on Academic Ranking and Excellence, registrata a Bruxelles in base alla legge belga, mentre la sede del segretariato dell’Osservatorio è a Varsavia. Oltre le Conferenze globali bi-annuali IREG, l’Osservatorio IREG terrà ogni anno seminari internazionali. L’Osservatorio ha lo scopo di monitorare e migliorare la qualità dei ranking nazionali ed internazionali. Gli esperti IREG, che nell'ultimo decennio si sono incontrati ad intervalli regolari in occasione di conferenze internazionali, potranno ora contare su una valida ed efficiente organizzazione non governativa che agisce a livello mondiale nel pieno rispetto dei principi di "qualità e buone pratiche nei ranking" stabiliti durante la conferenza di Berlino del 2006. Secondo tali principi, i criteri di audit adottati dai differenti tipi di ranking universitari dovranno necessariamente portare a migliorare e raffinare ulteriormente le metodologie adottate al fine di comparare e valutare i vari sistemi di classifiche esistenti. La prima assemblea generale dell’IREG si è tenuta a Varsavia l’8 marzo 2010. La prossima conferenza IREG si terrà a Berlino il 6-8 ottobre 2010. (Fonte: C. Tata, rivistauniversitas 18-03-2010)
 
Un nuovo sistema di ranking accademico mondiale multidimensionale promosso dall’unione europea PDF Stampa E-mail
La Commissione dell’Unione Europea ha incaricato nel 2008 il Centre for Research on Lifelong Learning (CRELL) di studiare più a fondo le metodiche alla base dei ranking di Shangai e del Thes-Qs per formulare un giudizio ponderato e suggerire eventuali correttivi. Al termine dell’indagine il CRELL si è espresso negativamente sui due ranking, ritenendo che il primo si limiti a concentrarsi sulle sole attività di ricerca, mentre il secondo, pur valutando anche la didattica, non brilla per coerenza nel trattamento dei dati e appare campanilisticamente sbilanciato a favore delle università inglesi. In entrambi i casi per oltre la metà delle università il punteggio muta considerevolmente riflettendo così la diversità dei presupposti metodologici individuati e degli indicatori prescelti. Il CRELL non demonizza però i ranking: il suo studio termina invece con la raccomandazione a elaborare per le università europee un sistema davvero adeguato ed efficace che consenta una reale comparazione tra istituti e incoraggi la mobilità degli studenti e lo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca.
Come passo successivo, nel dicembre 2008 la Commissione ha lanciato un bando per la progettazione e la sperimentazione di un ranking mondiale, multidimensionale, trasparente e indipendente delle università. La presidenza francese della UE, per voce del suo ministro dell’Università e della Ricerca Valérie Pécresse, ha espresso la convinzione che tale iniziativa servirà a porre fine al monopolio virtuale dei ranking esistenti elevando al contempo il profilo delle università europee e promuovendo la mobilità degli studenti all’interno della UE. Da parte sua, Jan Figel, commissario europeo per l’Istruzione, la Formazione, la Cultura e la Gioventù, ha sottolineato la differenza tra i ranking monodimensionali attualmente imperanti e l’analisi multidimensionale intrapresa dalla UE, che, pur soffermandosi sulla ricerca, darà ampio spazio alla qualità dell’insegnamento, all’impatto degli atenei con il contesto esterno, all’innovazione e all’internazionalizzazione, rispettando in tal modo la “ricca diversità” delle università europee.
Ad aggiudicarsi la gara è stata la rete CHERPA (Consortium for Higher Education and Research Performance Assessment), formata dal Cheps (Centre for Higher Education Policy Studies dell’Università di Twente), dal Cwts (Centre for Science and Technology Studies dell’Università di Leiden), dall’Incentim (Università di Lovanio) e dall’Ost (Observatoire des Sciences et des Techniques, Parigi). Associate al progetto sono inoltre la Feani (European Federation of National Engineering Associations) e l’Efmd (European Foundation for Management Development). Per l’elaborazione del ranking la Commissione ha stanziato 1,1 milioni di euro: il 30% di tale importo è andato a finanziare la prima fase dello studio, di natura progettuale, che ha avuto luogo da maggio a dicembre 2009. Il rimanente 70% sarà invece impiegato per testare il sistema da gennaio 2010 a maggio 2011. Nella sperimentazione è coinvolto un campione rappresentativo formato dalle facoltà di ingegneria ed economia di 150 università: 6 individuate nei 6 maggiori Stati membri dell’Unione e un numero variante da 1 a 3 in rappresentanza degli altri 21 Stati cui vanno a sommarsi 25 atenei nordamericani, 25 asiatici e 3 australiani. Sono state prescelte – e verranno confrontate – solo istituzioni paragonabili in termini strutturali e di mission e sarà dato il debito risalto ai «contesti linguistici, culturali, economici e storici dei sistemi educativi presi in esame». Da più parti è stato sottolineato come il ranking UE consentirà un migliore posizionamento delle università europee nel panorama mondiale e più efficaci strategie di sviluppo, contribuendo al miglioramento della qualità e delle performance di tutto il settore dell’istruzione superiore. (R. Cornacchini, rivistauniversitas  114, dicembre 2009)
 
Due relazioni della commissione europea sulle riforme dell’istruzione superiore nell’UE PDF Stampa E-mail
La Commissione Europea pubblicherà due relazioni sui progressi compiuti dagli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona per la Crescita e il Lavoro, in rapporto agli indicatori e ai parametri stabiliti nel campo dell’istruzione e della formazione. La relazione 2009 analizzerà i passi in avanti fatti dai singoli Paesi per riformare i propri sistemi d’istruzione in alcuni settori chiave, identificando i Paesi vicini all’obiettivo e quelli rimasti indietro. I benchmark riguardano, in particolare, cinque aree, quali, ad esempio, la partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente, la quota degli early school leavers, i laureati in materie scientifiche, matematiche e tecnologiche. La seconda relazione costituisce il contributo della Commissione al prossimo Rapporto Congiunto sui Progressi del Consiglio e della Commissione (Joint Progress Report of the Council and the Commission), che sarà pubblicato nel 2010. Esamina la realizzazione del programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010”, fondamento della collaborazione politica europea negli ultimi dieci anni nei settori dell’istruzione e della formazione. Il Rapporto congiunto analizzerà le aree in cui la cooperazione tra i paesi dell’UE ha portato a dei miglioramenti e quelle dove i progressi restano insufficienti, concentrandosi in modo particolare sulle competenze di base dei giovani e degli adulti. Altri dati riguarderanno la realizzazione delle politiche di apprendimento continuo, l’istruzione e la formazione professionale e l’istruzione superiore. (E. Cersomino, rivistauniversitas 30-11-2009)
 
Internazionalizzazione del sistema universitario PDF Stampa E-mail
Su iniziativa del Ministero degli Esteri ed in collaborazione con la CRUI e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, è stata concepita una banca dati interattiva sviluppata dal CINECA che si pone l'obiettivo di facilitare la consultazione nella giungla di accordi internazionali siglati tra gli atenei italiani e quelli esteri. Il database è consultabile all'indirizzo http://accordi-internazionali.cineca.it. Due sono i compiti di questa nuova piattaforma: fornire la base conoscitiva per le iniziative di cooperazione universitaria svolte con l'estero; dare visibilità e sostenibilità alle stesse con la possibilità per qualsiasi soggetto (in particolare aziende ed enti pubblici) di intervenire a sostegno di un determinato progetto con finanziamenti aggiuntivi. Sono 79 gli Atenei che hanno inserito i loro accordi internazionali nel database. Tra questi, le quattro università che hanno stipulato più progetti e convenzioni con le Università straniere sono: l'Università Cattolica di Milano (538 accordi), l'Università di Roma Tre (410), il Politecnico di Milano (392) e l'Università di Verona (258) su un totale generale di circa seimila accordi. I Paesi europei restano i partner privilegiati (2.500 collaborazioni) seguiti dai Paesi americani (1.700), asiatici (935) e africani (320). Grazie alla piattaforma web è possibile cercare gli accordi scegliendo una delle 14 aree tematiche di riferimento (da Scienze della terra a Ingegneria Civile e Architettura, da Scienze Giuridiche a Scienze Matematiche, ecc.) oppure immettendo nel motore di ricerca il nome dell'università italiana di cui si vuole conoscere gli accordi firmati e i progetti in itinere. (D. Gentilozzi, rivistauniversitas 08-03-2010)
 
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