Home 2012 31 Dicembre
31 Dicembre
AGENDA MONTI. A PROPOSITO DI ISTRUZIONE, FORMAZIONE E RICERCA PDF Stampa E-mail

Bisogna prendere sul serio l’istruzione, la formazione professionale e la ricerca.
La scuola e l’università sono le chiavi per far ripartire il Paese e renderlo più capace di affrontare le sfide globali. A livello collettivo, investire in capitale umano è la strada per sfuggire alla morsa della competizione di Paesi con costi di manodopera più bassi. A livello individuale, avere un grado di istruzione adeguato e competenze appropriate è una carta fondamentale per trovare lavoro, realizzare le proprie aspirazioni. Eppure l’Italia ha un elevato tasso di abbandono scolastico precoce, un livello di performance scolastica più basso rispetto alla media dei Paesi OCSE e un numero di laureati lontano dagli obiettivi fissati dall’Unione europea.
C’è bisogno di invertire la rotta. Per questo bisogna prendere l’istruzione sul serio. Serve rompere uno schema culturale per cui il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante sono stati mortificati [...]
Man mano che si riduce il costo del debito pubblico e si eliminano spese inutili, possiamo creare nuovi spazi per investimenti nell’istruzione. La priorità dei prossimi cinque anni è fare un piano di investimenti in capitale umano. In materia di ricerca, occorre proseguire e affinare il progetto avviato dall’ANVUR per il censimento e la valutazione sistematica dei prodotti di ricerca. Bisogna inoltre rilevare per ogni facoltà in modo sistematico la coerenza degli esiti occupazionali a sei mesi e tre anni dal conseguimento della laurea, rendendo pubblici i risultati.
E’ prioritario accrescere gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, incentivando in particolare gli investimenti del settore privato, anche mediante agevolazioni fiscali e rafforzando il dialogo tra imprese e università. Bisogna rendere le università e i centri di ricerca italiani più capaci di competere con successo per i fondi di ricerca europei, sulla scorta del lavoro avviato nei mesi passati.
(Fonte: polisblog.it dicembre 2012)

 
AGENDA MONTI. IN SINTESI I CONTENUTI SU FORMAZIONE E RICERCA, E UN GIUDIZIO TRANCHANT DI ROARS PDF Stampa E-mail

I contenuti si possono riassumere nei seguenti cinque punti:

1. Si riconosce che abbiamo pochi laureati e che bisogna invertire la rotta, ma subordinando gli spazi per investimento nell’istruzione alla preliminare riduzione del debito pubblico e all’eliminazione di spese inutili.

2. Si propone la prosecuzione del progetto di censimento e valutazione dei prodotti della ricerca condotto dall’ANVUR.

3. Si propone il rilevamento e la pubblicizzazione per ogni facoltà della coerenza degli esiti occupazionali dei laureati. Salta all’occhio che l’estensore del documento non è al corrente che la riforma Gelmini ha abolito le facoltà sostituendole con strutture di raccordo la cui istituzione è peraltro opzionale.

4. Si propone l’accrescimento prioritario degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, in particolare a favore del settore privato, anche tramite agevolazioni fiscali. L’università è menzionata solo in funzione del rafforzamento del dialogo con le imprese.

5. Si conclude con un enigmatico accenno al proseguimento di un lavoro già avviato per rendere università e centri di ricerca italiani più competitivi nel reperimento di fondi di ricerca europei.

Per quanto riguarda l’università e la ricerca, l’agenda Monti si caratterizza più per la reticenza che per i progetti concreti. È del tutto anomalo che l’agenda non faccia cenno ai tagli appena approvati. Una decisione politica di questa portata, che sancisce la piena continuità con le politiche di dismissione operate da Berlusconi, non viene difesa, ma nemmeno messa in discussione. Semplicemente, non se ne parla. Dato che più che oltre alle parole contano i fatti, la vera agenda sembra essere quella nascosta nel testo, ma evidente per chi abbia seguito la cronaca dell’ultima settimana. Come se la vera linea politica di Monti fosse elettoralmente impresentabile: avere il coraggio di difendere i tagli già decisi significherebbe ammettere esplicitamente ciò che un osservatore attento ha definito: un orientamento che ritiene sufficiente un sistema universitario più piccolo dell’attuale. Dall’economia italiana, infatti, viene una domanda di formazione e di ricerca inferiore alla media europea e di conseguenza il fondo per l’università può essere anche ridotto e molte sedi possono chiudere. Esporre la vera agenda vorrebbe dire regalare al PD argomenti troppo forti per rimarcare la sua distanza da Monti. A costo di sembrare evasivi, si è preferito nascondere la continuità con le politiche dell’esecutivo Berlusconi, che d’altronde traevano ispirazione dalle analisi e dalle ricette elaborate da economisti culturalmente vicini a Monti.
(Fonte: roars.it 26-12-2012)

 
RICERCA. L’ASPP CHIEDE LA REVISIONE DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA RICERCA, DEI PRODOTTI EDITORIALI E DELL’OPEROSITÀ DEI DOCENTI PDF Stampa E-mail

Il Consiglio Direttivo dell’ASPP (Associazione tra gli studiosi del processo penale – G.D. Pisapia), presa visione del documento approvato dall’Associazione italiana dei professori di diritto penale il 16 novembre 2012 a proposito del processo attuativo della riforma universitaria, nel rilevare: che l’attuazione della riforma universitaria si muove verso un’irragionevole meta che ancora la valutazione della ricerca a criteri meramente tecnocratici, dando un rilievo primario al profilo quantitativo rispetto a quello qualitativo; che le attribuzioni di competenze e il ruolo svolto dall’ANVUR, quale organo di esclusiva emanazione ministeriale, sollevano serie riserve sul piano dell’autonomia della ricerca, che è un bene costituzionalmente protetto, soprattutto alla luce della sostanziale impermeabilità delle decisioni finali dell’ANVUR rispetto alle opinioni manifestate – peraltro dietro espressa richiesta – dalle Associazioni scientifiche, come specificamente dimostra lo scarso rilievo attribuito ai detti pareri riguardo alla classificazione delle riviste; e con riguardo alla catalogazione nei periodici scientifici, operata mediante il ricorso a criteri non sempre lineari e trasparenti, né pienamente condivisibili dal punto di vista del valore dei contenitori editoriali, appare parametro discutibile quello che vorrebbe far dipendere in via automatica il valore del prodotto dalla sua collocazione editoriale; questo sistema – a fondamento del quale si cela un giudizio di inidoneità della comunità scientifica a svolgere il ruolo di controllo e valutazione della ricerca – è destinato a produrre effetti deprecabili, soprattutto nel medio e lungo termine; che la farraginosità e l’oscurità della disciplina del reclutamento, anche frutto di un largo ricorso all’impiego di circolari e lettere di chiarimenti di organi ministeriali, lasciano prevedere un diffuso contenzioso, con conseguente rilevante rallentamento e paralisi delle procedure di abilitazione, come da tempo segnalato dal CUN; esprime piena adesione al menzionato documento dell’Associazione italiana dei professori di diritto penale, ne condivide i contenuti e si unisce alla richiesta di una profonda revisione del sistema di valutazione della ricerca, dei prodotti editoriali e dell’operosità dei docenti, perché sia restituito alla comunità scientifica e al Consiglio Universitario Nazionale, il loro ruolo centrale in ossequio ai principi costituzionali che garantiscono la libertà della cultura e della ricerca scientifica.
(Fonte: E. Amodio, G. Illuminati, A. Giarda, F. Caprioli, A. Scalfati, G. Garuti, F. Ruggeri, documento del 6-12-12 ricevuto e segnalato da roars.it il 13-12-2012)

 
RICERCA. CITATION STATISTICS PDF Stampa E-mail

Dal “Report from the International Mathematical Union (IMU) in cooperation with the International Council of Industrial and Applied Mathematics (ICIAM) and the Institute of Mathematical Statistics (IMS)” si riporta questa parte finale del sommario.
The validity of statistics such as the impact factor and h‐index is neither well understood nor well studied. The connection of these statistics with research quality is sometimes established on the basis of “experience.” The justification for relying on them is that they are “readily available.” The few studies of these statistics that were done focused narrowly on showing a correlation with some other measure of quality rather than on determining how one can best derive useful information from citation data.
We do not dismiss citation statistics as a tool for assessing the quality of research—citation data and statistics can provide some valuable information. We recognize that assessment must be practical, and for this reason easily‐derived citation statistics almost surely will be part of the process. But citation data provide only a limited and incomplete view of research quality, and the statistics derived from citation data are sometimes poorly understood and misused. Research is too important to measure its value with only a single coarse tool.
We hope those involved in assessment will read both the commentary and the details of this report in order to understand not only the limitations of citation statistics but also how better to use them. If we set high standards for the conduct of science, surely we should set equally high standards for assessing its quality.
(Fonte: R. Adler, J. Ewing, P. Taylor, testo completo su mathunion.org, segnalato da roars.it)

 
RICERCA. LA MANCATA FUSIONE DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA PDF Stampa E-mail
Ai primi di dicembre si sono incontrati in una riunione al MIUR i presidenti dei 12 enti di ricerca scientifica che dipendono dal ministero di Francesco Profumo, come INGV (vulcanologia), INFN (fisica nucleare) oltre naturalmente al CNR. In questo caso, però, al posto di Luigi Nicolais era presente la numero due Maria Cristina Messa. Il vertice è durato poco, si è chiuso con un nulla di fatto e un rinvio. Forse a gennaio, forse a dopo le elezioni. Che cosa deve discutere la consulta di cervelli? Di come riordinare la ricerca pubblica, organizzare gli enti in una governance unitaria senza cancellarli. Infatti, è già fallito il progetto della mega fusione a freddo proposta in autunno da Profumo. Troppe resistenze, anche politiche. Per esempio, guai a toccare la Stazione zoologica Antonio Dohrn di Napoli: sta molto a cuore all'inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano. Anche la Lega si è messa di traverso per difendere i centri del Nord come l'Area scientifica o l'OGS (oceanografia) a Trieste. Ma non c'è solo questo. L'accorpamento aveva dietro un disegno più ampio. E strategico. Prevedeva lo scorporo delle funzioni di ricerca biomedica e scienze della vita, pronte a passare sotto il ministero della Sanità. L'area sociale (come economia, diritto) destinata a diventare marginale. Insomma, rimaneva quello che è definito il Politecnico d'Italia: laboratori e ricercatori di chimica, biotech, fisica, energia, ambiente a disposizione delle grandi aziende per attività su commessa. A corollario, la nascita di due agenzie per il finanziamento e il trasferimento tecnologico. Azzardata anche la governance con i vertici nominati, di fatto, da Profumo, senza più il meccanismo del search committee. In sostanza, un ente unico con un uomo solo al comando. Un po' troppo, se proposto da un governo di tecnici e con vita breve. Forse per questo Nicolais, al quale non manca fiuto politico, sta lontano dal tema.
(Fonte: Il Mondo 21-12-2012)
 
RICERCA. UN ESEMPIO DELLA CRISI DEL SISTEMA DELLA RICERCA. IL CASO DI UN “CERVELLO” MESSO IN FUGA PDF Stampa E-mail

Paesi come Francia, Germania e Inghilterra, per non parlare di Svezia, Danimarca e Finlandia, negli anni Sessanta e Settanta hanno organizzato la loro economia attorno alla scienza, mentre l'Italia smantellava le esperienze più avanzate di ricerca scientifica e fallivano periodicamente tutti i tentativi di riforma dell’università. Il genetista Adriano Buzzati Traverso già nel 1956 aveva definito l'Università «un fossile denutrito» e, riportando i giudizi imbarazzanti di organismi internazionali sullo stato della ricerca italiana, concludeva: «la nostra università è avulsa dalla vita del paese, ha una struttura interna sorpassata, e in essa aleggia ancora un’aurea medioevale». Egli riassumeva le ragioni di questa situazione in tre problematiche generali: in primo luogo, il bilancio sempre troppo magro per l'istruzione, «gran male fatto all’Italia dalla mancanza di senso di responsabilità, di coraggio civile, dal rinunciatarismo e dalla superficialità di ministri della Pubblica Istruzione, di Consigli superiori dell’istruzione, di rettori di università e di professori succedutisi durante gli ultimi quattro decenni». Nel 1962 Buzzati Traverso fonda a Napoli il Laboratorio Internazionale di Genetica e Biofisica, in collaborazione con il CNR, e nel 1964 si spinge ancora più avanti, lavorando con il fisico Eduardo Caianiello e il chimico Alfonso Maria Liguori alla creazione di un’area di ricerca. I progetti di rinnovamento furono, però, presto vanificati dalle guerre accademiche e ideologiche, sollevate da chi non voleva che il Laboratorio di Buzzati divenisse un centro europeo sganciato dalle locali logiche di potere. Il fronte dei professori conservatori, saldandosi in una inquietante alleanza con gli studenti, riuscì a far dimettere Buzzati Traverso dalla direzione del Laboratorio di genetica e biofisica – divenuto nel frattempo uno dei maggiori centri europei di biologia – a seguito dell’occupazione nella primavera del 1969 di circa un’ottantina di persone che protestavano affinché le borse di studio fossero trasformate in impieghi statali e si sciogliessero i legami che nel frattempo il laboratorio aveva intessuto con gli Stati Uniti. Successivamente, all’Istituto furono tagliati anche i fondi di ricerca e Buzzati Traverso si risolse a partire per Parigi, chiamato a lavorare presso l’Unesco. Fu, questo, un caso eclatante e tuttora irrisolto di “cervello messo in fuga” per motivazioni che attendono ancora di essere indagate a fondo e che forse potrebbero gettare luce sulle possibili vie d’uscita dalla crisi dell’educazione.
(Fonte: M. Cuccurullo, roars.it 16-12-2012)

 
Altri articoli...
« InizioPrec.12345678910Succ.Fine »

Pagina 3 di 14