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23 Agosto
PROPOSTA PARLAMENTARE DI REVISIONE DELLA NORMATIVA DI PRINCIPIO IN MATERIA DI DIRITTO ALLO STUDIO PDF Stampa E-mail

Premesso che … da dati più recenti sull'erogazione delle borse di studio emerge che l'Italia presta servizi di diritto allo studio solo al 7 per cento degli iscritti, a fronte del 18 per cento della Spagna, del 25 per cento della Francia, del 30 per cento della Germania; dall'analisi condotta dall'OCSE nel volume «Education at a Glance, 2011» risulta (Tabella B5.1, pag. 266) che i costi universitari a carico degli studenti e delle loro famiglie sono in Italia decisamente tra i più alti in Europa; la quota di diplomati che si iscrive all'università è inferiore a quella degli altri Paesi europei e il numero totale degli immatricolati è diminuito negli ultimi anni più della contrazione demografica, rendendo sempre più improbabile il raggiungimento degli obiettivi europei di costruire un’economia basata sulla conoscenza e sul sapere …impegna il Governo ad assumere iniziative per ridefinire i livelli essenziali di prestazione nel complesso del welfare studentesco e a prevedere ulteriori interventi finalizzati a garantire il diritto allo studio secondo i dettami dell'articolo 34 della Costituzione, anche in vista degli eventuali decreti correttivi previsti dall'articolo 5, comma 9, della legge n. 240; ad incrementare il fondo nazionale per il diritto allo studio garantendo la copertura finanziaria per erogare le borse di studio a tutti gli aventi diritto senza alzare ulteriormente la tassa regionale dedicata …
(Fonte: stralcio da Proposta Risoluzione in Commissione 7 Camera -00946 presentata da W. Tocci 16-07-2012, seduta n.666)

 
4370 BORSE DI STUDIO PER LA FREQUENZA DI CORSI UNIVERSITARI DI LAUREA E SPECIALIZZAZIONE, MASTER, DOTTORATI E STAGE IN AZIENDA PDF Stampa E-mail

L’Inps, gestione ex Inpdap, ha pubblicato il bando di concorso ‘Homo Sapiens Sapiens’, che mette a disposizione, per i figli dei dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione, 4370 borse di studio per la frequenza di corsi universitari di laurea e specializzazione, master, dottorati e stage in azienda. Il bando di concorso, e tante altre informazioni utili, sono disponibili sul sito www.inpdap.gov.it. La graduatoria sarà predisposta in base ai voti conseguiti e alla situazione economica della famiglia (è necessario avere un indicatore ISEE non superiore a € 32.000). Il bando scade il 24 settembre 2012; la domanda di partecipazione al concorso si può presentare esclusivamente per via telematica, dopo che il giovane concorrente si sia iscritto alla Banca Dati dell’Istituto e abbia ottenuto il PIN INPS, con il quale potrà accedere all’Area Riservata sul sito www.inpdap.gov.it.
(Fonte: sanremonews.it 27-07-2012)

 
STUDENTI. LA PREPARAZIONE INIZIALE PER L’ACCESSO AI CORSI PDF Stampa E-mail

L’articolo 6 del D.M. 270/2004 [nel seguito, indicato semplicemente come “art. 6''] dice, in particolare, che […] I regolamenti didattici di ateneo, ferme restando le attività di orientamento, coordinate e svolte ai sensi dell’articolo 11, comma 7, lettera g), richiedono altresì il possesso o l’acquisizione di un’adeguata preparazione iniziale. A tal fine gli stessi regolamenti didattici definiscono le conoscenze richieste per l’accesso e ne determinano le modalità di verifica, anche a conclusione di attività formative propedeutiche, svolte eventualmente in collaborazione con istituti di istruzione secondaria superiore. Se la verifica non é positiva vengono indicati specifici obblighi formativi aggiuntivi da soddisfare nel primo anno di corso. Tali obblighi formativi aggiuntivi sono assegnati anche agli studenti dei corsi di laurea ad accesso programmato che siano stati ammessi ai corsi con una votazione inferiore ad una prefissata votazione minima. L’articolo 6 del D.M. 270/2004 non viene applicato volentieri dagli atenei, per via del timore che potrebbe indurre gli studenti a scegliere corsi di laurea dove non viene applicato. In effetti, l’art. 6 dovrebbe essere implementato da tutti i corsi di laurea di ciascun ateneo, sia perché si tratta di un obbligo di legge, sia perché altrimenti si creerebbero differenze di potenziale tra i diversi corsi di laurea, e il suddetto timore potrebbe rivelarsi giustificato. In alcuni atenei, il Regolamento Didattico di Ateneo recepisce l’art. 6 stabilendo che saranno gli Ordinamenti Didattici dei singoli corsi di studio a stabilire norme per la sua implementazione. A loro volta, in alcuni casi, gli Ordinamenti Didattici dei singoli corsi di studio si limitano a rimandare l’implementazione dell’art. 6 ai Regolamenti Didattici dei singoli corsi di studio, i quali, infine, a loro volta, si dimenticano di implementare l’art. 6. Un modo intelligente di implementare l’art. 6 dovrebbe in primo luogo prevedere, com’e` del resto ovvio, che la verifica delle conoscenze richieste per l’accesso sia adattata, nel suo contenuto, al singolo corso di laurea. Non sarebbe saggio prevedere che la stessa prova iniziale d’accesso venga assegnata a chi si iscrive a lingue e a chi si iscrive a ingegneria.
(Fonte: C. Dell’Aversano 03-08-2012)

 
STUDENTI. REGOLE PIÙ EFFICIENTI PER RIDURRE I RITARDI NEL PERCORSO UNIVERSITARIO PDF Stampa E-mail

La particolare numerosità dei fuori corso e la perdurante, elevata età media dei laureati della riforma 3+2 (nel 2009, 26.1 e 25.2 anni nel segmento maschile e femminile dei laureati triennali, e 26.8 e 26.5 anni nei due segmenti dei laureati biennali) inducono, da sole, a sospettare che i ritardi non siano solo colpa degli studenti. La consistenza dei ritardi, insomma, non può significare che la massa degli studenti italiani non si impegna. Qualche generale carenza organizzativa deve aver pur pesato in questi esiti! Tra le principali, tradizionali carenze organizzative del nostro sistema va collocato lo scarso coordinamento tra gli insegnamenti di ciascun corso di studi, uno scarso coordinamento che ha reso troppo spesso i singoli corsi di studio più complessi e difficili di quanto il loro specifico obiettivo formativo richiedeva. La mancanza di coordinamento, la decisione individuale del singolo professore su ampiezza e peso del proprio insegnamento, metri di valutazione degli studenti molto diversi, rimangono tratti diffusi e pesanti della nostra università, espressione diretta della circostanza che gli equilibri di natura corporativa prevalgono sui disegni complessivi. Un’interpretazione eccessivamente dilatata della libertà di insegnamento – occorre anche riconoscere – ha fornito inoltre un supporto in punto di principio alle carenze di coordinamento all’interno dei corsi di studio. La riforma degli ordinamenti didattici, il cosiddetto 3+2, non è riuscita a superare davvero questi aspetti, ma per certi versi li ha ulteriormente alimentati. Dalla prima stesura della riforma nel 1999, alla successiva correzione del 2004 e ai vincoli che via via sono stati imposti agli atenei per frenare la proliferazione dei corsi di laurea e la frammentazione degli insegnamenti, la struttura per corporazioni del nostro sistema universitario rimane sostanzialmente intatta. Ricondurre la durata effettiva dei corsi di laurea alla durata teorica richiede non solo maggiore impegno e disciplina da parte degli studenti, ma anche regole più efficienti. Per quanto riguarda gli studenti, stabilire che gli esami non possono esser ripetuti (come è invece possibile oggi) un numero qualunque di volte o ammettere un limitato numero di anni di fuori corso (con eventuali proroghe per studenti lavoratori) non farebbe salire le tasse universitarie, ma gioverebbe molto alla serietà dell’organizzazione.
(Fonte: P. Potestio, roars 03-08-2012)

 
STUDENTI. SERVE UNA GRADUATORIA UNICA NAZIONALE PER L’ACCESSO AI CORSI PDF Stampa E-mail

Per medici-chirurghi e odontoiatri nuovi criteri di selezione. In arrivo entro 15 giorni una circolare ad hoc del ministero dell'università per garantire merito ed equità nelle nuove prove di ammissione ai corsi laurea magistrale in medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria per il prossimo anno accademico 2012-13. Ad annunciarlo il sottosegretario all'istruzione Marco Rossi Doria rispondendo a un'interpellanza urgente di 40 parlamentari, promossa dal deputato del Pdl Alessandro Pagano. Il sistema per il test d'accesso a queste facoltà, introdotto dal decreto n. 196 del 28 giungo 2012, prevede che si concorra non più per singolo ateneo, ma per gruppo di università vicine con graduatorie comuni secondo l'ordine di punteggio dei candidati. I 38 atenei sono stati raggruppati in 12 aggregazioni, estendendo a tutti una norma sperimentata a Trieste e Udine nell'ultimo anno accademico. E la prova unica nazionale, 80 quesiti a risposta multipla, si svolge nello stesso giorno in tutti gli atenei. Obiettivo: meritocrazia. Ma questa prova di ammissione con graduatoria plurima aggregata, spiega Pagano, causa «disparità e iniquità che rischieranno di inficiare i test, perché dipenderebbe non dal merito del candidato, ma da fattori casuali legati al numero dei posti disponibili presso ciascuna aggregazione d'ateneo e dal numero di concorrenti». Se uno studente scegliesse la preiscrizione in una data aggregazione d'ateneo perché ci sono più posti disponibili e ipotetiche maggiori speranze di successo, la stessa scelta potrebbero farla un numero indeterminato di candidati, mentre in un’aggregazione con pochi posti disponibili potrebbe esservi un numero ridotto di domande. Inoltre, una simulazione delle varie sedi aggregate, sulla base delle risultanze dei punteggi minimi ottenuti l'anno scorso, disegna un quadro con forti differenze sui punteggi minimi d'ingresso: dai 41,75 punti richiesti a Federico II-Seconda Università di Napoli-ateneo di Salerno ai 48.50 punti di Brescia-Pavia-Verona, passando per i 43 della Sapienza i 45.75 di Genova-Torino. Anomalie e distorsioni contrarie alla logica del concorso nazionale unico. «Fermo restando - afferma Pagano - che possiamo ritenerci soddisfatti per quel che riguarda l'emanazione di una circolare ad hoc in tempi ristretti, tuttavia non possiamo esimerci dal ribadire la necessità dell'introduzione di un sistema basato sulla graduatoria unica nazionale, al pari di altri pubblici concorsi come quello in magistratura». Premiando il merito. Non accadrebbe più così che uno studente di Catania con 44 punti rimanga fuori e, viceversa, se avesse sostenuto i test a Parma sarebbe stato ammesso. Contro campanilismo o dolo, imprescindibili un omogeneo sistema di controlli in tutti gli atenei ispirato al modello Cambridge con un numero di commissari per la sorveglianza proporzionato agli studenti; posto assegnato per sorteggio, contrassegnato da un talloncino, inamovibile; schermature contro l'uso di apparecchiature elettroniche.
(Fonte: ItaliaOggi 07-08-2012)

 
STUDENTI. LE MISURE DI SICUREZZA PER I TEST D’AMMISSIONE PDF Stampa E-mail

In vista dei test di settembre per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato, il MiUR vuole importare a livello nazionale il «modello Bari» per le misure di sicurezza. Metal detector agli ingressi delle aule, ambienti isolati dalle linee telefoniche ed internet, assegnazione casuale dei posti ai concorrenti e uno schieramento di vigilanti ai varchi di entrata e in mezzo ai banchi. L’attrezzatura tecnologica e i sistemi di sorveglianza adottati dall’Ateneo, a partire dal 2008 dopo lo scandalo dell’anno prima a Medicina, hanno suscitato l’interesse del ministero. Così, i responsabili degli uffici romani hanno contattato l’Università di Bari, chiedendo di poter conoscere il piano per la sicurezza che verrà utilizzato per le prossime selezioni. «Abbiamo risposto alla richiesta del MiUR - dichiara Augusto Garuccio, prorettore dell’Ateneo - inviando loro una sintesi delle iniziative, ormai collaudate, che mettiamo in campo per assicurare la regolarità di svolgimento dei test. Probabilmente - aggiunge Garuccio - il ministero ha intenzione di invitare anche le altre università italiane ad adottare gli stessi standard, non sappiamo se per quest’anno o per il futuro».
(Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 08-08-2012)

 
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