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12 Giugno
ACCORDO FEDERATIVO DELLE UNIVERSITÀ DI UDINE E TRIESTE PDF Stampa E-mail

I Senati accademici delle Università di Udine e di Trieste hanno approvato la sottoscrizione di un accordo di programma per una collaborazione in chiave federativa. Il documento è stato votato dai due organi di governo, prima a Udine e poi a Trieste, e costituisce la base per una "federazione" tra i due Atenei che apre la via a un nuovo modello di elaborazione delle strategie di sviluppo della ricerca, di razionalizzazione e miglioramento dell'offerta formativa, di internazionalizzazione, di trasferimento tecnologico e di erogazione dei servizi.
L'accordo si candida al finanziamento previsto dal MIUR e destinato alle azioni di federazione interuniversitaria. Entusiasti i rettori Peroni e Compagna: «Attueremo un nuovo modello che migliorerà la ricerca, l’offerta formativa e i servizi a disposizione».
(Fonte: Il Piccolo 08-06-2012)

 
BREVE STORIA DELL’ISTRUZIONE SUPERIORE IN EUROPA PDF Stampa E-mail

L’istruzione assunse una peculiarità sistematica nel IV secolo a.C. con Platone, il quale fondò la sua "Akademía” nei pressi di Atene nel bosco sacro di Akademos. Tutte le scuole filosofiche che fiorirono a poco a poco seguirono il suo esempio. La filosofia all’epoca non era ancora la disciplina in senso stretto che intendiamo oggi, ma l’essenza di ciò che l’uomo era in grado di conoscere e del modo in cui doveva condurre la sua vita. Il filosofo, nella sua ricerca della verità, includeva nei suoi studi la matematica, la musica, la letteratura e la retorica, nonché le scienze naturali, nella misura in cui il mondo antico poteva coltivare una simile conoscenza. Soltanto le abilità pratiche non vi trovavano spazio. Cicerone, già di scuola greca, nel I sec. a.C. cerca di rendere allettante la cultura greca per le sue genti, dichiarandola come essenziale per l’insegnamento della perfetta orazione. Lentamente avanza l’imponente doppio progetto greco-latino, di cui l’Europa si nutrirà per molto tempo.
Alla fine dell’antichità la vita cambiò radicalmente. I germani analfabeti invasero l’impero romano e gli dèi pagani fecero arretrare la cristianità. Il Medioevo conobbe una sola istituzione, da cui derivavano la cultura e la tradizione: la Chiesa. Nelle scuole conventuali si insegnava a leggere e a scrivere, ma in latino. Per molto tempo ancora le volgate europee dovranno restare orali. In latino erano le Sacre Scritture (il fatto che in realtà il Nuovo Testamento fosse stato redatto in greco, cadde nell’oblio), in latino comunicava la comunità di ecclesiastici di tutta l’Europa, sebbene rappresentasse soltanto una minima parte della popolazione. In nessun altro periodo il panorama educativo è stato così uniforme come nel Medioevo.
Soltanto nell’Alto Medioevo, accanto alle scuole conventuali, nascono le università. Ha cominciato l’Italia nell’XI secolo con Salerno e Bologna (è da qui che, come si nota, il processo di riforma dell’istruzione è cominciato già una volta). Nel 1200 circa nasce la Sorbonne di Parigi, centro dell’erudizione scolastica, quale università europea più importante. I “paesi germanici” (non si può ancora parlare di Germania) avanzano traballanti come sempre un po’ in ritardo; qui bisogna attendere fino al XIV secolo prima che a Praga, Heidelberg, Colonia, Erfurt siano fondate le prime istituzioni a livello universitario. Per questo negli anni successivi in nessun altro luogo vi erano così tante università quante da noi.  Cosa vi si studia? Si è sviluppato subito un sistema formato da quattro facoltà. Giurisprudenza e medicina servono direttamente alla formazione professionale. La filosofia resta, così come nell'antichità, un serbatoio alquanto variegato; soltanto nel XIX secolo le scienze naturali si emancipano dalla filosofia e sino a oggi le facoltà filosofiche appartengono alle scienze umanistiche. Tuttavia la filosofia deve cedere la sua funzione direttiva alla teologia, la nuova regina delle discipline; la filosofia deve accontentarsi di farle da satellite ("ancilla"). Normalmente le università non sono centri di ricerca; sebbene debbano naturalmente reagire in qualsiasi modo al rapidissimo aumento di conoscenze, si oppongono come meglio possono ai cambiamenti dei loro curricula e creano baluardi del conservatorismo. Con stupore si apprende che per molto tempo non c’è stato qualcosa di simile a una modalità d'esame organizzata e che gli studenti, che si sentivano come i padroni delle loro università, erano esclusi dalla regolare giurisdizione; in caso di violazioni potevano finire al più nella cella di punizione dell’università.
Le riforme decisive, alla soglia della modernità, sono partite dalle scuole, più esattamente dalle scuole civili di latino, che erano state istituite in molte città. Il movimento dell’Umanesimo, che nacque in Italia nel XIV secolo e verso il 1500 si diffuse in tutta l’Europa, ha fatto sì che il latino del Medioevo, destinato all’uso orale ed ecclesiastico, si dedicasse nuovamente agli autori classici; anche il greco riconquistò la sua rispettabilità. Allo stesso tempo le volgate si sono svegliate dal loro lungo torpore e sono entrate nella sfera della lingua scritta. Ciò ha avuto un vantaggio, ovvero molte più persone potevano prendere parte all’istruzione e alla letteratura, ma anche uno svantaggio, ossia che la cultura europea ha cominciato a dissolversi in tanti spazi singoli. In Germania Lutero ha avuto un ruolo decisivo con la sua traduzione della Bibbia. La stampa, che nascerà subito dopo, ha permesso una diffusione più veloce e vasta delle idee e delle conoscenze rispetto all'antichità e al Medio Evo, quando ogni singolo libro doveva essere scritto faticosamente a mano.
Il XVI secolo porta a un’espansione generale della cultura/istruzione. Nel XVII secolo si sviluppa l’Illuminismo come fenomeno di massa, e a esso si accompagna l’invenzione della pedagogia; nel 1770 è istituita ad Halle la prima cattedra di pedagogia. Dal XVIII secolo e in seguito soprattutto nel XIX secolo lo stato comincia a concepire come un suo compito quello di garantire un’istruzione scolastica minima a tutti i bambini. Nascono le scuole popolari e con esse l’obbligo scolastico. Contemporaneamente si è assistito a un enorme sviluppo dell’istruzione universitaria. Se nel XV secolo in tutta Europa c’erano 29 università, alla fine del XVIII secolo si arriva a 143. Si sviluppano 3 modelli che sino a oggi conservano il loro ruolo esemplare. In Germania Wilhelm von Humboldt concepisce la nuova università fondata a Berlino come un luogo in cui non si trasmette più ciecamente la tradizione, ma soltanto i singoli portano avanti la verità e la ricerca attraverso il dialogo con gli altri. In Francia viene creato un sistema centralizzato con esami ferrei; sistema che lo stato prende sotto la sua regia. La Gran Bretagna (che soprattutto gli Stati Uniti prenderanno poi come esempio) si rivela come sempre contraria alle riforme radicali e conserva in una forma modificata il sistema collegiale di Cambridge e Oxford risalente al Medie Evo, ponendo l’accento sull’autonomia decentralizzata. Oggi l’istruzione superiore è diventata un fenomeno di massa in tutta Europa, nel bene e nel male. Un numero di giovani mai così alto in 2.500 anni di storia ne fa parte.
(Fonte: B. Müller,  lastampa.it 31-05-2012)

 
L’OCCUPABILITÀ DEI LAUREATI IN EUROPA PDF Stampa E-mail

Nell'ambito di un'università europea che da oltre un decennio sta cercando di ristabilirsi all'interno di un mondo globalizzato, nel quale il sistema educativo dell'economia della cultura sembrava si stesse indebolendo rispetto a Stati uniti e Giappone, l'occupabilità dei diplomati è diventato uno degli elementi centrali del dibattito. Ancor più in tempi di crisi e con le università che negli ultimi decenni sono passate dall'elitismo a quella che è stata definita l'università di massa: nel 1980 erano presenti 50 milioni di studenti universitari nel mondo; nel 1995 sono saliti a 82 milioni e nel 2009 a 170 secondo l'Unesco.
La mappa dell'occupazione in Europa dipende dal Paese e dal corso considerati (c'è meno disoccupazione nel settore dell'ingegneria o della salute rispetto a quello delle scienze sociali). «Ma quello che abbiamo osservato sono le differenze tradizionali, con migliori prospettive lavorative nel Nord Europa e peggiori nei Paesi mediterranei, specialmente in Spagna» riassume l'esperto dell’Università di Maastricht, Rolf van der Velden. Si possono tracciare linee abbastanza nette tra i Paesi, considerando le cifre di disoccupazione dei laureati tra i 25 e i 29 anni (dal 2,8% della Germania e dal 5,2% del Regno Unito fino al 20,2% della Spagna o al 16% dell'Italia, passando per il 9,3% della Polonia). Il problema non è solo dell'università, ma anche del mercato del lavoro: «Bisogna essere in due per ballare il tango», aggiunge Van der Velden. La preoccupazione è comune in tutta Europa, poiché in molti dei Paesi in cui i laureati trovano lavoro più facilmente, ci si scontra con il problema dell'overqualification (il lavoro richiede un livello d’istruzione inferiore rispetto a quello posseduto dal laureato): in Francia, Germania o Regno Unito la cifra è superiore al 20%, in Spagna, con una percentuale del 33%, il dato va a sommarsi a quello della disoccupazione giovanile. La dicotomia in genere è: più specializzazione o più capacità trasversali? Con un numero crescente di laureati, sostiene Van der Velden, «gli studenti cercano altre forme per distinguersi» attraverso master, corsi post-laurea (a volte elitari e cari), esperienza internazionale... qualcosa che possa, in definitiva, fare la differenza quando si trova un posto nel mercato lavorativo.
(Fonte: La Stampa 31-05-2012)

 
IL PIANO ERASMUS PER TUTTI PUNTA A SPOSTARE 5 MILIONI DI STUDENTI PDF Stampa E-mail
II programma che fa conoscere l'Europa agli universitari compie 25 anni e pensa in grande investendo 19 miliardi. Per accogliere tutte le richieste. La festa di compleanno si celebrerà il 17 giugno quando, almeno idealmente, 2,5 milioni di studenti ex Erasmus si riuniranno da ogni paese europeo per spegnere le candeline dei primi 25 anni. Era, infatti, il 17 giugno 1987 quando l'Ue lanciò il programma di scambi universitari: quell'anno 3.244 giovani pionieri varcarono le frontiere di 11 paesi (fra cui l'Italia) per un periodo di studio all'estero. Fra questi c'era Maurizio Oliviero, il primo italiano a fare la valigia da Perugia, nel 1988. Nove mesi di legge ad Alitante, Oliviero è oggi ordinario di dritto pubblico comparato nell'ateneo dal quale era partito e anche uno dei 66 «ambasciatori Erasmus» nominati da Bruxelles come testimoni dì questa esperienza. «Si tratta dell'unico vero progetto di cittadinanza europea che ha investito sulle persone» racconta Oliviero a Panorama. «La più grande innovazione, per il futuro, sarebbe innescare un nuovo tassello e passare dallo studio al lavoro». Il sistema si è esteso oggi a 33 paesi partner (i 27 dell'Ue più Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Turchia e Svizzera) e il fiume di studenti si è ingrossato fino a raggiungere 1 milione nel 2002, 2 milioni nel 2009 e, si stima, 3 milioni nel 2012-2013. Sta di fatto che le richieste restano troppe, e i finanziamenti garantiscono solo 250 euro il mese. Ma dal 2014 tutto cambia. La Commissione europea ha presentato un piano per riunire i sette programmi esistenti in uno, ampliandolo ad altri paesi e a nuove aree come i master. Un «Erasmus per tutti», destinato a spostare almeno 5 milioni di persone. Bruxelles ci crede al punto da stanziare un tesoretto di 19 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, contro i 3,1 del periodo precedente.
(Fonte: A. Angelone, Panorama 06-06-2012)
 
GERMANIA. L’UNIVERSITÀ TECNICA DI MONACO PDF Stampa E-mail
La TU (Università Tecnica) di Monaco è indubbiamente una delle università più dinamiche della Germania. Dal 2000, il numero degli studenti è passato da 19.500 a 31.000, quello dei professori da 394 a 475. La TU fa parte, infatti, delle tre università tedesche che nel 2006, nell' ambito dell'Iniziativa per l'Eccellenza, sono state riconosciute le migliori grazie al loro concetto di futuro e da allora si firmano «Università d'élite». Da allora si è dedicata al modello di «università imprenditoriale». Il 15 giugno saranno resi noti i risultati di un nuovo ciclo dell'Iniziativa per l'Eccellenza. Ma la TU tenta per quanto possibile di affermarsi nella crescente concorrenza internazionale fra i migliori scienziati e studenti. Il presidente Herrmann considera l'Imperial College di Londra il proprio «benchmark» a livello europeo, anche perché copre uno spettro di materie di studio simile. Hermann parla di una «antenna a quadrifoglio» offerta dalla sua università: scienze naturali, biologiche e ingegneristiche e medicina (più aree supplementari come economia e scienze della formazione). Nelle graduatorie internazionali, l'Imperial College si posiziona nettamente davanti alla TU, così come la Eidgenössische Technische Hochschule (ETH - Politecnico Federale) di Zurigo; ciò è dovuto però anche alla differenza in termini di finanziamenti dei sistemi universitari. La TU si è unita a Losanna e a università come quella di Copenhagen ed Eindhoven nell'alleanza «Eurotech Universities». Quest'anno prende il via la prima iniziativa di ricerca comune «Tecnologie verdi». Anche l'Asia è nel mirino della TU: l'università ha aperto un distaccamento a Singapore. E nella sede centrale di Monaco di Baviera il vicepresidente, responsabile delle alleanze internazionali, è la cinese Liqiu Meng. Tuttavia la TU ha anche un «deficit storico», così lo chiama Herrmann: le mancano le scienze umanistiche, che invece offre nel suo programma la vicina anch'essa premiata con lo status di élite - Ludwig-Maximilians-Universität München, una vera università comprensiva.
(Fonte: S. Krass, La Stampa 31-05-2012)
 
GERMANIA. DOCENTI UNIVERSITARI CON IL PLACET DEI VESCOVI PDF Stampa E-mail
In Baviera, grazie a un trattato con la Santa Sede del 1974 le nomine dei professori di filosofia, sociologia, pedagogia e scienze politiche di sette facoltà universitarie (quelle che formano i docenti delle scuole elementari) sono soggette al veto dei vescovi cattolici. Si parla di sette (su nove) università, per un totale di ventuno cattedre. Contro questo privilegio della Chiesa Cattolica sono aperti al momento due contenziosi legali. Il professor Wessels, che nel 2007 partecipò a un concorso per una cattedra coperta dal trattato, sta tentando di far pronunciare un tribunale sulla costituzionalità delle procedure di assunzione: per motivi tecnici le sue richieste non sono state tuttavia ascoltate. Nel marzo di quest’anno ha allora promosso un appello costituzionale presso la corte costituzionale federale, che non ha per il momento risposto. Una corte della città di Ansbach aprirà a sua volta un’udienza il prossimo 20 giugno, sempre riguardo alla procedura di assunzione della stessa cattedra: Oliver Falliche sostiene, infatti, che la clausola di “cattolicità” nel bando del concorso sia contraria alla legge che proibisce discriminazioni di questo tipo.
(Fonte: agoravox.it 07-06-2012)
 
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