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12 Giugno
RICERCA E ALTA FORMAZIONE ALL’ATTENZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PDF Stampa E-mail
Nel discorso tenuto all’università di Udine il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel ribadire che l'Università di Udine e quella di Trieste vantano eccellenze che sono state mantenute nonostante la difficoltà del momento, ha rivolto una particolare attenzione al mondo della ricerca. Ha quindi espresso l'impegno personale a sostegno della ricerca e dell'alta formazione, affermando che sono stati un errore i tagli indiscriminati alla spesa pubblica, a componenti importanti per le aspettative dei giovani, e per il futuro della nostra società, quali sono quelle della formazione e della ricerca. Settori, rispetto ai quali Napolitano ha auspicato siano messi a disposizione investimenti pubblici e privati, per dare risposta alle giuste attese delle giovani generazioni.
(Fonte: AGENPARL 29-05-.2012)
 
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. UN METODO ALTERNATIVO PER VALUTARE LA RICERCA: PROJECT COUNTER (COUNTING ONLINE USAGE OF NETWORKED ELECTRONIC RESOURCES) PDF Stampa E-mail

Librarians have long struggled to measure how library resources where being used: for decades, reselling and circulation lists were the main methods available to them. Publishers had no idea how much their journals were used; all they had was the subscription data (e.g. number and location of subscribers, contact details, etc). With the advent of electronic content in the late 1990s this changed: publishers could see how often articles from a certain journal were downloaded, and by which customers. Librarians could now see whether and how the resources they purchased were being used. Both groups gained a wealth of information that could help them manage their publications and collections.
It wasn’t long before the need for standardization emerged. Every publisher had its own reporting format, meaning that for librarians combining data and comparing definitions from various publishers took a lot of time and effort. In March 2002, Project COUNTER (Counting Online Usage of Networked Electronic Resources) (1) was launched. In this international initiative, librarians, publishers and intermediaries collaborated by setting standards for the recording and reporting of usage statistics in a consistent, credible and compatible way. The first Code of Practice was published in 2003. This year, COUNTER celebrates its 10th anniversary and has published the fourth release of its integrated Code of Practice, which covers journals, databases, books and multimedia content. This release contains a number of new features, including a requirement to report the usage of gold open access articles separately, as well as new reports about usage on mobile devices. The COUNTER Code of Practice specifies what can be measured as a full text request, when a request needs to be ignored in the reports, and the layout and delivery method of the reports. They also require an annual audit of the reports, with an independent party confirming that the requirements are met.
1. COUNTER project (2003) “COUNTER code of practice”, retrieved 27 March 2012 from the World Wide Web: http://www.projectcounter.org/documents/Draft_UF_R1.pdf . .
(Fonte: S. Lendi e S. Huggett, researchtrends.com maggio 2012)

 
RICERCA. L’ITALIA RICEVE DALL’EUROPA SOTTO FORMA DI FINANZIAMENTI PER LA RICERCA CIRCA LA METÀ DI QUELLO CHE VERSA PDF Stampa E-mail
Francesco Profumo, nel suo intervento all’incontro organizzato dalla FLC-CGIL presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal titolo “ANVUR e politiche di sistema”, ha sottolineato alcune criticità del sistema della ricerca in Italia ed ha ricordato come l’Italia riceva dall’Europa sotto forma di finanziamenti per la ricerca circa la metà di quello che versa. Il dato: in pratica l’Italia, attraverso la Comunità Europea, finanzia la ricerca di altri paesi in misura pari o maggiore alla propria. Il (tenue) collegamento tra il dato citato dal Ministro e la valutazione delle istituzioni deputate alla ricerca sarebbe il seguente: la valutazione ANVUR ha lo scopo di rendere più competitiva la ricerca italiana, spronando la competizione tra le istituzioni. La ricerca italiana irrobustita da questa iniezione di competitività interna diventerebbe più competitiva anche nei confronti delle istituzioni degli altri paesi d’Europa e riuscirebbe a strappare maggiori finanziamenti. Tra le varie cose che si potrebbero dire in merito ne cito una sola: l’Italia ha la metà degli addetti alla ricerca della Francia e un terzo di quelli della Germania in rapporto alla popolazione (dati della World Bank). Se si tiene conto di questo punto, il dato del Ministro Profumo assume un preciso significato: l’Italia finanzia la ricerca Europea in proporzione al PIL e riceve indietro finanziamenti dall’Europa in  proporzione al numero di ricercatori che ha. Per riottenere il 100% di quanto l’Italia versa all’Europa, ciascun ricercatore italiano dovrebbe ottenere in media il doppio dei finanziamenti che ricevono i suoi colleghi francesi o tedeschi. La situazione reale è peggiore di come esce dalle nude cifre: poiché la grande maggioranza degli addetti alla ricerca in tutti i paesi europei lavora nelle Università, averne la metà degli altri in rapporto alla popolazione implica che i ricercatori italiani siano anche più gravati di obblighi didattici dei loro colleghi stranieri e abbiano quindi meno tempo da dedicare alla ricerca.
(Fonte: A. Bellelli, roars 25-05-2012)
 
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. LA CONSIDERAZIONE DEI DATI PDF Stampa E-mail

Sarebbe bello che anche in Italia si cominciasse a capire che i dati sono importanti. Che da dati cattivi si traggono cattive valutazioni. Che sulla cura dei dati si devono incentrare in una prima fase gli sforzi. Che la cura dei dati richiede molto tempo, riflessioni accurate e personale dedicato; l’attività di validazione dei docenti dovrebbe limitarsi solo al riconoscimento delle proprie pubblicazioni, ma la cura e la certificazione dei dati deve essere di chi li gestisce.
Ho fatto la simulazione per le abilitazioni nazionali di 3 SSD del settore 09. Non ho trovato (tranne che in pochissimi casi; parliamo di 200 e passa strutturati contro 3 incertezze per omonimia) alcun problema a trovare i dati che la stesse legge ritiene utili ai fini della valutazione (n. di lavori in ISI e scopus, n. di citazioni e h index). Basta andare su Scopus, cercare il cognome, il nome e l’affiliazione. Per fare questo giochetto per 200 persone ci ho messo solo 3 ore (altre 5 mi sono servite in precedenza per impostare il foglio di calcolo che mi restituisse tutti i dati statistici). Comprendo e capisco che si potrebbe dire che i miei dati sono sicuramente affetti da errore. Verissimo…ma questo vale per tutte e 200 le persone considerate. Il problema, a mio parere, non sono i dati, quanto la volontà a non essere valutati (soprattutto da chi ha fatto poco o nulla). A riprova di ciò, proprio ieri, la presidenza di uno di questi 3 SSD (insieme ad altri 3 firmatari) faceva circolare un documento che proponeva (cito letteralmente) i seguenti punti:

• La misura dell’attività attestata dalle pubblicazioni non può essere meramente quantitativa. A tale scopo potrebbe essere posto un limite(per esempio non più dell’equivalente di tre lavori a nome singolo in un anno) ai lavori pubblicati oltre il quale sono introdotti coefficienti di penalizzazione.

• Dovrebbe essere penalizzata anche la ripetizione delle pubblicazioni in più sedi e con diversi autori, a meno che l’autore dichiari esplicitamente che un lavoro è la ripetizione di un altro con la dicitura bis, tris, etc.

• Il giudizio sul candidato va formulato solo con considerazioni che attengano al merito della produzione. La produttività misurata in forma quantitativa deve costituire solo un’attestazione di operosità nei termini specificati al punto precedente. Tale caratteristica deve costituire una condizione necessaria ma non sufficiente.

• Il candidato dovrà documentare che una parte significativa della sua attività sia attinente a tematiche tecnico-professionali proprie della disciplina che devono essere state affrontate con il dovuto rigore scientifico-metodologico.
Il problema, quindi, è dei dati oppure di chi i dati non li vuole proprio leggere e considerare?
(Fonte: G. Risitano, roars 31-05-2012)

 
LA RETE GARR AL SERVIZIO DI RICERCA E ISTRUZIONE PDF Stampa E-mail
Alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, i presidenti Luigi Nicolais (CNR), Giovanni Lelli (ENEA), Marco Mancini (Fondazione CRUI), Fernando Ferroni (INFN) e Marco Pacetti (Consortium GARR) si sono incontrati ieri a Roma nella sede del Consortium GARR per approvare il nuovo Statuto dell’ente no-profit che gestisce la rete della ricerca e dell’istruzione. La principale novità sancita dalla firma è il prolungamento dell’attività dell’ente fino al 2040 a testimoniare la crescente importanza delle infrastrutture di rete al servizio di ricerca e istruzione e a delineare uno scenario di tecnologie avanzate per il futuro. La rete GARR, che lo scorso anno ha celebrato i suoi primi vent’anni di operatività, è gestita dal Consortium GARR, ente fondato nel 2002 con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da CNR, ENEA, INFN e Fondazione CRUI in rappresentanza delle università italiane. L’estensione della durata del Consortium GARR, precedentemente fissata al 2016, è quindi un riconoscimento del ruolo fondamentale della rete come strumento di accesso all’informazione e alla condivisione dei risultati scientifici nonché di collaborazione multidisciplinare e internazionale. Per sua natura votata a delineare nuovi scenari tecnologici, la rete GARR sta già ampliando le proprie prospettive verso il Future Internet, il supporto al Cloud computing, l’accesso allo storage e lo sviluppo dei servizi per la mobilità degli utenti e per la semplificazione dell’accesso alle risorse: elementi che diventano sempre più preponderanti e richiesti nella vita quotidiana e nelle attività di ricerca.
(Fonte: Iswn.it 07-06-2012)
 
INTERVENTI MERITOCRATICI DA COLLEGARE AL PROGRESSO CIVILE DI TUTTI GLI STUDENTI PDF Stampa E-mail
Secondo il ministro Profumo, perseguire l'eccellenza, premiare i migliori studenti, le migliori scuole, i migliori Atenei, è in sé un'operazione giusta, e avrà anche il vantaggio di motivare i meno bravi, per emulazione. Anziché selezionare negativamente i peggiori, li si sprona a emulare i migliori, riconosciuti e gratificati come tali. Intorno ai 'migliori' è costruito questo intervento: competizione, premi, segnalazioni alle imprese, sgravi fiscali per chi li assume; tutto vorrebbe concorrere a far nascere anche nel nostro Paese l'idea che la buona istruzione procura buon lavoro, l'idea cardine — in parte mitologica ma in parte effettuale — del sistema educativo statunitense. L'intento è di sconfiggere la demotivazione di studenti e docenti; di dare loro qualcosa per cui impegnarsi. Il problema è che, se è giusto dare nuova centralità alla scuola e all'Università, oltre che un nesso fra più istruzione e più guadagno, il ministro dovrebbe fare emergere dai suoi provvedimenti anche il nesso fra più istruzione e cittadinanza più consapevole, ovvero il nesso che non può non esserci fra l'élite dei bravi e la società che nel suo complesso deve essere composta da persone più istruite (o da più persone istruite). Insomma, senza un impegno economico che mette i docenti in grado di ricercare e di insegnare, gli studenti (tutti) di imparare e i migliori di emergere, e senza un robusto ancoraggio di ogni intervento, anche meritocratico, a una complessiva prospettiva civile e democratica, senza una nuova centralità della scuola e dell'Università nella società, il provvedimento (in itinere) risulterà poco più che un messaggio generico e parziale, probabilmente quasi ininfluente nella pratica. E rinvia alla politica, e alla sua responsabilità, il compito di occuparsi organicamente dell'intera materia.
(Fonte: C. Galli, La Repubblica 04-06-2012)
 
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