Home 2012 30 Aprile
30 Aprile
DANIMARCA E RUSSIA. BORSE DI STUDIO PER L’ESTERO PDF Stampa E-mail

In Danimarca è stato positivamente valutato il Programma di borse di studio per l'estero, finanziato dal Governo nel periodo 2008/2011. Nel triennio in esame ne hanno complessivamente beneficiato 3.724 studenti danesi, 886 dei quali hanno compiuto all'estero un ciclo completo di studi e 2.838 periodi parziali. Il Programma, utilizzabile per programmi universitari (livello Professional bachelor, Bachelor, Master's level o Full master's programme), ha potuto coprire fino a 120 crediti ECTS. La maggior parte degli studenti, sovvenzionati con un importo annuo massimo di 100.000 corone danesi (circa 13.500 euro), ha scelto Atenei in Paesi di lingua inglese e, più in particolare, il 28% ha preferito destinazioni qualificate negli Stati Uniti, il 27% in Australia, il 15% nel Regno Unito. L'Argentina è il solo Paese non anglofono che figura tra i più gettonati.
Anche in Russia si è fatto ricorso al finanziamento, nel periodo 2012/2015, di oltre 10.000 studenti (2.000 borse per una spesa complessiva di circa 45 milioni di euro nel solo 2012) nelle più famose Università mondiali, a condizione del loro rientro in Patria una volta terminati gli studi. Coloro che non vi facessero ritorno saranno obbligati a pagare una penale. Stati Uniti, Australia, Europa le destinazioni più ambite. Una lista di aziende sarà pronta ad accogliere gli studenti che ritorneranno, cresciuti in esperienza e formazione professionale oltre i confini nazionali, con allettanti stipendi e un brillante inserimento occupazionale. Inizialmente gli studenti saranno liberi di scegliere il corso di studi desiderato; non si esclude che in futuro possano essere introdotte a livello governativo esigenze specifiche nazionali da soddisfare.
(Fonte: M. L. Marino, rivistauniversitas 18-04-2012)

 
USA. I CRITERI DI SELEZIONE DELLA NATIONAL SCIENCE FOUNDATION PDF Stampa E-mail

The National Science Foundation (NSF) is the Nation’s premier agency supporting basic research and education in mathematics, science, engineering and technology. Its granting decisions are made on the basis of Merit Review by science and engineering peers. All NSF proposals, as part of the Merit Review process, are evaluated with respect to two equally important Merit Review Criteria—the Intellectual Merit of the project and the Broader Impacts of the work.
Roars ha segnalato il documento della National Science Foundation (NSF) sulla rielaborazione dei criteri per la selezione dei progetti meritevoli di finanziamento. Sono rilevanti la complessità e l’accuratezza del processo di revisione dei criteri.
(Fonte: roars 10-04-2012)

 
USA. SOCIAL MEDIA NELLE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail
La realtà accademica americana è caratterizzata da un forte engagement tra università e studenti. Negli Stati Uniti assistiamo a forme di vero e proprio marketing degli studenti per essere selezionati dai college più prestigiosi; oppure pensiamo ai legami con gli alumni, ex studenti che in numerosi casi diventano finanziatori degli stessi atenei una volta inseriti nel mercato del lavoro. Il ciclo della relazione università-studenti è perciò più articolato e ricco negli Usa e così i social media s’inseriscono perfettamente nelle strategie relazionali degli atenei d’Oltreoceano. Occorre anche rilevare che la professionalità dei social media manager statunitensi è molto elevata e riconosciuta dagli atenei che hanno investito in queste piattaforme sia per attività di recruiting, che di orientamento e comunicazione.
(Fonte: università.it 15-04-2012)
 
USA. HARVARD IN VETTA ALLA CLASSIFICA ANCHE PER LA GESTIONE DEI SOCIAL MEDIA PDF Stampa E-mail
Che cosa succede in vetta alla classifica del Times Higher Education in fatto di strategie legate ai social media messe in campo dalle migliori università posizionate sul podio, che assegna la medaglia d’oro a Harvard, seguita dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston e da Cambridge? Esemplificativa dell’attitudine social dei migliori atenei in classifica, è la strategia della Harvard University: un’intera area del sito è, infatti, dedicata alla presenza sui canali social, dove si può visualizzare un “assaggio” di tutta l’attività online della community di Harvard, presente su Youtube, Twitter, StumbleUpon, Foursquare, Google+, Flickr e ovviamente Facebook. Ogni canale ufficiale è poi affiliato con alcuni profili “satellite” – come ad esempio Harvard Green, che diffonde tutte le attività sull’impatto ambientale condotte dall’ateneo – adeguatamente mappati e ricercabili direttamente dal sito. I temi oggetto di condivisione social non riguardano prettamente l’attività didattica, ma gravitano piuttosto attorno a tutto il mondo dell’education, dell’innovazione e dell’opinion leading sui temi della formazione, differenziando quindi e stimolando argomenti che creano dibattito con gli studenti. Tra le tre del podio, Harvard sembra essere l’ateneo che ha maggiormente dedicato risorse e attenzione al presidio sui social network, dandone ampio spazio sul sito istituzionale, contrariamente a quanto fatto da Cambridge e Mit che – seppur contando su una presenza social completa e di assoluta qualità – non hanno del tutto integrato questa strategia nella comunicazione istituzionale online. (Fonte: università.it 15-04-2012)
 
USA. ALTERNATIVE ALLE UNIVERSITÀ PIÙ PRESTIGIOSE E COSTOSE PDF Stampa E-mail

Harvard, Yale, Princeton. I templi. Il sogno di tutti gli studiosi. I passaporti per un posto nel jet set. Ma anche luoghi quasi inaccessibili: costosi e, soprattutto, blindati. Entrarci è difficilissimo, bisogna essere bravi davvero. Non sono solo gli alti standard necessari per essere ammessi, ma anche la spietata concorrenza con studenti di tutto il mondo a rendere l'impresa praticamente impossibile. E chissà, forse anche inutile. Perché negli Usa ci sono molte altre università eccezionali, superspecializzate e quindi perfette per chi vuole tornare con un titolo spendibile ovunque. University of Chicago, Duke University, University of Wisconsin Madison e Ohio State University, per citarne alcune, sono del tutto equiparabli alle più blasonate. La Duke per esempio, stando al "News and World Report" dei migliori college e graduate school del Nord America, ha una delle migliori scuole di medicina del Paese, nonché eccellenti programmi di ingegneria e di storia dell'arte. La Wisconsin Madison, invece, è l'università in cui James Thomson ha isolato per la prima volta una cellula staminale embrionale umana, ma è anche molto quotata per studiare business, ingegneria e giornalismo.
Cominciando dalla East Coast, la John Hopkins University di Baltimora è tra le migliori scuole di medicina del mondo. Se invece l'obiettivo sono il giornalismo e la comunicazione, c'è il Philip Merrill College of Journalism (University of Maryland), dove insegnano ben sette premi Pulitzer, o la Tempie University che vanta uno dei primi dieci programmi di dottorato di tutti gli Stati Uniti. In questo campo è ottima anche la Newshouse School of Public Communication della Syracuse University, ateneo che però risalta soprattutto per la sua scuola di Public Affairs, la prima in assoluto in Usa, e per quella di architettura, almeno stando alla classifica annuale della rivista "DesignIntelligence". Più a sud, invece, c'è un moderno santuario dell'hi-tech: il Georgia Institute of Technology con i corsi di ingegneria, secondi solo a Mit, Stanford e Berkeley.
(Fonte: C. Visco, L’Espresso 26-04-2012)

 
USA. INTERESSE PER LA CULTURA ITALIANA PDF Stampa E-mail
Boston. Pensavo che un dialogo pubblico, condotto fra una anziana scrittrice e una giovane studiosa, tutte e due italiane e piene di domande da farsi, avrebbe interessato veramente pochissimi studenti. E invece la sala si riempie e come sempre mi stupisco per l'attenzione che il pubblico dimostra verso una cultura che noi tendiamo a vedere come vecchia, scontata, in crisi. Cosa ci può essere di interessante in un piccolo Paese litigioso e frammentato, indietro su tutti i fronti? La nostra lingua e il nostro pensiero resistono e si rinnovano. Solo merito di quella grande pittura, di quella grande musica, di quella grande architettura di cui ancora godiamo l'eredità? O c'è dell'altro? Siamo ancora capaci, vivendo in questo strano stivale che affonda le sue radici in un Mediterraneo sporco e inquinato, di farci ascoltare? La risposta sembra positiva e stupisce anche me. La domanda che segue è: non sarebbe il caso di puntare ostinatamente sulle nostre eccellenze anziché metterci in competizione con i jeans a poco prezzo di Pechino? Ricordo ancora la piccola studentessa vietnamita che l'anno scorso all'università di Hanoi mi ha detto: «Voi siete una grande potenza culturale e a noi piace ascoltarvi». Veramente sorprendente! Ma anche istruttivo. Proprio mentre ci accingiamo a tagliare le spese, a chiudere e accorpare tanti Istituti italiani di Cultura in giro per il mondo, perché non fermarci un momento a riflettere che solo investendo su ciò che abbiamo di unico e di migliore possiamo crescere, non certo piangendoci addosso e lasciando cadere a pezzi le nostre ricchezze, com’è successo con quella meraviglia di Pompei?
(Fonte: D. Maraini, Corsera 16-04-2012)
 
« InizioPrec.11121314151617Succ.Fine »

Pagina 15 di 17