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20 Febbraio
REVIEW HIGHER EDUCATION IN REGIONAL AND CITY DEVELOPMENT DELL’OCSE. RISULTATI DELLA LOMBARDIA PDF Stampa E-mail
Fra il 2008 e il 2011, infatti, l'OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha svolto la seconda edizione della review Higher Education in Regional and City Development, che ha coinvolto 25 città e regioni in 11 Paesi: per l'Italia è stata esaminata la Lombardia. Il Rapporto propone una serie di raccomandazioni (41) indirizzate al Governo nazionale, al Governo regionale e alle Università, e alcuni spunti comparativi in relazione a capitale umano, formazione e mercato del lavoro; ricerca, sviluppo e innovazione; sviluppo sociale, culturale e ambientale; cooperazione interistituzionale. I risultati sono stati presentati nell'ambito della prima Conferenza annuale di eupolis Lombardia. "Secondo la valutazione - si legge nel Rapporto - la Lombardia si attesta sempre sopra la media OCSE, a differenza del dato Italia considerato nel suo complesso, al contrario, costantemente sotto media". La ricerca sottolinea anche la concentrazione di università a Milano, mettendola a confronto con quella del territorio regionale: "In città ci sono otto delle 15 università lombarde (185.697 universitari sul totale a livello regionale di 168.598, pari al 90,7%), con 56 facoltà su 82 (68%) e 182 centri di ricerca su 292 (62%)". A fronte di questa eccellenza della ricerca, OCSE raccomanda il trasferimento tecnologico con il mondo dell'impresa e delle istituzioni, anche se le imprese lombarde - si legge nella review - contribuiscono in Ricerca e Sviluppo in ragione del 68,4%. Il numero di brevetti registrati in Lombardia è stato pari nel 2009 a 1.306 (31% su totale Italia). Nel 2010 il sistema lombardo ha assorbito 35.300 laureati contro 32.500 del 2009 (+8,4%)". La Lombardia è risultata al terzo posto, dopo Ile de France e Inner London, tra le 25 Top regions in Europa nel settore dei beni e servizi creativi e culturali (moda e design), occupando 195.848 persone. Ottimo risultato anche nel settore dell'advertising: la Lombardia, con 30.020 occupati (share in Europa pari al 4,35%), si colloca al secondo posto dopo Ile de France. E' quanto emerge dall'analisi dell'Ocse sul sistema di alta formazione lombardo (Università, Accademie e Conservatori).
(Fonte: AGI 31-01-2012)
 
SU COSA COMPETONO GLI ATENEI? PDF Stampa E-mail
La competizione c'è solo se fondata su un sistema di regole esplicite, trasparenti e applicabili per tutti. Per questo dobbiamo rispondere alla domanda: su cosa competono gli atenei? Proviamo sinteticamente a dare una risposta. A nostro avviso, le Università competono intorno a tre fattori: il fattore umano (reclutamento, remunerazione e motivazione dei docenti); il fattore dotazioni (infrastrutture per gli studenti e la ricerca, residenze e accessibilità); il fattore "contesto ambientale" (costo e qualità della vita, opportunità). Promuovere la competizione significa agire su questi elementi. Si pone dunque una seconda domanda: a chi spetta il compito di regolare l'azione dei fattori? Supponiamo che sia soprattutto compito dello Stato. E così dobbiamo rispondere a un terzo quesito, ovvero: cosa deve fare subito un Governo che avesse questo intento? A nostro avviso, nell'ordine, dovrebbe: 1) regolare il reclutamento introducendo soglie nazionali per l'accesso, lasciando poi agli atenei la possibilità di chiamata; 2) lasciare agli atenei una discrezionalità nella remunerazione dei docenti, come avviene nelle migliori Università del mondo; 3) finanziare la didattica degli atenei con uno standard per studente a seconda dei corsi di laurea; 4) finanziare la ricerca sulla base dell'output scientifico dei singoli Atenei, valutato con riferimento a standard di qualità e non solo di quantità; 4) porre un tetto massimo alle rette per gli atenei statali, tenendo conto dei contesti locali; 5) favorire la cooperazione fra atenei per generare reti di eccellenza e sinergie nell'offerta formativa; 6) valutare i risultati degli atenei periodicamente; introducendo premi e disincentivi.
(Fonte: M. Ceruti e S. Paleari, IlSole24Ore 10-02-2012)
 
CRITICHE AL BANDO DELL’ATENEO LA SAPIENZA PER NUOVI PROFESSORI ASSOCIATI PDF Stampa E-mail

Caro Ministro, a leggere il bando di concorso pubblicato di recente dall'Ateneo La Sapienza di Roma, bando che utilizza i fondi stanziati dal Parlamento attraverso il Piano Straordinario per l'assunzione di nuovi professori associati, si rimane sbigottiti e increduli. E ci si chiede quale perverso genio dell'amministrazione pubblica abbia mai potuto immaginare una procedura così irrazionale e irragionevole, così irrispettosa della legge e così oscura. Esattamente l'opposto di quello che ci si sarebbe atteso da un governo di “tecnici”, molti dei quali peraltro professori universitari, che vuole fondare la sua azione e il suo consenso sui capisaldi dell'equità, della trasparenza e del ripristino della legalità.
Il bando della Sapienza, infatti, prevede la messa a concorso di cattedre da associato non su singole materie, individuate dai Dipartimenti, secondo le norme della legge 240/2010 e del regolamento di Ateneo, ma su aree CUN, le quali com’è noto possono racchiudere più di venti materie, tecnicamente dette settori scientifico-disciplinari, totalmente diverse una dall'altra. La conseguenza ovvia sarà che si assumeranno professori associati che i Dipartimenti non hanno richiesto e di cui l'Ateneo non ha bisogno.
Di più, sempre in contrasto con la legge, le commissioni che saranno chiamate a valutare sono composte da cinque professori sorteggiati per ciascun’area CUN, cosicché è del tutto evidente che questi cinque membri potranno giudicare adeguatamente solo i candidati appartenenti alle loro stesse materie, mentre saranno manifestamente incompetenti a valutare candidati appartenenti ad altri settori scientifici, con la conseguenza di generare situazioni di disparità e di discriminazione tra i candidati. Il bando della Sapienza, inoltre, non prevede alcuna riserva, pure prevista dalla legge e dal regolamento di Ateneo, per chi ha già vinto un concorso pubblico a professore associato e che prestano servizio come ricercatori nell'Ateneo.
(Fonte: da una lettera aperta al ministro Profumo del Coordinamento Idonei Sapienza 10-02-2012)

 
SDA BOCCONI, LE AZIENDE APPREZZANO L’MBA PDF Stampa E-mail

Si colloca al sesto posto in Europa nel ranking di TopMBA, basato sulle valutazioni dei recruiter. All’ottavo nel mondo per la preparazione in management internazionale e al nono per quanto riguarda il marketing.
SDA Bocconi School of Management si è classificata sesta in Europa nel ranking QS Global 200 Business School Report 2012, basato sulla valutazione dei diplomati MBA da parte di 2.150 recruiter, in 42 paesi, che assumono attivamente alumni MBA. Secondo i recruiter, i diplomati alla SDA Bocconi brillano, in particolare, per la loro preparazione su tematiche di management internazionale (dove l'MBA di SDA Bocconi risulta 8° nel mondo), marketing (9° nel mondo) e finanza (16° al mondo). Si tratta ancora di un risultato positivo, questo, che si aggiunge alla serie di riconoscimenti a livello internazionale con cui SDA Bocconi ha chiuso l’anno. La Scuola, infatti, è riuscita a scalare dieci posizioni e a classificarsi 7° nel recente ranking del Financial Times sulle migliori business school in Europa, mentre l'MBA si è collocato al 10° posto in Europa nel Global MBA Ranking 2011 di Financial Times, al 1° posto nel mondo per il ritorno sull'investimento nel ranking di Bloomberg Businessweek e, per finire, al 4° posto tra i programmi al di fuori degli USA nel ranking di Forbes, sempre per il ritorno sull'investimento.
Il ranking, elaborato da QS, il network internazionale dedicato alla formazione e alle professioni che stila anche il World University Ranking, è rintracciabile sul loro portale Top MBA.
SDA Bocconi School of Management è nata nel 1971 dall'Università Bocconi per essere una scuola di formazione manageriale d'eccellenza e con una forte propensione all’internazionalizzazione. SDA Bocconi ha obiettivi alti e concreti nella capacità di formare uomini e donne preparati ad agire nel mondo del lavoro, e competenze per aiutare aziende e istituzioni a essere più internazionali.
(Fonte: http://www.comunicati.net 16-02-2012)

 
SITUAZIONE DELL’ATENEO DI TERAMO. IL RETTORE DICE LA SUA PDF Stampa E-mail

In primo luogo, intendo ribadire con forza che l’Ateneo di Teramo esiste e merita rispetto per tutto il complesso delle azioni poste in essere e degli obiettivi che sta perseguendo con un’innovativa impostazione garantistica e meritocratica. Forse, trattandosi di obiettivi, che riguardano la ricerca e la didattica nonché la cura dei nostri studenti, non sono purtroppo d’impatto mediatico.
All’Ateneo di Teramo, d’altro canto, non vige il criterio dell’apparenza, che per sua natura è transitorio e inconferente ai fini degli interessi universitari, bensì vige il criterio del costruire con responsabilità e senza clamori, poiché fare il proprio dovere è un normale atto dovuto a tutte le componenti dell’Ateneo, è un atto che discende da valori morali e senso dell’Istituzione: valori che caratterizzano l’Ateneo di Teramo, anche perché posseduti dalla gran parte dei suoi appartenenti.
Certamente, tutti stiamo vivendo, ormai da qualche tempo, un periodo di grandi difficoltà a livello globale; difficoltà che coinvolgono anche tutto il sistema universitario nazionale, come emerge, con continuità e chiarezza, dalla semplice lettura dei quotidiani. Non è, dunque, una situazione che riguarda il solo Ateneo di Teramo. Tuttavia, la difficile situazione generale è stata affrontata da noi dell’Università di Teramo con grande (anche se non pubblicizzata) determinazione, nella consapevolezza della concorrente incidenza della nostra attività sul territorio, sulle persone che vivono nel nostro territorio, sui nostri ragazzi.
Una determinazione seria, competente e senza compromessi di alcun tipo, secondo l’attuale impostazione del nostro Ateneo, nonché con la fierezza e la tenacia che sono proprie della gente d’Abruzzo.
Noi non elemosiniamo, ma lavoriamo con competenza e dignità e vogliamo lavorare (e l’abbiamo dimostrato) trasferendo le nostre competenze e professionalità nell’interesse di tutti.
(Fonte: R. Tranquilli-Leali, rettore, lettera a un quotidiano 10-02-2012; testo integrale)

 
DISCIPLINA PER LA PROGRAMMAZIONE, IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE DI BILANCIO E DI RECLUTAMENTO DEGLI ATENEI. SCHEMA DI DECRETO PDF Stampa E-mail
Schema di decreto legislativo recante la disciplina per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei in attuazione della delega prevista all’articolo 5, comma 1, lettere b) e c) della legge 30 dicembre  2010, n. 240 secondo i principi normativi e i criteri direttivi di cui al comma 4, lettere b), c), d) e) e f) e 2qal comma 5.
(Link allo schema di decreto, 07-02-2012)
 
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