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10 Gennaio
RICERCA. LA VALUTAZIONE NELLE SCIENZE UMANE E SOCIALI PDF Stampa E-mail
La scarsa attendibilità dei dati bibliometrici per le scienze umane e sociali è uno dei problemi che l’ANVUR dovrà affrontare nel prossimo esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR). Quali sono le soluzioni possibili? Quali i rischi connessi alla adozione di soluzioni diverse (peer review, ranking delle riviste)? Quali le possibili soluzioni per evitare distorsioni? Articolo esteso.
(Fonte: A. Baccini, roars 09-01-2012)
 
RICERCA. LA SELEZIONE DEI GRUPPI DI ESPERTI DELLA VALUTAZIONE (GEV) PDF Stampa E-mail
L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca ha da poco dato il via al processo di valutazione della ricerca che coinvolgerà tutte le istituzioni di ricerca nei prossimi due anni. Il ruolo chiave nelle procedure di valutazione è assegnato ai gruppi di esperti della valutazione (Gev) che avranno il delicato compito di definire i criteri e gestire direttamente la valutazione dei singoli prodotti di ricerca. Chi sceglie gli esperti della valutazione e con che criteri? Come spiega Alberto Baccini, la procedura di selezione non è del tutto trasparente e “soprattutto non offre sufficienti garanzie sul fatto che i Gev non siano preda di gruppi accademici in grado di controllare i risultati della valutazione. Purtroppo, nell’accademia italiana non è remoto il pericolo che gruppi di accademici si coalizzino per pilotare concorsi, chiamate e l’esito delle procedure per l’attribuzione di fondi di ricerca.” Per vedere se questo è il caso per quel che riguarda i membri del Gev di Scienze economiche e statistiche, un’area disciplinare particolarmente delicata, perché la tensione e le polemiche tra approcci diversi alla ricerca sono stati molto forti, Baccini ha fatto un’analisi di rete sociale verificando la vicinanza/distanza tra i membri del Gev attraverso il coautoraggio di pubblicazioni scientifiche. Il risultato è che “nel Gev sono presenti complessivamente 9 membri (45%) che hanno firmato insieme uno o più articoli; e 12 membri (60%) hanno lavorato con almeno un coautore comune esterno al Gev. Quindi il 75% dei membri è a distanza 2 o inferiore da un altro membro del Gev. Sono solo 5 (25%) i membri che non hanno coautori nel gruppo.”. Al contrario, l’analisi di un analogo gruppo operante per l’agenzia di valutazione inglese mostra che “sono appena 3 i membri del panel che hanno scritto almeno un articolo insieme (18% contro 45% italiano); i membri del panel che non hanno coautori interni sono il 35% contro il 22% del Gev. Questi ultimi hanno affiliazioni diverse tra loro e dagli altri membri. E, si badi bene, il panel britannico non prevede membri esteri”. Baccini conclude scrivendo: “Il Gev italiano appare, per così dire, strutturalmente diverso rispetto al modello britannico. E’ auspicabile che il consiglio direttivo dell’ANVUR intervenga opportunamente.” Certamente è auspicabile che l’ANVUR, che sta ricevendo una serie di critiche argomentate, motivate e niente affatto strumentali, intervenga per correggere una questione così importante e delicata, per non giocarsi in partenza la propria credibilità.
(Fonte: F. Sylos Labini, Il Fatto Quotidiano 29-12-2011)
 
RICERCA. VIA ACADEMY. VALUTAZIONE DELLA RICERCA. TOP ITALIAN SCIENTISTS. TOP ITALIAN INSTITUTES PDF Stampa E-mail
Questo 2011 e’ stato intenso soprattutto riguardo ad un aspetto fondamentale della mission della Via-academy - fornire una risorsa autorevole ed indipendente per promuovere l’eccellenza della ricerca italiana. Il website Top Italian Scientists - TIS, che abbiamo creato ed implementato nel 2010, ha prodotto un progressivo censimento degli scienziati italiani ’top’, ricevendo ampia risonanza mediatica e generando buona reputazione per la Via-academy nel mondo accademico. All’inizio di quest’anno, la graduatoria degli istituti di ricerca italiani che abbiamo sviluppato sulla base della distribuzione dei TIS, aggiornata in tempo reale, ha aumentato la visibilità della Via-academy ma ha pure attirato critiche, in particolare quella che i dati erano basati sugli scienziati che si erano auto segnalati, e pertanto non rappresentava tutta la popolazione degli scienziati Italiani. Per rispondere a questa critica, nel periodo Febbraio – Marzo ho completato il progetto “All Italians”. In pratica ho scaricato tutti gli accademici Italiani (ordinari, associati e ricercatori) dal sito del MIUR ed ho creato un software, unico nel suo genere, per calcolare l‘h-index per ciascuno degli oltre 57000 accademici usando Google Scholar. Questo ha permesso di aumentare considerevolmente la lista dei TIS (nonostante le limitazioni del database Google Scholar) e di calcolare la lista Top Italian Institutes normalizzata per numero di TIS.
Successivamente ho implementato il software, chiamato TritaH – Scholar H-Index Batch Calculator. Ora il TritaH ha ridotto gli errori dovuti alle omonimie, filtra per area in funzione del SSD dell’accademico, calcola il numero totale di pubblicazioni e di citazioni in un certo periodo di tempo, come pure H-Index normalizzato per età, posizione dell’autore e pure H-IF (questi ultimi 2 indici sono stati “inventati” dalla Via-academy). Rimane comunque un ‘tool’ automatico che richiede un’analisi dettagliata da parte di esperti per ottenere massima accuratezza dei risultati.
Ho creato una versione del TritaH online ed una versione basata sul database ADS della NASA perché più preciso per fisici ed astronomi.   
Questi prodotti generati all’interno della Via-academy sono di libero accesso a tutte le persone interessate, ma sono indipendenti dalla valutazione dei singoli per entrare nella lista TIS online - che oggi contiene oltre 2500 persone. Dopo gli ultimi aggiornamenti di questi giorni, la lista TIS dovrebbe rimanere essenzialmente congelata fino a Maggio 2012, per non produrre alcuna interferenza potenziale col processo di valutazione nazionale ora lanciato dall’ANVUR, che si svilupperà in modo intenso a primavera del prossimo anno per terminare all’inizio 2013.
(Fonte: L. Boscolo, scienzainrete 31-12-2011)
 
RICERCA E SVILUPPO. DATI ISTAT PDF Stampa E-mail
Nel 2009 la spesa per Ricerca e Sviluppo intra-muros sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit e università risulta pari a 19.2 miliardi di euro. L'incidenza percentuale della Spesa per R&S sul Prodotto interno lordo risulta pari all'1,26%. Sono i dati del report 2009-2010 dell'Istat. Rispetto al 2008 si registra un aumento della spesa dell'1,1% in termini nominali e una diminuzione dell'1,1% in termini reali. La spesa complessiva per le attività di R&S intra-muros registra un aumento in tutti i settori istituzionali: più contenuto per il settore delle imprese (+0,6%) e delle università (+0,4%), più elevato per le istituzioni pubbliche (+4,5%) e per le istituzioni private non profit (+2,9%). Nel 2009, il personale addetto alla ricerca (espresso in termini di unità equivalenti a tempo pieno) risulta complessivamente in diminuzione del 5,3% rispetto al 2008.
I dati di previsione indicano per il 2010 un ulteriore aumento della spesa per R&S (+1,7%). Per il 2011, anno per il quale tuttavia non e' disponibile il dato relativo alle università, e' prevista, invece, una diminuzione della spesa sia delle istituzioni pubbliche sia delle imprese.
(Fonte: ASCA 29-12-2011)
 
RICERCA. UN'AGENZIA INDIPENDENTE PER L’EROGAZIONE DEI FINANZIAMENTI PDF Stampa E-mail
Le nuove procedure per l'assegnazione dei fondi per la ricerca di base (PRIN) e per l'inserimento dei giovani nelle università prevedono stringenti limiti numerici alle proposte che possono essere presentate da ogni ateneo, in proporzione al suo organico. Inoltre, sono ammessi al finanziamento esclusivamente progetti che prevedono la collaborazione di almeno cinque "unità di ricerca", cioè almeno cinque distinti gruppi di ricercatori appartenenti a dipartimenti diversi. Sono invece esclusi dal finanziamento i progetti di ricerca individuali o promossi da un numero più basso di ricercatori. Il ministro Profumo ha implicitamente suggerito una ragione per cui sono state adottate queste nuove norme: per semplificare e accorciare le procedure di selezione tra progetti, in previsione di un numero molto elevato di domande. Questo motivo, seppure comprensibile, rivela in realtà un problema più serio. In Italia i finanziamenti alla ricerca sono erogati dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. Regole e procedure sono scelte dalla burocrazia del ministero, che a sua volta è organizzata secondo criteri arcaici e poco flessibili, e spesso è poco consapevole di quali sono le esigenze e le migliori prassi della comunità scientifica internazionale. In altri Paesi avanzati, invece, i finanziamenti alla ricerca sono erogati da un'agenzia indipendente, organizzata per settori disciplinari, e con forti legami con la comunità scientifica. Se vogliamo davvero rendere più efficaci le procedure di erogazione dei finanziamenti alla ricerca, la prima cosa da fare è attribuire questo compito a un'agenzia indipendente, lasciando al ministero solo il compito strategico di stabilire gli importi aggregati e la suddivisione per aree disciplinari. C'è bisogno di più concorrenza e di una migliore allocazione delle risorse anche nelle scuole e nelle università italiane, non solo nell'economia privata.
(Fonte: G. Tabellini, IlSole24Ore 05-01-2012)
 
RICERCA. CLASSIFICARE LE RIVISTE DI AREA UMANISTICA E GIURIDICO-POLITICA PDF Stampa E-mail
Mentre i settori scientifico-tecnologici hanno sistemi di misura della qualità della ricerca condivisi a livello internazionale (impact factor, citazioni, indice di Hirsch-lavori verso citazioni), le aree umanistiche, giuridiche e politiche non hanno una simile consuetudine anche per difficoltà oggettive (minore circolazione internazionale, legame con il diritto nazionale, etc.). Così le università generaliste (come Roma-Sapienza, ma anche Bologna, Padova, Napoli Federico II etc.) hanno il 30-40% del proprio “prodotto scientifico” poco valutato e sono svantaggiate da questo sistema di finanziamento. Come Rettore dovrei lamentarmi (anche giustamente): e invece no, perché il valore generale dell'innovazione è molto più importante dei pur giusti interessi particolari. Si tratta semmai, come si sta facendo in alcune Università (Bologna per prima), di classificare le riviste di area umanistica e giuridico-politica per importanza e rigore nella valutazione degli articoli sottoposti per la pubblicazione.
(Fonte: L. Frati, IlSole24Ore 07-01-2012)
 
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