Home
LA RIFORMA MANCATA DEL PRE RUOLO UNIVERSITARIO PDF Stampa E-mail

Ma di cosa si sta parlando esattamente? Come qualche lettore forse ricorderà, durante l’esecutivo Draghi, su iniziativa del senatore del Pd Francesco Verducci, sono state introdotte con la legge 79 del giugno 2022 due importanti novità nell’università italiana.

La prima (difficile da comprendere per chi sta nel mondo accademico, figuriamoci per i comuni mortali) riguardava la modifica dei settori universitari, con l’introduzione dei gruppi scientifico-disciplinari al posto dei settori e macrosettori concorsuali; la seconda, quella di maggior rilievo, era relativa ai percorsi di ricerca post dottorato e al reclutamento dei ricercatori universitari. Come favorire l’ingresso dei giovani più talentuosi e meritevoli nel campo della ricerca senza costringerli a lunghe (e spesso umilianti) attese?

Su quest’ultimo versante, la nuova normativa prevedeva la sostituzione degli “assegni di ricerca”, lo strumento, per definizione assai precario, tradizionalmente utilizzato dagli atenei per avviare i giovani in possesso di un dottorato all’attività scientifica, con una nuova tipologia: i “contratti di ricerca”.

Può sembrare un gioco di parole, ma la differenza (sulla carta) era grande. Si passava infatti da un rapporto di lavoro parasubordinato e sostanzialmente privo di garanzie a un contratto subordinato a tempo indeterminato della durata minima di due anni (sino a un massimo di 5), meglio pagato dell’altro e soprattutto comprensivo di importanti tutele previdenziali e contributive: dall’indennità di malattia al sussidio di disoccupazione.

Non è un caso che quella riforma fu salutata con favore da molti ambienti politici e dalle stesse associazioni dei ricercatori. C’era però un piccolo problema, che ha finito per renderla lettera morta. L’onere economico per l’attivazione dei nuovi contratti di ricerca era messo interamente a carico delle singole università. Non era stato previsto alcun finanziamento ad hoc. Il risultato è che dal giugno 2022 ad oggi nessun contratto di ricerca è stato mai attivato. Zero. Tanto che si è stati costretti a rifinanziare i vecchi assegni sino al prossimo mese di dicembre. F: A. Campi, Il messaggero 04.06.24.