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IL PRECARIATO UNIVERSITARIO TRA LEGGE 79, PNRR, PROROGHE E DDL ANNUNCIATO DAL MUR CON SEI FIGURE IN CERCA DI CREAZIONE PDF Stampa E-mail

Al fenomeno del precariato la Legge 79 intende porre un argine, sia con la creazione di un ruolo in tenure track garantito e flessibile, sia con l’abolizione degli assegni di ricerca e degli RTD di tipo A, ancorate per tre anni e non più di cinque ai progetti di ricerca. Il PNRR ha generato un grande flusso di risorse dal carattere transitorio e un veloce calcolo indica la moltiplicazione del precariato che ne deriva: circa 15.000 titolari di assegni di ricerca, cifra che di giorno in giorno cresce con bandi per la gestione dei PRIN, e circa 10.000 RTD di tipo A, cifra che di giorno in giorno cresce per la gestione dei partenariati. Per non dire dei circa 20.000 contratti di lavoro spesso indispensabili per la gestione della didattica. Ma le necessità delle singole sedi vedono assorbiti dalla didattica molti titolari di assegni di ricerca e la tutela degli RTD di tipo A, che vuole un limite di non oltre 60 ore nella didattica, è spesso disattesa. Per il MUR il più elementare dei rimedi sul momento è la proroga: la Legge 79 la indica già di tre anni per l’uscita di bandi da RTD di tipo A e di sei mesi per l’uscita di bandi per assegni di ricerca, consentita ora, per il Decreto Legge 71, non oltre il 31 dicembre 2024. Inoltre il MUR annuncia un DDL con la creazione di sei figure. La prima non è che la soluzione delineata dalla Legge 79 per il periodo di post Dottorato: il contratto di ricerca, un rapporto di lavoro con ben precise funzioni, garantito da dignità sul piano retributivo e da ogni tipo di copertura sociale, per un massimo di quattro anni. La seconda è disciplinata da un contratto di post Dottorato che sembra sommarsi al contratto di ricerca per un massimo di tre anni. Seguono l’assistente alla ricerca senjor, per un massimo di tre anni, un periodo conciliabile con il Dottorato che consentirebbe di valutare “attitudini e passioni” per la ricerca, e l’assistente alla ricerca junior, per un massimo di tre anni, con il conferimento diretto, se il finanziamento è dall’esterno. Per la quinta, lo schema registra il nome di “professore aggiunto”: lo scopo sembra qui favorire la mobilità, con il conferimento diretto e piena libertà sul piano retributivo. Al termine del variegato panorama, il contratto per studenti, assimilabile, per le funzioni descritte, al titolo di cultore della materia. F: M. Tulli, partitodemocratico.it 01.07.24.