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UNA PROPOSTA PER REINTRODURRE IL RICERCATORE A TEMPO INDETERMINATO PDF Stampa E-mail

La proposta arriva da Federico Zuolo su Domani: “Visto che un professore associato è economicamente molto più oneroso di un ricercatore, un'università in cui si è stabili a tempo indeterminato a partire dal ruolo di associati è un'università con un corpo docente più ristretto, rispetto a un'università che prevede anche i ricercatori a tempo indeterminato. Dovrebbe essere noto a tutti che l'Italia ha un numero percentuale di docenti universitari inferiore ai Paesi simili. Per aumentarlo, ci sono due strade: o incrementare il finanziamento ordinario con il regolamento vigente (cosa che non sara fatta nei prossimi anni) o cambiare il sistema reintroducendo i ricercatori a tempo indeterminato. L'abolizione del ruolo di ricercatore a tempo indeterminato ha creato un problema. Visto che il sistema attuale è a due livelli (professore associato e ordinario), tutti quelli che sono stabilizzati partono dal ruolo di associato. Questo genera un sistema di aspettative crescenti in cui l'associatura è vista come un punto di partenza e non di arrivo. Ora, infatti, i dipartimenti universitari sono attraversati da conflitti intestini per il passaggio dall'associatura all'ordinariato. Questi conflitti sono sempre esistiti, ma si stemperavano su tre livelli di carriera. L'unica strada per diminuire i conflitti interni e aumentare il numero di docenti è reintrodurre il ricercatore a tempo indeterminato, prevedendo che abbia oneri didattici commisurati alla propria condizione. Del resto il sistema a tre livelli è, con alcune variazioni, usato in tanti Paesi (assistant professor, associate professor, full professor). Il ruolo del ricercatore a tempo indeterminato avrebbe anche il vantaggio di ridurre, senza pretendere demagogicamente di abolire, il precariato post dottorato, rendendo possibili assunzioni a tempo indeterminato per persone più giovani. F: F. Zuolo, Domani 29.06.24.