LA SENATRICE ELENA CATTANEO SUL TEMA DEI CONTRATTI DI RICERCA |
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La senatrice Cattaneo, docente alla Statale di Milano. ha scritto: “In passato ho rappresentato alla ministra Bernini le criticità del precedente contratto di ricerca, introdotto come sostituzione dell'assegno di ricerca. Quel contratto risultava più funzionale all'accesso a posizioni nella pubblica amministrazione o negli enti di ricerca che alla carriera universitaria. Al neodottorato è impedito, tra l'altro, di partecipare come tutor ai laboratori didattici o alle commissioni di esami, ma non prevedere l'attività didattica penalizza il nuovo contrattista di ricerca rendendolo meno titolato rispetto a un vecchio assegnista”. La senatrice Cattaneo ha continuato: "Il contratto varato due anni fa, essendo oggetto di contrattazione collettiva, non permetterebbe di adeguare la retribuzione alle competenze ed esperienze specifiche del singolo ricercatore". Per la senatrice "ciò sarebbe anche un freno all'attrattività verso studiosi stranieri che intendessero trascorrere un periodo di studio nel nostro Paese, ma non fossero interessati a costruirvi tutta la carriera accademica. Prevedere forme contrattuali meno rigide favorirebbe, inoltre, la mobilità tra ricerca universitaria e imprese, di cui il Paese ha particolare necessità, anche per poter cogliere le opportunità legate alle infrastrutture nate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Confido che la previsione di diverse figure contrattuali di cui si legge sulla stampa sia nata proprio per venire incontro a questo tipo di necessità". Per Elena Cattaneo "andrebbe inoltre chiarito in che modo il ministero abbia pensato di superare il nodo delle risorse, considerando che il nuovo contratto di ricerca approvato nella passata legislatura avrebbe comportato, a saldi invariati, un aumento dei costi, che, come segnalato da più parti, avrebbe portato a perdere un terzo dei 1.500 assegnisti pagati con fondi ministeriali. Il regime di detassazione dell'assegno di ricerca permette di garantire adeguati importi stipendiali in funzione dell'esperienza". F: C. Zunino, La Repubblica 04.06.24.
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