La classificazione delle strutture universitarie in Italia |
UNIVERSITA’/notizie n. 5 - 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pagina 1 di 5 La classificazione delle università entra con forza nel circuito massmediatico del Paese quando le due più accreditate classifiche internazionali, il ranking di Shanghai (1) e il ranking del Times (2), pubblicano la loro tabella annuale. Dove la consueta e non soddisfacente bassa collocazione delle nostre università trova immediata risonanza denigratoria sui quotidiani. Che di rado l’accompagnano ad argomenti che giustifichino la condizione italiana, che contrappongano dati a suo favore o che indichino le vie per migliorarla. Salvo rifugiarsi nel rilievo dei fondi inadeguati e dei troppi bilanci in rosso (di 36 atenei statali su 66 secondo un documento riservato del Miur citato da un quotidiano in novembre) (3).
Tabella 1. In 10 Nazioni il numero di università per anno tra le prime 500 secondo HEEACT 2010 (Higher Education Evaluation and Accreditation Council of Taiwan). Performance Ranking of Scientific Papers for World Universities. Nei ranking come questo, che hanno carattere bibliometrico e prendono in considerazione la qualità della produzione scientifica, lʼItalia nel 2010 classifica ventinove atenei tra i primi 500, collocandosi al quarto posto a livello mondiale dopo Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna (Tabella completa con altre nazioni su http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002014.html)
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