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FONDI SANITARI E WELFARE AZIENDALE. DEREGULATION E SCARSA TRASPARENZA LI HANNO RESI STRUMENTI DI PRIVATIZZAZIONE E SOSTITUTIVI DELLA SANITÀ PUBBLICA. INDEROGABILE UN RIORDINO PDF Stampa E-mail

"A normativa vigente di fatto il sistema dei Fondi sanitari integrativi (Fsi), grazie alla defiscalizzazione di cui beneficiano, sposta denaro pubblico verso l'intermediazione assicurativo - finanziaria e la sanità privata, trasformandosi progressivamente in uno strumento di strisciante privatizzazione. Un sistema su cui poggiano anche le prestazioni sanitarie erogate nell'ambito del cosiddetto welfare aziendale, che usufruisce di ulteriori benefici fiscali. A normativa vigente, i Fsi aumentano la spesa privata totale, senza ridurre quella a carico dei cittadini per tre ragioni. Innanzitutto, almeno il 30% dei premi versati non genera servizi per gli iscritti perché viene eroso da costi amministrativi, fondo di garanzia (o oneri di ri-assicurazione) e utili delle compagnie assicurative. In secondo luogo, perché inducono consumi di prestazioni inappropriate, in particolare sotto forma di "pacchetti prevenzione" privi di evidenze scientifiche, senza fornire un contributo sostanziale all'abbattimento delle liste di attesa. Infine, perché le prestazioni extra Lea (livelli essenziali di assistenza) - odontoiatria, long term care - che gravano interamente sui cittadini sono coperte solo parzialmente. Ecco perché è inderogabile un riordino normativo, idealmente un Testo unico in grado di restituire alla sanità integrativa il suo ruolo, ovvero rimborsare prevalentemente prestazioni non incluse nei livelli essenziali di assistenza (Lea) per riappropriarsi della funzione di supporto al Servizio sanitario nazionale. Le prestazioni sostitutive erogate dai Fondi sanitari integrativi (Fsi) non dovrebbero più usufruire di detrazioni fiscali, perché alimentano business privati e derive consumistiche, e le risorse recuperate devono essere indirizzate al finanziamento della sanità pubblica. Infine, bisogna assicurare una governance nazionale dei fondi sanitari, oggi minacciata dal regionalismo differenziato, e garantire a tutti gli operatori del settore le condizioni per una sana competizione". F: N. Cartabellotta, Sanità24 Settembre 2023.