CONTRATTI DI RICERCA. POSIZIONI OPPOSTE |
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Secondo la Flc Cgil la permanenza degli assegni di ricerca ancora per diversi anni, magari affiancati da nuovi contratti di ricerca altrettanto atipici e variabili nei diversi atenei, confermerebbe e anzi rilancerebbe il c.d. mondo di mezzo (come la Flc Cgil definisce il vasto precariato degli assegnisti e borsisti), con un ulteriore stratificazione e quindi una regressione delle condizioni e dei diritti nel lavoro di ricerca. La Flc Cgil crede che sia ora di una svolta, e che questa sia possibile proprio a partire dal contratto di ricerca. Invece l'Uspur, in una nota del suo segretario nazionale, ritiene che la riforma con i nuovi contratti di ricerca rappresenti "una chiusura ai giovani per il dottorato e il post dottorato che sono formazione alla ricerca e nella ricerca. In tutto il mondo con borse di studio a tempo determinato. E non con contratti sotto la tutela di un sindacato corporativo. Vuoi togliere il precariato? Limita le possibilità di Assegni di Ricerca a un paio d'anni. L'aumento di stipendio è solo apparente nei nuovi contratti visto che è stata solo resa non figurata la contribuzione INPS". F: Flc Cgil, M. Masi (Uspur) su twitter 24.09.23.
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