Prima c'erano solo la Normale e Sant'Anna a Pisa, dove lo studente è iscritto alla Statale, ma come allievo della Normale ha vitto e alloggio gratuiti, più altri benefit come borse di studio, computer, possibilità di andare all'estero. Inoltre frequenta altre attività, dà esami in più, frequentando corsi di alta specializzazione erogati dalla propria struttura di eccellenza. Negli ultimi anni sono nate altre scuole di questo genere, a Pavia e a Lucca, poi la Normale meridionale a Napoli collegata alla Federico II. Ma un'altra quindicina di atenei in maniera informale ha creato residenze riservate agli studenti di eccellenza, cioè proprie scuole interne, erogando grossi aiuti in termini di vitto e alloggio, annullamento delle tasse, corsi soprannumerari e tesi specifiche. Proprio negli ultimi anni questi percorsi sono stati riconosciuti dal Governo nella legge di bilancio, con l'assegnazione di un titolo di master per quel quid in più che ricevono e risorse dedicate. Qui c'è proprio l'idea che gli studenti di eccellenza debbano studiare tutti insieme ed essere una comunità separata, con piani di studio flessibili e persino corsi interdisciplinari frequentati da studenti di facoltà diverse – ad esempio studenti di medicina o ingegneria che frequentano corsi di scienze umanistiche, storia o filosofia. Insomma, le università normali si professionalizzano e producono lavoratori iperspecializzati, quelle di eccellenza invece guardano in particolare all'interdisciplinarità e alla generalità del sapere. F: M. Veruggio, Intervista a Luca Scacchi, responsabile docenza universitaria FLC CGIL. glistatigenerali.com 18.05.23.
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