Home 2010 26 Ottobre Conferme in ruolo e concorsi
Conferme in ruolo e concorsi PDF Stampa E-mail
Chi sono i ricercatori dell'università italiana? Come entrano in ruolo? E come fanno carriera? Posso scrivere in prima persona, in quanto sono stato presidente della commissione per la conferma in ruolo dei ricercatori di economia politica del biennio 2008-09. Cos'è la conferma in ruolo? Il lavoro scientifico e didattico svolto dai ricercatori nei primi tre anni di carriera deve essere valutato per capire se meritano un posto a vita. Se la loro attività non viene giudicata meritevole di conferma, hanno due anni di tempo per mettersi in regola e se in questo tempo non riescono a farlo escono dai ruoli universitari. La Commissione di valutazione è composta da tre accademici e rimane in carica due anni. Ha dunque modo di valutare un numero a volte elevato di persone, 88 nel nostro caso, oltre il 30% del totale dei ricercatori di economia politica. Insomma, un quadro piuttosto articolato e rappresentativo della "coorte junior" di chi fa ricerca accademica in economia.  L'esito della valutazione mostra un mondo diviso in due. Circa il 50% dei candidati ha uno standing scientifico adeguato al mercato della ricerca europeo e il 60% è riuscito a pubblicare almeno un saggio su una rivista internazionale di un qualche rilievo scientifico. Metà dei ricercatori in economia politica (fra l'altro una disciplina molto esposta al confronto internazionale) svolge invece attività di ricerca (quando la fa) senza alcuna connessione con il dibattito scientifico internazionale. Nella mia commissione Il 15% dei candidati non è passato. Questa non è prassi consueta. Vi è molta riluttanza a negare la continuazione della carriera. Le commissioni che hanno lavorato in parallelo a noi nei settori disciplinari dell'area delle scienze economiche e statistiche erano 19: di queste, 17 non hanno rinviato alcun ricercatore per la conferma. Il meccanismo va dunque riformato. È necessario mettere paletti veri e non aggirabili allo svolgimento della carriera. Il ruolo di ricercatore a tempo determinato, seguito da un concorso da associato nazionale (e non locale) previsto dalla riforma, è sicuramente uno strumento adeguato a questo fine, ben più efficace dell'asticella, ahimè fragile e bassa, della conferma. Attenzione, però. I buoni ricercatori devono poter essere premiati. I concorsi ci dovranno per forza essere dopo i sei anni nella posizione più junior. E allo stesso modo, per i valorosi oggi in ruolo che hanno superato con buono e ottimo giudizio lo scoglio della conferma, è giusto prevedere concorsi da associato che ne premino lo sforzo e il merito. Ma concorsi veri, non ope legis camuffati. Maria Cristina Marcuzzo e Giulia Zacchia dimostrano su lavoce.info che una bassa percentuale degli economisti oggi in ruolo (associati e ordinari compresi) ha pubblicazioni sufficienti a soddisfare i criteri minimi che il consiglio universitario nazionale ha fissato per accedere alla carriera universitaria. Il lavoro della nostra commissione di conferma mette in luce come questa condizione senz'altro grave si perpetui se il meccanismo dei concorsi non è riformato al più presto. (G. M. Navaretti, Il Sole 24 Ore 20-10-2010)