Home 2010 26 Ottobre La commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e l’autonomia universitaria
La commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e l’autonomia universitaria PDF Stampa E-mail
L'iniziativa della Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali è considerata una lesione dell'autonomia degli atenei se non, addirittura, una sorta di schedatura di chi contesta la riforma dell'università varata dal ministro Mariastella Gelmini. La protesta nasce con la diffusione, attraverso la Labourlist (la mailing list privilegiata dai giuslavoristi), di una lettera, inviata lo scorso 5 ottobre ai rettori delle università italiane, in cui la Commissione di garanzia chiede che le vengano comunicate con «urgenza» notizie su ricercatori e professori che siano in agitazione o astensione dal lavoro. Il garante intende sapere «quali attività si rifiutino di svolgere» i ricercatori e se la volontà di astenersi dall'attività didattica sia stata manifestata preventivamente, con «l'indisponibilità all'assunzione degli incarichi di docenza», o «dopo aver espresso disponibilità a tenere i corsi». In riferimento ai docenti di prima e seconda fascia, invece, si chiede di sapere se sono in corso «agitazioni e/o astensioni dalla didattica» e «con quali modalità siano state proclamate e si svolgano», sollecitando l'invio di «ogni documentazione utile». Richieste molto dettagliate che alcuni giuslavoristi interpretano come una sorta di schedatura dei contrari alla riforma governativa e altri, i meno arrabbiati, ritengono quanto meno «irrituali». Già mercoledì scorso, comunque, il presidente della Crui in una missiva al presidente della Commissione di garanzia, Giovanni Pitruzzella, aveva chiarito la posizione dei rettori su uno dei punti in questione: e cioè che la legge «non prevede alcuna obbligatorietà per le attività didattiche affidate ai ricercatori». (A. Vastarelli, Il Mattino 16-10-2010)