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UNA TERZA VIA, FRA STATO E MERCATO, COME POSSIBILE GARANZIA DI UN FUTURO DI INDIPENDENZA PER LE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

I due classici modelli di università che conosciamo sono entrambi in discussione, perché entrambi si presentano come «estremi». Da un lato abbiamo il modello basato sul mercato, tipicamente presente nei paesi anglosassoni, caratterizzato da alti costi di ingresso, ed oggi messo in discussione per l'indipendenza dalle forze del mercato. Dall'altro lato abbiamo l'evoluzione del modello humboldtiano, quasi gratuito per gli studenti, indipendente, ma tuttora discusso per il suo distacco dai trend e dalle necessità della società. Perché entrambi questi modelli prestano il fianco alle sfide di oggi? Se essi propongono un modello classico per risolvere i problemi di attrattività e sostenibilità, è possibile che i loro pilastri siano messi in discussione da alcune questioni emergenti. In primo luogo, se in un passato recente il finanziamento pubblico è stato spesso visto come la migliore forma di garanzia di indipendenza per le istituzioni, dobbiamo chiederci se questo sia ancora vero oggi quando vediamo emergere forme di stato (o almeno presidenze) autoritarie. Dall'altro lato, con riferimento al modello che si fida del mercato per risolvere il tema della sostenibilità, nuove preoccupazioni sono sollevate mano a mano che le aspettative sulla crescita futura diventano modeste se non nulle. Come sempre, di fronte alle avvisaglie di una crisi, si nascondono anche delle opportunità. E' ad esempio possibile che emerga, in questo contesto, un modello alternativo, ad esempio libero da costi inutili, basato su un livello di tassazione sostenibile? Potrebbe essere la terza via suggerita da un approccio laterale? In sintesi, si può dire che un mondo alle prese con un «new normal» che continua ad essere rimandato ha sempre più bisogno di università indipendenti, capaci di fornire, e di far apprendere ai propri studenti, una capacità di pensiero critico, creativo, laterale. Ad ogni regione o Paese spetta la sfida di individuare la propria terza via, fra stato e mercato, come possibile garanzia di un futuro di indipendenza per le proprie università. (F: S. Paleari, CorSera 08.10.22)