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PIÙ AUTONOMIA E MENO BUROCRAZIA PER L’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Terza missione per l'università significa traslazione delle conoscenze prodotte dai ricercatori in prodotti sociali ed economici fruibili dalla società. "Sono favorevole, osserva Saccani Jotti sul Corriere, a promuovere efficacemente la terza missione, ma ciò a condizione che non vengano penalizzate le due missioni fondamentali della ricerca e della formazione che l'università deve mantenere. Ora quale è la missione del ministero dell'Università e della Ricerca? Ci possono essere senza dubbio progetti finalizzati che nascono anche dalla collaborazione con altri ministeri. Ricordo a questo proposito il grande valore dei progetti finalizzati del Cnr. Ma è importante, e lo voglio ribadire in maniera forte, che sia preservata una quota importante di finanziamenti per sviluppare la ricerca fondamentale, di base o come si dice con termine anglosassone research curiosity driven. La libertà del ricercatore a creare nuove conoscenze e a sviluppare le sue doti di competenza, originalità e creatività deve essere preservata e garantita". Questo tipo di ricerca purtroppo ha sofferto di scarsa attenzione e bisogna considerare che se si trasformano tutti i progetti nella finalizzazione si assiste non solo a una penalizzazione della creatività del ricercatore, ma viene anche a mancare quella sorgente che fornisce nutrimento alla stessa ricerca finalizzata. Tutte le attività necessitano però di riforme strutturali. Il grande salto in avanti potrebbe essere rappresentato da una politica che tendesse a concedere una grande autonomia alle università. Da un lato il ministero dovrebbe garantire la valutazione dell'attività della università, sia pure attraverso gli organi preposti, e fornire un controllo sui requisiti minimi di docenza. Dall'altro lato le università godrebbero di un'autonomia finalizzata a togliere intralci burocratici e svolgere attività di grossa rilevanza, quindi un decentramento, là dove possibile, di molte attività che invece attualmente necessitano del visto autorizzativo degli organi centrali. Quindi un'evidente azione di sburocratizzazione. (F: G. Saccani Jotti, CorSera 01.10.22)