Home 2022 25 settembre IN EVIDENZA PROVVEDIMENTI SUL PRE-RUOLO: ABOLIZIONE DELL’ASSEGNO DI RICERCA E ISTITUZIONE DEI CONTRATTI DI RICERCA. INTERVENTI DI ANTONELLA VIOLA, ALESSANDRO SCHIESARO, DARIO BRAGA E ACCADEMIA DEI LINCEI
PROVVEDIMENTI SUL PRE-RUOLO: ABOLIZIONE DELL’ASSEGNO DI RICERCA E ISTITUZIONE DEI CONTRATTI DI RICERCA. INTERVENTI DI ANTONELLA VIOLA, ALESSANDRO SCHIESARO, DARIO BRAGA E ACCADEMIA DEI LINCEI PDF Stampa E-mail

Prof.ssa Antonella Viola. A. Viola ritiene che con il maggior costo dei 'nuovi' assegnisti (contrattisti di ricerca) e con il limite al loro numero, e (nel suo campo) assieme «agli aumenti dei reagenti e delle attrezzature», addirittura si «rischia di affossare in maniera irreparabile la ricerca scientifica pubblica». Antonella Viola alla fine del suo intervento scrive anche che i giovani non si aiutano «garantendo loro un "posto fisso" prima che abbiano potuto mostrare quanto valgono».
Prof. Alessandro Schiesaro. L'intervento di Alessandro Schiesaro (IlSole24Ore 22.07.22) porta il titolo 'Università, una riforma contro il precariato che penalizza le carriere'. Schiesaro si preoccupa che quanto approvato sia foriero «di sanatorie ope legis» e sostiene che gli assegni di ricerca andavano mantenuti eliminandone «storture nell'uso – e abuso», che «i nuovi contratti saranno, se tutto va bene, appena la metà degli assegni, perché costano agli atenei circa il doppio» e «avranno durata minima biennale, non annuale». Inoltre «la legge non recepisce neppure la proposta del DDL di istituire "borse di ricerca"» e «sarà preclusa ogni possibilità di svolgere attività didattica».
Prof. Dario Braga (IlSole24ore 28.07.22). D. Braga lamenta che la norma approvata «abolisce gli assegni di ricerca ... una delle figure cruciali per la selezione e auto-selezione del ricercatore-docente universitario». E inoltre «con l'abolizione dell'assegno di ricerca ... viene a saltare un qualsiasi periodo di preselezione prima del pre-ruolo». I 'sostituti' degli assegni di ricerca sarebbero i contratti di ricerca, ma essi «hanno costi ben diversi dal post doc. Con la previsione di anticipare l'intero importo di un contratto biennale, solo gruppi che possono contare su consistenti finanziamenti industriali o su grant internazionali potranno affrontare la spesa, con buona pace della ricerca di base».
Documento della Commissione per i problemi universitari dell'Accademia Nazionale dei Lincei (documento prodotto il 13.07.22): «Si ritiene positiva l'abolizione degli assegni di ricerca e degli RTD di tipo A e l'introduzione di un contratto di ricerca a tempo determinato che assicuri ai contrattisti le necessarie garanzie dal punto di vista previdenziale e normativo. Si deve tuttavia notare che il costo per le università e per gli enti di ricerca di tali contratti a tempo determinato, non godendo più del regime di esenzione fiscale e previdenziale degli assegni ricerca, aumenterà in maniera sostanziale. Essendo previsto che le risorse destinate a tali contratti non possano essere superiori a quelle impegnate nel corso dell'ultimo triennio per gli assegni, l'aumento dei costi comporterà inevitabilmente una drastica diminuzione del numero dei contratti di ricerca rispetto agli assegni oggi attivi, con conseguenze molto negative per la capacità di ricerca del nostro paese ... Risulta altresì incomprensibile la norma che non permette ai contrattisti alcun tipo di attività didattica, peraltro in contrasto con quanto viene concesso ai dottorandi di ricerca, e con nocumento della preparazione all'attività didattica che tali ricercatori saranno chiamati a svolgere ... Inoltre rimangono delle perplessità sulla durata totale dei contratti di ricerca (4 o 5 anni) che in molti casi potrebbe risultare troppo breve per la maturazione dei titoli atti ad ottenere la tenure-track».
(F: ANDU, e-mail 08.08.22)