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LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE E NAZIONALE DEI RICERCATORI ITALIANI. UNA RICERCA DI ELSEVIER PDF Stampa E-mail

Secondo una ricerca dell'editore scientifico Elsevier in Italia ci sono circa 33mila giovani ricercatori under 35 con esperienza all'estero che hanno iniziato a pubblicare negli ultimi 15 anni e hanno almeno una pubblicazione indicizzata negli ultimi 5 anni. Notare che un 2% del campione esaminato ha cognome straniero e questo potrebbe indicare che anche nel mondo della ricerca hanno iniziato ad affacciarsi gli italiani di seconda generazione. Di questi 33mila studiosi, sono più di 5000 quelli che abbandonano l'Italia per continuare il loro percorso accademico all'estero, iniziando a pubblicare stabilmente fuori dal nostro Paese.
«Il risultato che emerge da questa analisi si può riassumere nella considerazione che siamo un Paese virtuoso, estremamente performante a livello scientifico, tra i primi in Europa e, certamente, nella top ten al mondo, con una forte propensione alla mobilità e al rientro di questi cervelli che si muovono internazionalmente - commenta il vice president global academic relations di Elsevier – e prosegue «nella nostra analisi abbiamo considerato i ricercatori giovani, quelli che più o meno hanno 35 anni di età. E poi abbiamo analizzato la loro mobilità, non solo verso l'estero, quindi la mobilità permanente, ma anche la mobilità transitoria, ovvero chi è uscito per qualche tempo ed è poi rientrato in Italia».
I paesi con cui si collabora di più sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, segue a distanza al terzo posto la Francia. Proseguire la propria carriera accademica all'estero non ha nulla a che vedere né con la qualità del ricercatore, che anzi appare più alta fra chi resta in Italia ma collabora con l'estero, né con il numero di pubblicazioni. Chi va fuori mediamente pubblica di meno rispetto ai colleghi che restano in patria avendo però maturato un'esperienza internazionale.
La questione è relativa alle opportunità e questo è evidente anche osservando la "circolazione dei cervelli" in Italia. Quello che emerge analizzando i ricercatori con esperienza internazionale, sempre secondo l'analisi Elsevier, è che se è vero che i giovani studiosi del Nord lasciano l'Italia per l'estero (23%), quelli del Centro e soprattutto del Sud Italia molto spesso lasciano il loro polo universitario per uno che si trova al Nord, dove generalmente sono situati i centri di eccellenza e si hanno maggiori opportunità lavorative. Il 10,5% degli accademici under 35 del Centro e l'8% di quelli del Sud si spostano in Università del Nord Italia. E anche in questo caso ad orientare le scelte è il ventaglio di opportunità che un determinato ateneo può offrire e non la qualità del ricercatore. (F: Huffpost Italia, 25.05.22)