Home
RECLUTAMENTO DEI DOCENTI. UN PROCESSO DI SELEZIONE PER COOPTAZIONE INTERNA AL DIPARTIMENTO O TRAMITE UN CONCORSO APERTO SOLO SU BASE SCIENTIFICA MERITOCRATICA? PDF Stampa E-mail

L'articolo di F. Floris (Il Mulino 20.06.22) esordisce asserendo che «è bene sapere che il concorso dei docenti universitari in Italia non esiste. Quello che si celebra è solo l'atto formale di un processo di selezione che avviene dentro i dipartimenti oggi e che prima avveniva dentro le facoltà. Quando si arriva all'esame l'esito è già deciso: il vincitore è noto». Più avanti: «Nell'università vige la legge del presidente del Gabon: «non si possono organizzare le elezioni in Africa per poi perderle», ossia non si organizzano concorsi se non si è sicuri di vincerli.
Tuttavia, queste recise affermazioni sui concorsi trovano poi alla fine argomentazioni che spiegano quella particolare forma di cooptazione che sono gli attuali concorsi: «la valutazione concorsuale (scientifica?) non è una valutazione completa che serve a capire se la persona è veramente idonea per l'incarico: se la conosci già, ci hai già lavorato hai meno dubbi (ad es., ti porresti il problema: meglio un po' meno bravo, ma che faccia per lo meno il lavoro necessario?) considerati gli oneri politico-organizzativi per bandire un concorso (che comporta avere o farsi dare le risorse per poterlo bandire...), ti impegneresti per prepararlo, lo faresti uscire senza avere in mente almeno un candidato idoneo? Se devi organizzare un progetto, un dipartimento, un ambiente di lavoro e hai piacere che questo funzioni (o, più egoisticamente, sei valutato per questo) non fai attenzione al fatto che ci sia affiatamento tra i componenti, o ti va bene uno bravo che si intende magari di cose che per il tuo progetto non sono particolarmente specifiche/utili?».
Un correttivo per il futuro? L'autore lo suggerisce in questi termini: «Oltre a rivedere le modalità di finanziamento degli atenei, potrebbe essere utile avviare, come nella magistratura, una sorta di processo di separazione delle carriere. Attività di ricerca, didattica, terza missione, gestione e attribuzione di fondi, direzione di riviste e collane dovrebbero non sovrapporsi in una sola figura, anzi ad un certo punto della carriera il docente dovrebbe prendere una strada prevalente, che non esclude completamente le altre, ma che lo tira fuori da tutti i processi decisionali che possano comportare conflitti di interessi (vedi essere nella commissione giudicatrice di un concorso dove ha più di una pubblicazione in comune con uno dei candidati)». (F: F. Floris, Il Mulino 20.06.22)