Home 2022 27 febbraio UE. ESTERO I «CARTELLI UNIVERSITARI EUROPEI» DOVRANNO COINVOLGERE IN TUTTO 500 ATENEI
I «CARTELLI UNIVERSITARI EUROPEI» DOVRANNO COINVOLGERE IN TUTTO 500 ATENEI PDF Stampa E-mail

E' un programma ambizioso che da qui al 2024 dovrebbe, nell'ordine, potenziare il sistema già esistente di alleanze interuniversitarie, le cosiddette università europee, raddoppiando il numero di partecipanti (fra i quali già si contano parecchie università italiane, dal Politecnico di Milano alla Federico II di Napoli, passando per la Normale e la Sant'Anna di Pisa); lavorare all'elaborazione di uno statuto giuridico che consenta a questi istituti di mettere in comune risorse e capacità; lavorare alla creazione di un diploma europeo comune che riconosca il valore delle esperienze compiute all'estero dagli studenti anche nel titolo di laurea; e infine potenziare la carta europea dello studente per agevolare la mobilità dei giovani. Sul piatto, € 1,1 miliardi che saranno messi a disposizione per portare da 41 a 60 i «cartelli universitari europei», coinvolgendo in tutto 500 atenei dei quasi 5.000 disseminati in tutto il continente. I singoli Stati «sono invitati» dalla Commissione europea ad «adottare misure e creare le condizioni più adeguate a livello nazionale per permettere tale collaborazione». Un invito, un monito che si scontra con la disomogeneità dei bilanci europei in materia di istruzione terziaria e ricerca: l'Italia, ad esempio, spende per l'università poco meno dell'1% del Pil, contro l'1,2% della Germania e l'1,5% della Francia. E sulla ricerca non va meglio visto che siamo all'1,4% contro il 2,2 della Francia e il 3,1 della Germania. E' vero che nel PNRR il governo ha stanziato parecchi miliardi sia nel potenziamento di borse e alloggi universitari (1,5 miliardi) sia nei dottorati (quasi mezzo miliardo) e soprattutto nella ricerca (11 miliardi). Ma questi denari bisognerà, poi, riuscire a tradurli in progetti effettivi affinché possano essere spesi. (F: O. Riva, CorSera 20.01.22)