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RECLUTAMENTO DEI PROFESSORI UNIVERSITARI IN GERMANIA, GB, USA E ITALIA PDF Stampa E-mail

In Germania il concorso è pubblico, ma per avanzare di carriera non è possibile candidarsi nel proprio ateneo. Nel Regno Unito non ci sono concorsi pubblici e la promozione di solito avviene passando a un'università diversa dalla propria in base alla produzione scientifica. Negli Usa il capo della commissione che deve scegliere il candidato è il direttore del Dipartimento e, se non sceglie uno valido e in grado di produrre risultati, viene penalizzato nei finanziamenti.
Invece in Italia la commissione del concorso non risponde in alcun modo sulle future performance del vincitore. Il nostro meccanismo di premialità lega solo il 20% dei finanziamenti che arrivano agli atenei alle politiche di reclutamento e alla qualità della ricerca. Gli abilitati (ASN) fanno il concorso indetto dalle università. I commissari scendono a tre sorteggiati fra cinque, ma sono indicati dalla stessa università. Nessuno vieta all'ateneo di metterci il professore interno che può, quindi, trovarsi a valutare il suo stesso allievo, quello attorno al quale magari è stato "costruito" il bando. Il motivo per il quale tutto questo è possibile lo spiega così l'Anac nel documento 1208 del 22 novembre 2017: «Le disposizioni legislative non disciplinano né le regole di formazione delle commissioni né lo svolgimento dei loro lavori, rinviando ai regolamenti universitari». Per il Consiglio di Stato «l'esistenza di rapporti accademici o di ufficio, ossia di una collaborazione tra il commissario e il candidato, non inficia il principio di imparzialità» (sentenza 4858 del 2012). Vuol dire che all'interno della commissione giudicatrice possono esserci rapporti personali tra valutatore e valutato, a meno che tra maestro e allievo ci sia «reciprocità d'interessi di carattere economico» (Consiglio di Stato, 4015 del 2013). Una volta su due vince sempre e comunque l'interno. E per l'università è anche conveniente perché gli costa solo il 30% di retribuzione in più per il passaggio di ruolo, invece di finanziare per interno un altro stipendio. (F: M. Gabanelli, S. Ravizza, CorSera dataroom 21.01.22)
I ricorrenti tentativi legislativi di rendere più meritocratici i concorsi per professore universitario hanno sempre urtato contro la necessità di mantenervi una componente di cooptazione locale, che, a prescindere dal volerla infiorare di un'aura di autonomia universitaria, costituisce quasi sempre un'estensione nella carriera del rapporto maestro-allievo. Di per sé non fattore negativo, ma reso non di rado tale dalla troppo frequente persistenza in loco dell'allievo promosso a causa dei meccanismi di finanziamento dei posti che, come detto, non favoriscono la circolazione fra atenei del personale docente, salutare fisiologica pratica della nostra università di un tempo che invece all'estero opportunamente si mantiene. (PSM)