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FINANZIAMENTI 2021-2024: FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO (+18% in 3 anni), FINANZIAMENTO DELLE RESIDENZE UNIVERSITARIE E DI ALCUNI MUSEI, FONDO ORDINARIO PER LA RICERCA, FONDO ITALIANO PER LA SCIENZA, FONDO ITALIANO PER LE SCIENZE APPLICATE PDF Stampa E-mail

Nel 2021 sono stati stanziati circa €8,3 miliardi per l'università e la ricerca sul Fondo di finanziamento ordinario (FFO) registrando un aumento di circa €50 milioni rispetto allo stanziamento di €7.875 miliardi del 2020. La cifra sarà incrementata di €8.250 milioni nel 2022, arrivando quindi a più di €8 miliardi e mezzo, di €530 milioni per il 2023 arrivando a superare la quota di €9 miliardi e di €750 milioni per il 2024, sfiorando i 10 miliardi. In tre anni, quindi, ci sarà un incremento di ben circa il 18%.
Oltre al FFO la nuova legge di bilancio prevede un aumento del finanziamento destinato alle residenze universitarie e ad alcuni musei impegnati nel sostenere la divulgazione della cultura scientifica. Il Fondo ordinario per la ricerca verrà incrementato di €90 milioni per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 prevedendo che una quota sia sempre destinata alla promozione dello sviluppo professionale dei ricercatori.
Si prevede, inoltre, che, per la prima volta, la ripartizione delle risorse sia fatta tenendo conto dei risultati conseguiti da ciascun ente di ricerca. Il Fondo italiano per la scienza, istituito con il decreto-legge Sostegni-bis, avrà una dotazione di €150 milioni per il 2022, mentre arriverà a €200 e 250 milioni rispettivamente nel 2023 e 2024. La legge di bilancio istituisce e sostiene, infine, il nuovo Fondo italiano per le scienze applicate con una dotazione di €50, 150 e 250 milioni rispettivamente per il 2022, il 2023 e il 2024.
Ministra Messa: "Per l'università i fondi, che aumentano progressivamente negli anni e sono messi a regime per consentire agli atenei una adeguata programmazione e stabilità delle attività, saranno distribuiti in modo selettivo, prevedendo dei vincoli di destinazione per favorire, su tutto, un reclutamento che consenta di diminuire il divario nel rapporto docenti-studenti universitari che abbiamo in Italia rispetto alla media europea".
(F: F. Bianchetti, www.skuola.net 29.10.21)