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PNRR. NECESSITÀ DI INTERVENTI AGGIUNTIVI STRUTTURALI SUI MEZZI DI BILANCIO PER LA RICERCA DI BASE PDF Stampa E-mail

Un ambito decisivo di intervento del PNRR in una società della conoscenza, come oggi si dice, e cioè quello dedicato a università, ricerca e impresa, a una prima scorsa appare certamente bisognoso di interventi aggiuntivi strutturali sui mezzi di bilancio propri del Paese, nel prossimo quinquennio, se si vuole portare l'università italiana ad agganciare sulla quota del Pil a sua disposizione almeno la Francia, se non l'irraggiungibile Germania; i paesi a noi più coerenti in termini di ambizione di sistema in Europa.
Il "piano Amaldi", di cui molto si è discusso in questi mesi, che individuava credibilmente un fabbisogno a regime di 15 miliardi all'anno da qui a un quinquennio se si voleva agganciare la Francia per il finanziamento strutturale della formazione superiore in Italia, e più determinatamente con due terzi di questo fabbisogno orientati alla ricerca di base e un terzo a quella applicata, non pare essere "atterrato" nelle pagine del PNRR. Non solo nella quantità degli impegni previsti, ma più ancora della qualità degli stessi, sostanzialmente orientati alla ricerca applicata, evidentemente ritenuta congiunturalmente più urgente per far ripartire, "riprendere", il sistema Italia. Degli 11,44 Ml previsti, 4,53 Ml sono direttamente vocati al "sostegno ai processi di innovazione trasferimento tecnologico" e al "potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all'innovazione". Il sostegno alla ricerca di base è diluito nei 6,91 Ml imputati al "rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese", e il grosso di questa misura nel senso della ricerca di base probabilmente troverà espressione nei 2,4 Ml appostati per il Programma Nazionale Ricerca e i Progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale. Insomma non molto, se non poco, per un'idea di Università&Ricerca che ne custodisca la dimensione "formativa" e "critica" e di libera ricerca orientata alla curiosità, per tradurre dall'inglese. Che come sanno gli addetti ai lavori, o almeno quelli che ancora ci credono, non è agostinianamente una vana curiositas dispersiva di risorse, ma il vero motore, come campeggia sul frontone della mia università, la Federico II, «Ad scientiarum haustum et seminarium doctrinarum», ovvero «alla fonte delle scienze e al vivaio dei saperi». (F: E. Mazzarella, Roars 27.05.21)