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5 EDITORI NEL MONDO CONTROLLANO LA RICERCA ACCADEMICA PDF Stampa E-mail

E' stata una ricercatrice kazaka, Alexandra Elbakyan, a lanciare l'idea di un sito, di un aggregatore di materiale scientifico, donato dagli autori. O raccolto in mille altri modi. Alcuni al limite delle vaghe ed improbabili normative internazionali. In poco tempo, Sci-Hub è diventato un immenso database di conoscenze: oggi ci sono ottantacinque milioni di articoli, saggi, report e libri. Disponibili per chiunque. Ma, ovviamente, Alexandra Elbakyan ed il suo progetto sono subito entrati nel mirino di interessi potenti. In un settore, la ricerca accademica, che è controllata da appena cinque editori nel mondo. Cinque. Che ovviamente determinano il prezzo dei lavori che vendono. Prezzi – va ricordato, e lo ha fatto per ultima l'Electronic Frontier Foundation – che non hanno la minima giustificazione sul piano dei costi di produzione, diciamo così: visto che, solo per dirne una, la valutazione degli studiosi, necessaria prima di ogni eventuale pubblicazione, avviene quasi sempre a titolo gratuito. Almeno negli States. Prezzi proibitivi, si diceva. Al punto che qualche tempo fa, l'università di Harvard – che ha un bilancio di 35 milioni di dollari – se ne uscì con un comunicato che sapeva di avvertenza: i costi dei contratti con le case editrici scientifiche per noi stanno diventando insostenibili. (F: S. Bocconetti, il manifesto 07.06.21)