Borse di studio universitarie in diminuzione |
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L'emergenza più sentita dalle matricole universitarie è sicuramente il taglio delle borse di studio universitarie. Quest'anno, secondo stime elaborate dall'economista Giuseppe Catalano del Politecnico di Milano, uno dei massimi esperti in materia, solo il 66,1% degli idonei avrà la borsa contro il 92,4% dell'anno scorso. Una percentuale che nel 2011/12 scenderà al 60%. Come se non bastasse, il ministero non ha ancora ripartito l'annualità 2010 alle Regioni e c'è, in più, un problema di coordinamento con il decreto del 2001 sul diritto agli studi universitari che prevede sia assicurato alle singole Regioni l'80% di quanto ottenuto l'anno prima. Significa che il Fondo dovrebbe essere di 187 milioni mentre a disposizione ce ne sono solo 99. Le risorse, inoltre, potrebbero diminuire ulteriormente. «Questo in conseguenza del taglio di tre miliardi dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni a decorrere dal 2011. Le Regioni, anche quelle del Centro-Nord, non saranno in grado di compensare con risorse proprie la diminuzione di quelle statali. Insomma, dal 2011 potrebbe essere messa in discussione l'esistenza stessa del Fondo e dell'intero sistema del sostegno agli studenti», paventa Catalano. A rischio l’eguaglianza delle opportunità e la mobilità sociale. «Le condizioni familiari eserciteranno un'influenza sempre più determinante nel successo scolastico». Gli effetti dei tagli non saranno solo sulle tasche delle famiglie. «La borsa di studio», argomenta lo studioso, «ha un significativo impatto sulla continuità e la qualità degli studi, in particolare per gli studenti fuori sede, e sulla mobilità studentesca verso le università migliori. Si accentuerà la provinciali7m7ione del sistema e risulteranno frustrati gli sforzi per attirare studenti stranieri». (F. Dente, Vita 08-10-2010)
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