Il Ministro Gelmini: un decreto per ridurre i corsi di laurea. Il Ministro Tremonti: ridotazione finanziaria solo con la riforma |
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A Palazzo Chigi, assieme al ministro Giulio Tremonti, il ministro Gelmini ha presentato un DM (n. 17/2010 - http://attiministeriali.miur.it/anno-2010/settembre/dm-22092010.aspx), che riduce quasi del 20% il numero dei corsi di laurea, da 6.000 a 4.800 circa. Tra le novità si segnalano: il fatto che gli Atenei non potranno più attivare corsi di studio se carenti "dei requisiti di docenza", ivi inclusi anche i concorsi "in itinere"; nell'eventualità che determinati corsi non raggiungano un numero minimo previsto di immatricolazioni, il MIUR, sentita l'Agenzia di valutazione degli Atenei, avrà facoltà di disattivarli ovvero di penalizzarli all'atto della ripartizione dei fondi ordinari; saranno introdotti nuovi requisiti organizzativi per l'attivazione dei corsi: "Non potranno esistere insegnamenti e moduli con meno di 5-6 crediti formativi" e sarà introdotto "un tetto massimo al numero di insegnamenti attivabili in relazione alla docenza disponibile". Nel decreto sono previsti anche l'istituzione dell'anagrafe delle pubblicazioni scientifiche per monitorare e incentivare il lavoro di ricerca dei docenti, la riqualificazione delle scuole di dottorato con la riduzione dei corsi a basso numero di iscritti e un aumento di quelli nei settori di maggiore interesse per il sistema produttivo e l'istituzione dell'anagrafe dei laureati. E' previsto, infine, che fino al 2012 le Università non potranno istituire nuove Facoltà, attivare nuovi corsi a distanza e corsi di sedi distaccate. Tali requisiti s’inseriscono in un “piano di programmazione triennale delle università” per il 2010-2012. Proprio sui fondi che consentiranno la realizzazione della riforma dell’università, si è soffermato Giulio Tremonti: “La logica della riforma – ha spiegato – si basa su due coppie di parole: riforma universitaria e dotazione finanziaria. Non era possibile una riforma senza una revisione finanziaria e la revisione non poteva essere fatta senza riforma universitaria. Le due logiche vanno insieme. Pensiamo che in un mese o due si potranno definire i presupposti della ridotazione finanziaria che andranno nel decreto-quadro finanziario di fine anno.” (http://www.freenewsonline.it 22-09-2010)
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