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UN’INDAGINE RIVOLTA AI DOCENTI SULLA DIDATTICA A DISTANZA NEL “SEMESTRE COVID” PDF Stampa E-mail

DaD. RICERCA UNIVERSI-DAD di F. Ramella e M. Rostan - Centro Luigi Bobbio dell'UniTo - è la prima indagine su quanto è avvenuto nel "semestre-Covid" nelle nostre accademie con riferimento, appunto, alla didattica a distanza. Campione di 3.398 docenti e domande poste via questionario.
I ritardi nell'avvio delle lezioni sono stati contenuti (il 74% degli insegnanti è partito entro il 13 marzo, cinque giorni dopo il decreto di chiusura); le ore di lezione non si sono discostate, tutto sommato, da quelle previste (nei dottorati la sovrapposizione è quasi al 100%); la grande maggioranza dei docenti è riuscita a svolgere tutto il programma di insegnamento, una buona maggioranza ha adattato le proprie strategie didattiche alla trasmissione a distanza (mostrando, questo 67%, capacità di adattamento). Le lezioni sono state tenute prevalentemente in diretta streaming e solo il 7% dei docenti si è limitato a offrire dispense, il minimo sindacale. Il numero di studenti che ha frequentato non è diminuito, in alcuni casi è addirittura aumentato (22% contro il 20 dei professori che ritiene siano diminuiti). Gli esami, a chiudere, si sono svolti regolarmente. Il 54% degli intervistati, quindi, vorrebbe che almeno una parte della didattica venisse svolta in futuro in "forma mista", integrando le lezioni in presenza con attività online. Per la prima volta da molti anni, sostengono gli autori, la trasmissione digitale della conoscenza "ha costretto i docenti e le università italiane a porsi espliciti interrogativi sulla didattica. Abbiamo capito che non basta la tecnologia, occorre un vero e proprio Piano nazionale per il digitale". (F: C. Zunino, La Repubblica Scuola 03.08.20)