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ATENEI ITALIANI BEN PIAZZATI NEI DUE RANKING PIÙ USATI E DIFFUSI A LIVELLO INTERNAZIONALE. UN MIGLIORAMENTO IN CLASSIFICA OSTACOLATO DALLA DISCREZIONALITÀ DI ALCUNI INDICATORI PDF Stampa E-mail

In THE WORLD UNIVERSITY RANKING primi 3 italiani: Università di Bologna (167°), Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (170°), Scuola Normale Superiore di Pisa (181°).
In QS (QUACQUARELLI SYMONDS) WORLD UNIVERSITY RANKING primi 3 italiani: Politecnico di Milano (137°), UniBo (160°), Roma-Sapienza (171°).
La formazione di una qualsivoglia graduatoria presuppone ovviamente di assegnare un punteggio che di volta in volta viene determinato dalla scelta di specifici indicatori. I responsabili di queste operazioni sono spesso grandi editori o vere e proprie agenzie di ranking sulle quali inevitabilmente grava l'ombra di una certa discrezionalità nella scelta di quegli indicatori che vanno a comporre i suddetti ranking. Discrezionalità che li rende arbitrari e ovviamente difficilmente confrontabili tra loro. Inoltre il fattore reputazione ha un ruolo decisivo nella formazione dello score finale. Ma esso non può ritenersi sempre esente da una certa discrezionalità, intervenendo su di esso fattori soggettivi come la stratificazione nel tempo di reti accademiche e di rapporti personali, oltre alle capacità di comunicazione degli atenei stessi.
Gli Autori dell'articolo su lavoce.info (Checchi, Micoli e Uricchio) si domandano cosa sia possibile fare per migliorare il posizionamento dei nostri atenei in questi ranking, specialmente considerando il buon posizionamento del paese nella ricerca su scala internazionale, e suggeriscono: agire con maggiore energia sul terreno dell'internazionalizzazione, lavorare sulla costruzione di un numero più ampio e articolato di indicatori all'interno dei meccanismi di finanziamento del nostro sistema formativo che dovrebbero essere più vicini ai parametri usati nei sistemi di ranking, migliorare il rapporto fra docenti e studenti e soprattutto il trasferimento tecnologico. In questo modo si promuoverebbe l'immagine del sistema universitario nazionale, come meriterebbe proprio alla luce della qualità della sua ricerca. Sull'internazionalizzazione degli atenei l'Italia finisce per non brillare nei ranking, e non solo per problemi della lingua: un miglioramento notevole potrebbe scaturire da un maggiore impulso alla valorizzazione e apertura del nostro sistema di alta formazione artistica e musicale (Afam), se questi corsi fossero anche formalmente assimilati ai corsi di laurea. (F: lavoce.info 20.07.20)